“Mi sono svegliata durante l’anestesia generale”. A Latina un caso di Awareness, medico del Goretti sotto processo
“Mi sono svegliata durante l’intervento chirurgico, ho sofferto ma non riuscivo a parlare”. Una donna di Latina ha denunciato i medici del Goretti per un presunto caso di “Awareness”, ovvero di anestesia cosciente. Un medico anestesista, Alessandra Maria Marella, è sotto processo con l’accusa di lesioni.
Il caso viene riportato oggi dal Messaggero. La paziente di 50 anni ha riferito di aver sofferto atrocemente durante l’intervento, sentendo un forte dolore fisico e riuscendo anche ad ascoltare le voci dei medici in sala operatoria. L’udienza del processo si è svolta ieri pomeriggio davanti al giudice Velardi alla presenza dell’avvocato difensore Paolo Censi. In aula un’infermiera e due medici, tutti presenti all’intervento di colecistectomia, hanno sostenuto che la versione della donna non trova alcun riscontro dai dati. Non risultano infatti le alterazioni che il “risveglio” avrebbe comportato, a cominciare dall’aumento della pressione e della frequenza del battito cardiaco.
Il giudice dovrà valutare due consulenze tecniche affidate ad esperti. La paziente, dopo l’intervento una volta dimessa dall’ospedale, si è anche recata da uno psicologo per sottoporsi a dei test.
IL FENOMENO ESISTE. I risvegli involontari durante le operazioni chirurgiche non esistono solo nei film come “Awake”. Gli episodi di awareness (anestesia cosciente) possono avvenire nei casi in cui non si sia somministrata al paziente la giusta dose di anestetico, soprattutto in interventi di emergenza o in traumatologia, o nei cesarei di emergenza, in cui un’eccessiva dose di anestetico potrebbe nuocere al nascituro. Nel caso di interventi con anestesia più lieve, come il parto cesareo, i risvegli salgono a un caso ogni 670. Contrariamente a quanto si vede nei film, la maggior parte dei pazienti che sperimenta il traumatico risveglio non lo fa in pieno intervento chirurgico, ma appena prima o appena dopo l’operazione. Anche i lunghi momenti di panico non sono realistici: tre quarti delle esperienze dura meno di 5 minuti (che in una situazione del genere sono comunque un’eternità).
CHE COSA SI PROVA? Le sensazioni riportate includono:
- soffocamento;
- panico;
- paralisi;
- dolore;
- allucinazioni e
- la sensazione di trovarsi sul punto di morire.
Al contrario di quanto potremmo pensare non è il dolore la parte peggiore dell’esperienza, ma la paralisi: sia perché per la maggior parte dei pazienti è un’esperienza nuova e terrificante, sia perché comporta l’impossibilità di comunicare il proprio stato.
TRAUMA. Eventi del genere lasciano segni molto più profondi delle cicatrici operatorie. In metà dei pazienti interessati causano disturbo post-traumatico da stress e depressione a lungo termine.
UN CASO CELEBRE NEGLI STATI UNITI. Carol Weihrer, reduce da anestesia cosciente intervistata dalla CNN, si è risvegliata durante un intervento all’occhio. Vigile e ad occhi aperti, era però completamente paralizzata.«Sentivo il chirurgo che diceva a un tirocinante di tagliare più in profondità – racconta – urlavo, ma nessuno mi sentiva. Provavo a muovermi, ma non ci riuscivo. Non sentivo dolore, solo la sensazione di essere strattonata. Ho creduto che stessi per morire». (Focus.it)
Terribile!!!!!!!!