LEGAMBIENTE E LE AUTO A NOLEGGIO DI ACQUALATINA
"La società gestrice del Servizio Idrico Integrato ha indetto un bando per il noleggio di circa 120 autovetture senza conducente (ci mancherebbe) per la durata di 36 mesi dallaggiudicazione del bando stesso.
Lo ha vinto la società Arval Service Lease Italia S.p.a. con sede a Scandicci (Firenze), con unofferta di 1.344.960 euro (IVA esclusa); cioè appena 55.000 euro in meno dellofferta base.
Non è dato sapere a noi comuni mortali che fine faranno gli automezzi attualmente utilizzati da Acqualatina (tutti nuovi di zecca) e acquisiti allinizio dellattività di gestione, cioè appena 4 anni fa.
Sappiamo però che dividendo la cifra di aggiudicazione per i tre anni di validità dellappalto, ogni anno verranno caricati oltre 500.000 euro per tale spesa; per lesattezza (includendo lIVA) 4.474,86 euro annui ad autovettura. Con la stessa cifra si potrebbero comprare quegli stessi veicoli, ma che importa!
Limportante è far uscire del denaro (pagato con la tariffa) attraverso i cosiddetti costi di gestione (ben diversi dai costi di produzione del servizio), che finiranno ad una società che è interamente controllata dalla banca francese BNP Paribas (quella che ha recentemente acquisito la nostra Banca Nazionale del Lavoro), che, guarda caso, risulta azionista di Veolia Environnement S.A., proprietaria di Veolia Italia e, di fatto, di Acqualatina.
Dopo il crollo di Vivendi Universal infatti, oltre allimposizione di cambiare nome in Veolia, il pacchetto di riferimento è detenuto da un gruppo di banche francesi, tra le quali spicca, oltre alla BNP anche la C.D.C. (Caisse des Dépots et Consignations), interamente di proprietà pubblica che è lequivalente della nostra Cassa Depositi e Prestiti. Curiosamente questa banca detiene quote azionarie anche nelle due società francesi principali concorrenti di Veolia, vale a dire Suez e SAUR (di questultima ne è lazionista di riferimento); entrambe queste società hanno partecipato per lindividuazione del soci privato in Acqualatina.
Si tratta quindi delle più importanti banche francesi e non di pellegrini di passaggio.
La vicenda ci incuriosisce per il fatto che non si comprende (apparentemente) quali garanzie vada cercando la De.Pfa Bank (banca con sede in Irlanda ma con radici tedesche specializzata in finanziamenti ad enti pubblici per infrastrutture) per concedere la seconda parte del finanziamento di 100 milioni di euro, senza i quali Acqualatina non potrebbe effettuare gli investimenti che ha promesso di fare quando ha vinto la gara per laggiudicazione del servizio.
Quali garanzie sono state fornite alla stessa banca lo scorso anno per fornire la prima tranche di circa 37 milioni e quasi interamente spesi da Acqualatina già alla fine dellesercizio 2006?
Si tratta forse di ipoteche sulle strutture, meglio conosciute dagli investitori come bonds?
Non a caso De.Pfa. Bank sta per Deutsche Pfandbriebank, ovvero la banca delle ipoteche e nel bilancio semestrale divulgato a fine giugno di questanno dichiara di avere in cassa 90.000 milioni di euro coperti da tali ipoteche istituzionali.
Allora si comprendono benissimo quali garanzia chieda la De.Pfa, non a Veolia (che come abbiamo visto non ne ha bisogno), ma al socio di maggioranza che potrebbe anche cambiare orientamento politico; o lipoteca sugli impianti o niente (tranne il già finanziato).
Si apre così una nuova, ulteriore, pericolosa strada per la formazione di un debito fuori bilancio a carico dei comuni interessati; strada già percorsa con il riconoscimento del debito di 14,7 milioni euro a vantaggio di Acqualatina a carico dellATO4, finito nel nulla a causa di evidentissime violazioni di legge in tema di bilancio di enti pubblici.
Debiti al pubblico e profitti ai privati: la musica non cambia.
E se non si riesce a rientrare dai debiti, scatta lipoteca, lacquisizione degli impianti e delle reti, che potranno benissimo essere rivenduti a società in grado di gestirle e con liquidità sufficiente per cancellare lipoteca.
Tariffa che dai nostri calcoli, tra il 2002 (quando cera la precedente gestione) e il 2006, per unutenza di Latina che consuma circa 300 metri cubi lanno (ad es. una famiglia numerosa), è passata da 209,40 euro a 409,70 euro lanno, considerando quanto realmente paga lutente (quindi inclusa quota fissa ed IVA) e non gli astrusi calcoli che esegue sistematicamente la società sulla sola quota variabile.
300 metri cubi ad utenza rappresentano uno spreco? Basta ridurre al 50% la dispersione di rete, non è utopia. Ma su questo problema torneremo nei prossimi giorni".
QUANDO GLI ITALIANI DIMOSTRERANNO DI AVERE LE P…E E SI RIBELLERANNO A TUTTI I SOPPRUSI E ALLO SFRUTTAMENTO AI QUALI VENGONO SOTTOPOSTI SISTEMATICAMENTE CON LA COMPLICITA’ DEI POLITICANTI?
Questo episodio dimostra ancora una volta che le privatizzazione della cosa pubblica, sono degli autentici fallimenti. Naturalmente tutto a discapito dei cittadini che pagano le bollette.
Con chi prendersela. Con chi in questi anni ha mandato e continua a mandare al potere personaggi liberisti di destra.
Non dimendichiamoci che la stragrande maggiranza dei Comununi che hanno partorito Acqualatina fanno parte della CDL.
Sarebbe poi, il colmo dei colpi, che ha lamentarsi fossero proprrio chi sostiene questi personaggi.
Ma non voglio fare tutta un’erba un fascio.A destra ci sono anche politici validi. Uno di questi
…E adesso come fara’ l’amministratore S. Morando con la [b]parrucchiera di Aprilia e con quella di Cisterna ?[/b]
[u]In questo caso non credo proprio che tutto possa essere chiuso con uno shampoo !!!![/u]
V-DAY l’8 Settembre a piazza del popolo per sostenere la petizione popolare che possa ridare sovranita’ a noi cittadini http://www.beppegrillo.it