AFGHANISTAN, IL PADRE DEL FERITO: COSA CI FACCIAMO LÌ?

15/05/2008 di

«Cosa ci stiamo a fare noi in Afghanistan? L’ho detto tante volte ad Andrea, ma loro sono militari, sono convinti di quello che fanno, anche se la situazione lì è difficile e pericolosa».

 

 
Sono le parole di rabbia di Salvatore Tomasello, il padre di Andrea, 27 anni, il caporal maggiore del II Reggimento alpini di Cuneo, originario di Pontinia, un
paese agricolo vicino a Latina, cui è stato amputato un piede in seguito all’attentato di oggi a una trentina di chilometri da Kabul.
 
I familiari sono stati svegliati da una telefonata, arrivata poco dopo 7, che li
avvertiva dell’attentato, rassicurandoli sul fatto che Andrea era vivo e le sue
condizioni non erano gravi. Tomasello era partito per la sua quarta missione il 26 dicembre scorso, e a Pontinia, dove abita con la moglie Silvia e i due figli Claudia di 20 mesi e Andrea di 6, sarebbe tornato, scaduti i 6 mesi, il 28 maggio prossimo, giorno del suo 28/o compleanno, come faceva durante tutte le sue licenze. «Oggi mi si è gelato il sangue – ha continuato il padre, un agricoltore di 51 anni – ho davvero temuto il peggio, poi mi hanno rassicurato, mi hanno detto che stava bene, che arriverà a Ciampino domani. Noi saremo
lì». Per tutta la giornata parenti e amici si sono raccolti intorno alla famiglia di Andrea, nella casa di campagna in via Quartaccio, accanto alla moglie Silvia, al padre Salvatore, 51 anni, alla mamma Lorella, di 48, casalinga e agli altri due figli, Giordano, di 25 anni, agricoltore anche lui, e Valeriano, di 17. In mattinata la famiglia è stata informata dell’operazione subita da Andrea per l’amputazione del piede destro, ma il sollievo di saperlo vivo è stato più grande.
 
«Nella sfortuna – ha detto il fratello Giordano – è andata bene. Adesso basta solo che ce lo riportino presto a casa. L’avevo sentito tre giorni fa, era tranquillo come al solito, anche se mi aveva fatto capire che in questo periodo la tensione era più alta laggiù, per il rischio maggiore di attentati».
 Fin da ragazzo Andrea, come ha raccontato il padre, si era invaghito della divisa e desiderava fare carriera militare. «Io non sono mai stato molto d’accordo – ha detto Salvatore Tomasello – ma alla natura non si comanda, se lui era contento eravamo contenti noi, anche se ogni missione per noi è stata una preoccupazione. Adesso è successo questo, non possiamo fare nulla, aspettiamo solo il suo rientro». Il caporal maggiore potrebbe tornare già nel tardo pomeriggio di domani. Il rientro probabilmente nell’aeroporto di Ciampino.
 La madre Lorella, in stato di choc, è rimasta chiusa in casa e ha preferito non
parlare, mentre nella casa di campagna di Pontinia sono continuate le visite dei vicini di casa e dei parenti per tutta la giornata.
 
A portare solidarietà e saluti alla famiglia di Andrea è arrivato anche il sindaco di Pontinia Eligio Tombolillo. «Siamo vicini di casa – ha detto – e lo sconforto è ancora più grande. Pontinia saprà dimostrare solidarietà e affetto a questa famiglia e ad Andrea. Siamo orgogliosi di questo giovane della nostra terra».
 Manifestazioni di solidarietà sono arrivate anche dal presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo, dal sindaco di Latina Vincenzo Zaccheo e dal prefetto di Latina Bruno Frattasi.