Parrucchiere e spacciatore, arrestato un uomo di Pontinia

19/06/2014 di
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carabinieri-auto-latinaUn negozio di parrucchiere che faceva da scudo a una raffineria di crack. È quanto hanno scoperto i carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Palestrina nel corso di un’indagine sullo spaccio di droga che ha portato all’arresto di due persone e al sequestro del negozio, ubicato nel quartiere San Giovanni.

I militari hanno seguito le tracce della droga e hanno individuato due persone, un 50enne residente a Pontinia (Latina), parrucchiere di professione, e un 39enne nato a Messina, ma da tempo domiciliato a Ciampino.

I due, da alcuni mesi, avevano allestito un salone di coiffeur nel quartiere San Giovanni: l’esercizio commerciale però celava un altro genere di attività. Quando i carabinieri hanno fatto irruzione, nel retrobottega hanno scoperto un vero e proprio laboratorio dove i due uomini trattavano diverse sostanze stupefacenti per poi rivenderle a terze persone.

I militari hanno sequestrato cocaina, hashish e marijuana, ma soprattutto l’attrezzatura utile alla lavorazione della cocaina per la sua trasformazione in crack. Fornelletti da campeggio e speciali cucchiai con manici ricurvi che consentivano di riportare la polvere bianca, lavorata a caldo, allo stato puro di pietre cristalline che vengono, solitamente, assunte per inalazione. È un trattamento, questo, che presuppone la disponibilità di considerevoli quantità di cocaina, visto che più della metà della sostanza, per effetto della raffinazione, si disperde durante il procedimento.

Sono 50 i grammi di crack recuperati dai carabinieri. Dalle indagini dei carabinieri, inoltre, è emerso che i parrucchieri-pusher erano capaci, all’occorrenza, di procurarsi e vendere anche farmaci dopanti. Il negozio-raffineria è stato sequestrato, così come tutto il materiale e la droga trovati al suo interno, mentre per i due sono stati arrestati.

  1. Pechè non scrivete nome e cognome di questa brava persona
    tuteliamo i ragazzini …..
    come sempre cè omertà.

  2. concordo con Fabio, nomi e cognomi così possiamo difenderci, a che serve la stampa se non ad informare i cittadini su pericolosi individui?