Alto prelato in manette, 20 milioni di evasione fiscale

28/06/2013 di

Un alto prelato spregiudicato e capace di movimentare ingenti somme di danaro, un broker finanziario con buone entrature in Svizzera ed uno 007 in grado di evitare controlli. Difficile mettere insieme un cocktail migliore per garantire il rientro in Italia 20 milioni di euro, quasi certamente frutto di evasione fiscale, appartenenti alla famiglia di armatori.

Ma per monsignor N. S., ex responsabile del servizio di contabilità analitica dell’Amministrazione del patrimonio della Sede Apostolica (Apsa), l’organismo che gestisce i beni della Santa Sede, G.M.Z., ex sottufficiale dei Carabinieri già distaccato all’Aisi, e G.C., operatore finanziario operante alle Canarie ed in terra elvetica, qualcosa non ha funzionato. Gli investigatori del nucleo valutario della Guardia di Finanza erano sulle loro tracce, poi le intercettazioni hanno fatto il resto. Ora sono tutti in carcere per concorso in corruzione e, per il solo N.S., calunnia.

Il gip Barbara Callari ha accolto interamente le richieste del procuratore aggiunto Nello Rossi e dei sostituti Stefano Rocco Fava e Stefano Pesci per fatti avvenuti circa un anno fa. Si tratta di un segmento di una delle inchieste più delicate della procura di Roma: quella delle presunte attività di riciclaggio subordinate ad alcune operazioni su conti dello Ior, la banca del Vaticano.

 

  1. Mandiamo una camionetta dei carabinieri con due tecnici informatici all IOR e facciamo una copia dei loro archivi con i conti segreti: non vogliamo i soldi della chiesa ma i soldi italiani esportati illegalmente.
    Il mondo onesto ( e spero sia la gran parte del mondo) applaudirebbe.
    Da che dobbiamo guardarci? da una guerra mondiale? Da una scomunica? il nuovo papa dice di essere diverso.
    Saluti