Discarica di Malagrotta, ipotesi di commissariamento

30/12/2010 di

Dopo mesi di braccio di ferro con il Comune di Roma, ‘la pallà della discarica di Malagrotta, destinata a chiudere, è ora ufficialmente nelle mani della Regione Lazio, e si prospetta l’ipotesi di un commissariamento in attesa che la giunta di Renata Polverini trovi un sito alternativo. A mettere la parola fine al rimpallo di competenze tra Campidoglio e via Cristoforo Colombo ci ha pensato l’amministrazione di Gianni Alemanno: Roma Capitale ha trasmesso alla Regione uno studio su otto possibili siti alternativi, e nessuno di essi risulterebbe idoneo a ospitare una discarica. La parola, quindi, alla Regione. E Polverini è corsa ai ripari: stamattina ha incontrato a Palazzo Chigi il sottosegretario Gianni Letta, lo ha informato dei fatti, ha chiesto rassicurazioni: «In caso di necessità – ha spiegato – chiederò il commissariamento urgente della discarica. Da oggi la competenza a trovare il nuovo sito è nostra, e si è già insediato un tavolo tecnico per la questione rifiuti». Ma ora che è chiaro il ‘chì di Malagrotta bis, resta il nodo più duro da sciogliere, quello del ‘dovè. Il Piano rifiuti licenziato dalla giunta regionale, in attesa dell’ok del Consiglio, individua un sub-Ato unico per Roma e la sua provincia, e rende dunque tecnicamente possibile realizzare la nuova discarica anche al di fuori dei confini della capitale. È l’ipotesi che sembra, al momento, più plausibile (si è tornato a parlare di Riano e Allumiere, ma anche dell’Inviolata di Guidonia), ma è soprattutto l’ipotesi su cui punta Alemanno: «È molto difficile – ha spiegato il sindaco – individuare questo sito nell’ambito di Roma Capitale senza creare gravissimi danni ambientali, urbanistici e sociali. Va condotta dunque un’analisi nell’ambito del sub-Ato che comprende non solo il territorio di Roma, ma anche quello della sua provincia». Polverini va con i piedi di piombo: «È prematuro chiedermi se abbiamo già individuato le aree – ha affermato – Se intendo trovare un sito alternativo nel Comune di Roma? Da questo momento in poi qualsiasi mia parola ha un peso. Non intendo comunicare nulla finchè non sono certa. Ho informato, per coinvolgerle, tutte le forze politiche di maggioranza e opposizione». Intanto, per l’immediato di Malagrotta, tutto va nella direzione di una proroga oltre il 31 dicembre. Una prospettiva, secondo l’Udc regionale, che «salvaguarda responsabilmente Roma e il Lazio da una possibile emergenza». Chi, invece, non ha risparmiato critiche è stato il centrosinistra. Bersaglio, il sindaco Gianni Alemanno, ‘colpevolè a loro dire di scaricare sulla Regione gli effetti della sua incapacità amministrativa. Il più duro è il capogruppo Pd in Regione Esterino Montino: «La sua decisione di non indicare un sito certifica il suo fallimento politico e personale. Non è più il sindaco di Roma, ma solo di Parentopoli. Malagrotta rimarrà aperta altri due-tre anni, con buona pace della legalità». Intanto 30 sindaci della provincia di Roma hanno scritto al presidente Giorgio Napolitano e al premier Silvio Berlusconi: «Roma Capitale non può chiedere per sè ciò che luccica, e destinare ai Comuni confinanti ciò che puzza. Apriamo un confronto, troviamo una soluzione condivisa».