VASCO NON DELUDE, LATINA LO ABBRACCIA

14/06/2007 di
di MARCO CUSUMANO
 
Finalmente c’è lui, con la sua band, davanti al suo pubblico. Latina ha aspettato il 13 giugno tra curiosità, polemiche e passione. E Vasco non ha deluso. 

 
Vasco RossiE’ stato un concerto dai grandi numeri. A partire dal palco largo 75 metri, profondo 26 e con 6
torri fino a 28 metri di altezza, due passerelle laterali
lunghe 20 metri e 10 schermi luminosi.
 
Tanto, talmente tanto che a volte sembrava troppo. E tutti quegli schermi e quelle luci quasi distraevano dalla musica. Per fortuna il rock, quello vero, ha il potere di catalizzare, rapire, imprigionare lo spettatore. Specialmente se la rockstar si chiama Vasco, un vero animale da palco che lascia notare la sua età solo in qualche comprensibile momento di stanchezza.
 
Per il resto è sempre il solito. Corre, corre, corre… Più corre e più gli costruiscono dei palchi enormi dove può correre sempre di più. Ma quando è il momento si ferma, guarda il pubblico e si appoggia all’asta del microfono, specialmente nei pezzi lenti, per trovare il raccoglimento necessario per interpretarli al meglio.
 
Il concerto di Latina è stato coinvolgente ma più di qualcuno ha notato alcune pecche che potevano essere evitate. Il volume sembrava troppo basso anche a chi si trovava piuttosto avanti, figuriamoci a chi era dietro. La voce di Vasco, a tratti, veniva coperta dalle chitarre. Per non parlare della corista che, nel momento del suo assolo, ha cantato praticamente per se stessa: non si sentiva proprio nulla. Peccato, tanti dettagli curati in maniera quasi maniacale e poi ci si perde nella cosa più importante: la musica.
 
Ma a parte questi limiti, il concerto è stato bello. La scaletta è piaciuta anche se molti sono rimasti delusi per tanti successi che mancavano. Ma lo stesso Vasco l’aveva detto: a qualcosa purtroppo bisogna rinunciare. Non ha rinunciato però alla rivisitazione in chiave rock dei suoi successi storici, operazione che va avanti da qualche anno con nuovi arrangiamenti di pezzi come "C’è chi dice no" o "Anima fragile"
 
"Stupendo" è stato un pezzo particolarmente vissuto dal pubblico, sicuramente uno dei momenti più intensi del concerto. I momenti di leggerezza (Bollicine, Voglio andare al mare, Rewind) sono stati abilmente alternati all’emozione delle grandi ballate come Sally e Un senso. Fino all’immancabile finale con "Albachiara" e senza dimenticare il sempre caloroso saluto a Massimo Riva, storico chitarrista di Vasco  scomparso qualche anno fa.
 
Circa due ore e mezza di concerto, poi una lunga fila per uscire sulle stupende note di "The ministry of lost souls" dei Dream Theater. Le pizzerie e i locali aperti sono stati presi d’assalto dai 18.000 spettatori del Francioni. Latina archivia così un altro evento storico per questa giovane città, sempre più punto di riferimento per i grandi della musica. Ora tocca a Tiziano Ferro che suonerà il 20 luglio. Ma quello è solo un ritorno a casa…
  1. E’ vero la musica si sentiva troppo bassa, con quel palco mi aspettavo una certa potenza!

  2. Se avvesse messo la musica troppo alta ci sarebbero state cmq polemiche…

  3. Ragazzi ma avete sentito l’ultima polemica assurda?
    Alcune linee telefoniche sono rimaste isolate, parlo di telefoni fissi, e la cosa