Clan Di Silvio, anche Agostino Riccardo inizia a collaborare: 6 mesi per raccontare tutto

Dopo Renato Pugliese e un altro pentito che poi ha interrotto la collaborazione con la giustizia, anche Agostino Riccardo ha deciso di iniziare a collaborare. Il braccio destro di Armando Di Silvio, detto Lallà, è stato interrogato già due volte. Avrà tempo 6 mesi, come prevede la legge, per dire tutto ciò che sa sulla criminalità di Latina: episodi, intrecci, ruoli e responsabilità individuali o di gruppo. Tutto sarà verificato dagli investigatori e, solo se Agostino Riccardo, sarà ritenuto attendibile, potrà beneficiare dei privilegi previsti dalla legge sui pentiti.
Le prime dichiarazioni sembrano aver avuto conseguenze immediate. A cominciare dalle perquisizioni nella zona di Campo Boario, e non solo, alla ricerca delle armi usate dal clan Di Silvio. Anche l’arresto dell’agente di polizia penitenziaria Patrizia Caschera potrebbe in quale modo essere collegato alle nuove indicazioni emerse dagli interrogatori di Agostino Riccardo.
Le prime dichiarazioni di Agostino Riccardo al sostituto procuratore della Dda Barbara Zuin risalgono al 10 e 11 luglio scorsi. Ma è ovvio che il pentito sarà riascoltato diverse volte.
Nell’udienza di venerdì scorso, davanti al Tribunale del Riesame per i ricorsi di Daniele Coppi e Antonio Fusco, il pm ha depositato circa 100 pagine di atti di integrazione di indagine rappresentati proprio dai verbali delle dichiarazioni di Riccardo.
Il braccio destro del capoclan starebbe fornendo elementi utili soprattutto a carico dei vertici del clan: Armando Di Silvio e i figli Ferdinando Pupetto, Gianluca e Samuele.
Forse siamo di fronte all’inizio di una nuova era nelle indagini sulla criminalità locale, sempre più nel mirino grazie anche ai collaboratori di giustizia.
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