LUIGI FRATI: IN ITALIA LE PROFESSIONI PASSANO DI PADRE IN FIGLIO

21/07/2009 di

Una strada segnata sulle orme dei padri. «Purtroppo in Italia la società è bloccata: chi ha il padre medico finisce per fare il medico. Stessa cosa per chi ha il papà avvocato o notaio. È un problema di mobilità sociale che, a quanto sembra, riguarda però anche la Gran Bretagna». Parola di Luigi Frati, rettore dell’università Sapienza di Roma, che commenta così il rapporto stilato dall’ex ministro inglese Alan Milburm, da cui è emerso che in Gran Bretagna alcune professioni, come quella del medico e dell’avvocato, sono troppo spesso riservate ai rampolli delle classi agiate.


«Si è sempre pensato che in Gran Bretagna la mobilità sociale fosse meno bloccata. A dar retta a questo rapporto, evidentemente non è così», spiega Frati all’ADNKRONOS SALUTE. Ma se Oltremanica ‘piangonò, qui in Italia non si ‘ridè. «Purtroppo – aggiunge il rettore della Sapienza – anche in Italia abbiamo il problema della mobilità, legato soprattutto a due fattori. Il primo – spiega – è legato alla mancanza di alloggi per i ragazzi. C’è carenza di ‘Case dello studentè. In Italia siamo sotto l’1% di alloggi rispetto al fabbisogno, a fronte di un dato vicino al 30% negli altri Paesi europei. Questo costringe molte famiglie a far studiare i propri figli nella città di residenza, a scapito della scelta dei corsi. Io sto cercando di raddoppiare il numero degli alloggi a Roma e a Latina. Di reperire ‘Case dello studentè gestite da privati a prezzi calmierati».

Un altro problema responsabile del blocco della mobilità nel nostro Paese sembra essere il blocco delle tasse universitarie. «Siamo costretti a tenerle basse», spiega il rettore. «Questo limita le risorse che potrebbero essere destinate a borse di studio a favore dei più meritevoli. Ma anche a facilitare l’ingresso a chi manifesta un particolare interesse verso una professione, che può essere il medico e l’avvocato». Senza bisogno di essere necessariamente figli di medici o avvocati.