Omicidio Vaccaro, il giallo delle telefonate al 113

14/05/2013 di
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Mistero sulle telefonate arrivate al 113 la sera dell’omicidio di Matteo Vaccaro. I file delle registrazioni sono criptati e non si riesce a decifrarli, mentre alcune registrazioni mancano del tutto.

L’ex capo della Mobile – scrive Il Messaggero – aveva riferito che la ditta di Treviso che avrebbe potuto decriptare il materiale è fallita. In realtà la ditta è attiva, ma dopo essere stata raggiunta dagli avvocati difensori, ha precisato di non aver mai fornito servizi alla Questura di Latina. I tecnici hanno comunque analizzato il materiale, ma le registrazioni disponibili sono relative ai giorni successivi al delitto e dunque inutili.

A questo punto l’unico a poter riferire il contenuto delle telefonate è il poliziotto che rispose al 113. Ma lui non si è mai presentato in tribunale: così il giudice ne ha disposto l’accompagnamento coatto. Ieri doveva essere ascoltato e invece, proprio la notte precedente, si è sentito male ed è stato ricoverato in ospedale.

PROSSIMA UDIENZA. Il 23 maggio è fissata la prossima udienza e, forse, si riuscirà finalmente ad ascoltare la testimonianza del poliziotto. Sempre la prossima udienza i giudici decideranno sull’acquisizione dei verbali degli interrogatori degli imputati. Ieri la decisione è slittata perché la Corte ha chiesto chiarimenti anche sulle presunte minacce ricevute da alcuni imputati: i giudici vogliono sapere come queste informazioni sono state acquisite. A quanto emerso si tratterebbe di intercettazioni effettuate in carcere.

Non è escluso che, per decriptare le telefonate al 113, si disponga una nuova perizia che potrebbe far slittare la sentenza.