Gay Pride a Latina, l’autore dello striscione esce allo scoperto. E seppellisce l’ultima risata

27/06/2017 di

Si chiama Alessandro De Simoni il “noto imprenditore” (come lui si definisce) che ha esposto il famoso striscione durante il Gay Pride a Latina. Gesto cafone? Gesto geniale? Ognuno ha la sua opinione.

Ma il punto è un altro. Alessandro De Simoni oggi ha rovinato tutto. Perché ha deciso di “giustificare” la sua provocazione rispondendo niente di meno che a Monica Cirinnà, la promotrice dell’unione civile in Italia. E ha risposto con una lettera piena di strafalcioni. Innanzitutto si rivolge a Monica Cirinnà chiamandola “ministro“, ma lei non è un ministro, è una senatrice del Pd. Ministro non lo è mai stata. La differenza non è esattamente un dettaglio.

Ma veniamo al fatto. Dopo il clamoroso striscione del noto imprenditore Monica Cirinnà è intervenuta nel corso di un programma su Radio Cusano Campus. Il suo è stato un commento duro: “Io penso che il rispetto delle opinioni e delle idee degli altri sia comunque primario, bene hanno fatto i carabinieri a segnalare a questa persona che nel giorno in cui l’orgoglio omosessuale sfila finalmente nelle strade di Latina, sia bene rispettare anche queste persone. Poi ognuno si qualifica per gli atti che fa. Scrivere questo significa avere una visione culturale preistorica, per cui c’è la metà della tua popolazione che è un organo genitale e niente altro. Avrei potuto capire un cartello con su scritto ‘Viva le donne’, perché comunque c’è il dissenso, ma questa è una roba che qualifica non solo chi la fa, ma anche la grettezza culturale di certe persone. “Non a caso si è andato a fare il gay pride a Latina, città che in alcune situazioni non ha brillato neanche per inclusione e per democrazia. Cosa farei al signore che ha messo il cartello? Se esistessero come negli Stati Uniti delle vere pene rieducative gli farei fare un bel corso presso una delle nostre case rifugio per le donne vittime di violenza e quello basterebbe a fargli capire non solo la sua volgarità ma soprattutto il segnale becero che ha dato a chiunque ha letto il cartello. Secondo me, comunque, non ci saranno per lui conseguenze penali”.

LA RISPOSTA. Ebbene, di fronte a tali critiche, il noto imprenditore Alessandro De Simoni ha deciso di uscire allo scoperto. E come? Con un altro striscione contro la Cirinnà? No. Con una lunga lettera aperta, stavolta firmata con nome e cognome:

“Egregia Signora Ministro Cirinnà, sono l’autore dello striscione “w la F…..” esposto dal mio balcone il giorno in cui nella mia città, Latina, si è tenuto il cosiddetto “Gay Pride” e successivamente rimosso a seguito dell’ intervento, garbato e professionale, della locale Questura anche se, stranamente, non mi è stato spiegato quali norme avrei violato. L’episodio ha avuto una diffusione assolutamente imprevedibile ma è interessante e al contempo fantastico, constatare come un ministro della Repubblica che dovrebbe essere sommerso e oberato da impellenti, complesse e devastanti incombenze, trovi il tempo per commentarlo a livello nazionale”.

La lettera prosegue con una lunga, a nostro parere noiosissima, analisi del curriculum della Cirinnà. E poi il noto imprenditore, continuando a confondere senatore con ministro, si lancia addirittura in un’azzardata analisi storica:

“Ella mi definisce persona “con una visione culturale preistorica e gretta” e che, se esistesse anche in Italia, mi sottoporrebbe ad un programma di “rieducazione”. Vede Signora Ministro, le sue “garbate” osservazioni denunciano la mancanza di qualche buona lettura di storia e di cultura generale di base, altrimenti saprebbe che il “programma di rieducazione” da lei tanto anelato, era praticato da uno dei regimi più feroci di tutti i tempi con a capo un signore di nome Pol Pot alla guida dei Khmer Rossi che instaurarono in Cambogia, nella metà degli anni 70, uno stato comunista del terrore che praticava in modo istituzionale e sistematico l’assassinio di massa a paragone del quale Hitler sarebbe passato per un dilettante”.

La lettera del noto imprenditore continua con una lunga lista di accuse e critiche al ministro-non ministro.

Così Alessandro De Simoni ha seppellito le ultime risate per il suo striscione.

  1. questo articolo è stato scritto da un ex comunista oppure un odierno sinistrato del PD.

    • In effetti è nel loro stile denigrare chiunque non la pensi come loro..

  2. w la figa poteva anche intendersi tra lesbiche, come striscione era consono alla manifestazione.

  3. Errore (non da poco) circa il ruolo rivestito dalla Cirinnà nelle alte istituzioni italiane a parte, esattamente, quali sarebbero gli “strafalcioni” di cui si parla all’inizio dell’articolo?
    Sarà per il fatto che non sono un membro dell’Accademia della Crusca, ma non rilevo strafalcioni e, anzi, ho letto anche una ricercatezza dei termini usati da De Simoni nonché una corretta sintassi.
    Ora, si può concordare o meno con il suo gesto ma dipingerlo come un ignorante sgrammaticato credo che sia ai limiti della diffamazione (peraltro aggravata, visto il luogo in cui è perpetrata).