PEGNO SU ACQUALATINA, QUERELLE TRA PRO E CONTRO
La giunta comunale ha approvato la concessione del pegno sulle azioni della società Acqualatina detenute dal Comune di Latina ed in particolare ha autorizzato la sottoscrizione dellAtto costitutivo di pegno su azioni pubbliche e "di ogni altro ulteriore atto, contratto o documento che si renda comunque necessario per consentire lattuazione delloperazione di finanziamento del programma degli interventi prevista da Acqualatina".
– che laccordo di pegno su azioni pubbliche non pone nessuna obbligazione di natura patrimoniale sui bilanci dei Comuni che lo sottoscrivono.
L’INTERVENTO DI LEGAMBIENTE
Ma al Sindaco di Latina queste notizie evidentemente non interessano ed anche se (per legge) dovrebbe essere il Consiglio Comunale a deliberare in tal senso, il giorno dopo aver contribuito allapprovazione dellennesimo, imbarazzante, bilancio in perdita di Acqualatina, cede in pegno le sue quote, con la garanzia che non verranno vendute. Ma in realtà, è proprio la DePfa Bank ad essere contentissima che quelle azioni restino in mano pubblica fino alla scadenza del mutuo.
Tecnicamente succederà quanto segue.
Con le quote di Latina e di Terracina (quando si dice la concordia familiare tra Zaccheo e suo cognato Nardi), è stato raggiunto quel 17,7% di quote in mano ai Comuni, che insieme al 49% detenuto dai privati, supera i 2/3 del capitale sociale, permettendo ora alla banca di gestire, di fatto, Acqualatina.
I due terzi delle azioni, sempre per legge, sono richiesti per deliberazioni assembleari di particolare importanza; ad esempio lo scioglimento della società, la rescissione dello stesso finanziamento, ma soprattutto la rescissione della Convenzione di Gestione per colpa del socio pubblico.
Ed ora la vera proprietaria diventa la DePfa Bank e potrà fare, a suo piacimento, tutto ciò. Saranno i funzionari della banca a gestire, oltre al rientro del loro credito, come farà Acqualatina a recuperare quei 163 milioni di euro che costituiscono il debito attuale della società.
Visto che Acqualatina ha già utilizzato oltre la metà del mutuo concesso (65.800.000 euro per la linea di credito più 5.038.000 di fideiussione su un totale di 114,5 milioni di euro), come risulta dal bilancio approvato, e visto che i cosiddetti tiraggi (quote di finanziamento che vengono concessi su richiesta della società fino ad un massimo di 114,5 milioni di euro), erano stati bloccati proprio a causa della mancata sottoscrizione del pegno da parte dei Comuni, ora la società potrà effettuare lultimo tiraggio (magari in soluzione unica), indebitando definitivamente la società.
DePfa Bank, ovviamente, opererà in base alle proprie esigenze di rientro dellenorme credito sottoscritto. Se il rientro si renderà difficile ( come è probabile visto che gli utenti non sono limoni), la banca stessa, ammesso che non lo abbia già fatto, potrà vendere sul mercato finanziario questi prodotti derivati (detti swaps) ed avendone facoltà, potrà dichiarare il fallimento della società. In questo modo i soci pubblici (rassicurati ovvero presi per i fondelli sulla proprietà e la incedibilità delle loro azioni), verranno lasciati a ripianare lenorme debito, inseguendo per tutto il mondo gli swaps, fino al 2031, data di rientro definitivo del mutuo.
Il socio privato (cioè Veolia), avendo ceduto le proprie quote, non rischierà nientaltro ed avendo già guadagnato molto di più dei 11,5 mila euro impegnati nel capitale sociale di Acqualatina, potrà defilarsi senza altri rischi. Un colpo da maestri!
Nel frattempo ad ogni scadenza (di solito semestrale), i Comuni dovranno rinegoziare il debito, ovviamente con il rialzo dei relativi interessi.
Ecco perché tutti rassicurano tutti sul fatto che le azioni restino in mano pubblica; con il sapone, come si sa, il cappio scorre molto meglio (tralasciando lesempio su altri lubrificanti per altri impieghi).
Altrochè completamento degli investimenti ed assenza di rischi per i bilanci comunali.
E pensare che solo poche settimane fa, durante un Consiglio Comunale dedicato allargomento (anche se il Sindaco di Latina era assente), maggioranza e opposizione avevano concordato di riprogrammare una nuova seduta per approfondire il problema.
Per questo chiediamo a Zaccheo e a coloro che hanno votato a favore di quel bilancio e deliberato (in Giunta Comunale) la sottoscrizione del pegno, di presentarsi e rispondere immediatamente di fronte ai rispettivi consigli comunali del loro operato.
Sempre per legge, vivaddio, esiste lobbligo di indirizzo e controllo dei Consigli Comunali sulloperato dellamministrazione; obbligo che non può essere eluso su un tale rischio.
Chiediamo che ciò avvenga prima che la banca decida come e a carico di chi dovrà essere ripianato la perdita di esercizio di 1,7 milioni di euro appena approvata, oltre che lintero mutuo; ma soprattutto prima che venga convocata la Conferenza dei Sindaci dellATO 4, per ratificare, per lennesima volta, il tutto. Ratifica che, a nostro avviso, risulterà il raggiungimento di una vetta finora neanche mai ipotizzata nellatteggiamento di servilismo finora garantito alla società.
Il tutto in attesa delle spiegazioni che comunque dovranno fornire gli stessi soggetti alla Corte dei Conti e alla Banca dItalia, che già hanno messo sotto osservazione lintera faccenda".
… perch
Davvero singolare che commenti questa ‘bella notizia’… siamo davvero solo dei sudditi.