Rapporto sulla sanità nel Lazio, cittadini disorientati

06/04/2011 di
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Cittadini disorientati e a caccia di informazioni, in ansia per presunti errori diagnostici e terapeutici, in lotta tra loro per accedere alle prestazioni ma il più delle volte vittime di un sistema di «liste di attesa colabrodo, buono solo per essere aggirato se non sfruttato per fini personali».

È uno scenario «poco edificante» quello che viene fuori dal II Rapporto regionale curato da Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato sulla sanità del Lazio. Una regione dove c’è un’attesa anche di 340 giorni per un’ecografia. Nel 2010, segnala il rapporto, le prestazioni erogate e non prenotate nella Regione Lazio sono state ben 8.751.821, pari al 62,9% del totale delle prestazioni erogate. Mentre chi le rispetta può attendere oltre 100 giorni per una visita oculistica o urologica, più di 180 per una visita cardiologia, oltre 280 per un eco-color doppler, addirittura 340 giorni per un’ecografia all’addome.

Per Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato, i cittadini del Lazio sono alle prese con le tante contraddizioni della sanità regionale, alla luce dei 4023 casi giunti al servizio Pit (Progetto integrato di Tutela) di Cittadinanzattiva Lazio dal 1 gennaio al 31 dicembre 2010. «Con un sistema sanitario in fase di ristrutturazione noi crediamo che il principio della contestualità sia sacrosanto – ha sottolineato Giuseppe Scaramuzza, segretario regionale di Cittadinanzattiva- Tribunale per i diritti del malato – Si chiudono i servizi solo laddove si riesce a garantire contestualmente l’apertura di nuovi e più adeguati servizi sanitari».

I problemi più sentiti dai cittadini? La mancanza di informazione e il conseguente disorientamento (18,2%), i presunti errori (17,2%) e la difficoltà di accesso alle prestazioni (11,9%). Seguono, rapporto con medici-personale sanitario (8,7%), denunce varie (7,1%), invalidità e accompagno (5,4%), liste di attesa (5%).

Dieci le proposte avanzate per una «sanità regionale non più centrata solo sul tema ‘posti lettò»: Adeguare il finanziamento regionale in considerazione del ruolo della città di Roma; rafforzare l’integrazione territorio-ospedale e quella socio-sanitaria; rafforzare il ruolo di programmazione della Regione; puntare sui medici di famiglia e pediatri; affrontare il tema dell’assistenza domiciliare; ridefinire in maniera più equa le rette per gli utenti delle Rsa; approvare il Piano regionale di governo delle liste di attesa; potenziare i Piani per la trasparenza; implementare politiche locali della sicurezza; adottare al livello aziendale la Carta della qualità in chirurgia e la Carta della qualità in medicina interna.

A Roma percentuali particolarmente alte di prestazioni erogate ma non prenotate si riscontrano presso l’Umberto I (85,8% di prestazioni “fuori lista”) e Asl Roma H (64,9%). In provincia, si distingue in negativo l’Asl Viterbo (70,9%), seguita da Asl Frosinone (68,1%) e Asl Latina (67,6%); valori più contenuti presso l’Asl Rieti (49,5%).

Il Rapporto completo in formato ZIP è scaricabile a questo link

  1. fare una ecografia all’anno per la prevenzione mi sembra giusto…in urgenza c’è il pronto soccorso…sapete anche di chi è la colpa? di chi si prescrive da solo una risonanza per una distorsione o una lombalgia…una tac per un dolore al petto…non immaginate neanche quante persone entrano nella sala per la risonanza alla spalla e la prima cosa che fanno si levano la camicia da soli!!!!

  2. Vedi Homer, con la tua osservazione non fai altro che avallare un disservizio che non e’ certamente riconducibile al fruitore finale cioe’ il cittadino, semmai e’ proprio quest’ultimo che subisce la disfunzione. Sono certamente le ruberie delle varie cricche che hanno gestito la sanita’ a causarne i costi e i disservizi. Primo in testa di queste nefandezze e’ certamente il sig. Storace che con Lady Asl e compagni hanno creato un baratro, che neanche in Sicilia si e’ verificato, per soli interessi personali. La Sanita’ e’ un’affare per chi la mgestisce disonestamente e a farne le spese sono sempre e solo i cittadini che la sanita’, se non lo sapessi l’hanno pagata e salata con le trattenute SSN.