RIETI SUL PIEDE DI GUERRA: LA PROVINCIA NON SI TOCCA

28/05/2010 di

I reatini non ci stanno a dire addio alla loro provincia. L’ipotesi di abolizione della Provincia di Rieti che, avendo meno di 220 mila abitanti ricadrebbe nella scure prevista dalla manovra del governo, è l’argomento del giorno, dai bar ai contesti istituzionali. E non poche speranze vengono riposte nella possibilità che alla fine la soppressione delle mini-province non ci sia.

Ma per mettere le mani avanti, più di un amministratore, a partire dai sindaci di Rieti e Fara Sabina, rilancia chiedendo ‘l’annessionè della sabina romana. La voce di Pietro, dipendente del Garden Coffee, il bar al crocevia tra il Tribunale e la Camera di commercio, nel cuore della zona ‘ufficì del capoluogo reatino, riassume la preoccupazione di tutti: «Da stamattina è stato un viavai di dipendenti del tribunale e delle forze dell’ordine, di avvocati – racconta – che hanno manifestato tutto il loro timore per l’eventualità dell’abolizione della Provincia di Rieti. Qui se va via la Provincia va via tutto, dal tribunale ai comandi delle forze dell’ordine, e anche noi rischieremmo la chiusura». Sulla stessa lunghezza d’onda Antonella, titolare di un negozio di abbigliamento nella via centrale dello shopping reatino, via Roma: «Se viene tagliata la Provincia – dice – conviene a tutti chiudere ed andare in un’altra città». Anche nei centri di confine la provincia è intoccabile. Per Chiara, 24 anni, cameriera di un ristorante a Morro Reatino, paese al confine con l’Umbria, «se sparisce la Provincia di Rieti è un disastro, perdiamo un pezzo della nostra identità». A tenere alta la bandiera della Provincia di Rieti è stato anche il sindaco di Fara Sabina, 13.371 abitanti, il secondo centro della provincia per popolazione dopo il capoluogo. «Noi siamo il presidio, l’avamposto della provincia di Rieti in Sabina – ha detto il sindaco Vincenzo Mazzeo (Pd) – e mi sento reatino-sabino, appartenente a questo territorio. Nessuno qui a Fara ritiene credibile l’ipotesi di una soppressione della Provincia di Rieti e nemmeno l’ipotesi di un accorpamento ad altre Province, mi chiedo chi potrebbe rappresentare in caso questo accadesse gli abitanti dei 73 Comuni e dei 400 centri abitati di questo territorio. Noi ci stiamo muovendo diversamente, per unire la Sabina romana a quella reatina partendo dalle esigenze delle comunità. Lo stiamo facendo con la filiera dell’olio e lo faremo a breve con altri progetti che puntano a razionalizzare i servizi tra le due aree». Un argomento che tra ieri ed oggi ha scatenato anche una serie di interventi da parte di tutti i livelli istituzionali e senza distinzione di colore politico, dal presidente della Provincia, Fabio Melilli (Pd), al sindaco di Rieti, Giuseppe Emili (Pdl) che ha rilanciato proponendo il rafforzamento della Provincia di Rieti inglobando la popolosa Sabina romana, al senatore reatino Angelo Maria Cicolani (Pdl) che ha contestato l’ipotesi di taglio «nel metodo e nel merito», all’assessore regionale alla Cultura ed Istruzione, il reatino Antonio Cicchetti, per due volte sindaco del capoluogo reatino, che ha dichiarato che «o si tagliano tutte le Province o nessuna». Anche il consiglio della Camera di Commercio di Rieti oggi ha affrontato il caso. «Gli imprenditori vogliono che ci sia una razionalizzazione ed una riduzione della spesa pubblica e noi non siamo quelli che vogliono che nulla cambi – ha spiegato il presidente della Camera di commercio di Rieti Vincenzo Regnini, – ma questo tema va affrontato nell’ambito di una rivisitazione totale dell’assetto regionale, partendo dai Comuni, ad esempio accorpandoli. Ricordiamoci che la maggior parte dei 73 Comuni della provincia di Rieti hanno meno di mille abitanti. Sopprimere una Provincia in questo modo significa ammazzare un territorio, anche dal punto di vista economico».