Dalla Regione 800 euro per chi partorisce in casa

11/05/2014 di
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Ottocento euro di rimborso per chi partorisce a casa. Questa la tariffa fissata dalla Regione Lazio nel decreto firmato negli scorsi giorni dal Presidente Nicola Zingaretti. L’indicazione della tariffa era attesa dall’aprile del 2011 quando venne pubblicato il decreto 29 con cui si definivano i criteri e le modalità per ricevere il rimborso forfettario nel caso si fosse optato per il parto a domicilio. La scelta del parto in casa è tornata a fare proseliti in modo significativo, solo negli ultimi mesi la Regione ha ricevuto almeno 10 richieste in tal senso e provenienti da tutte le Asl. La mancata fissazione del rimborso aveva reso quel provvedimento una sterile dichiarazione di principi. Ora il percorso si sblocca.

La possibilità di partorire tra le mura delle propria casa è percorribile però solo nel caso sia accertato dal ginecologo che si tratta di un parto naturale senza complicanze. Nello stesso decreto il Commissario ad acta detta le regole per potenziare la rete dei consultori regionali. Da rete essenziale creata per garantire un approccio globale agli eventuali problemi o difficoltà della coppia, della famiglia e del singolo, era diventata una rete marginale. Negli ultimi anni era stata completamente abbandonata a se stessa.

«Ora c’è il rilancio, la primavera della rete dei consultori che vuol dire attenzione massima alle famiglie, ed ai loro problemi – spiega Zingaretti – vanno in questo senso la quantificazione del contributo di 800 euro per chi vuole partorire a casa, fenomeno che fino agli anni 70 era di massa soprattutto nelle province, e la riqualificazione del consultori. Con il provvedimento procediamo alla definizione di una griglia di indicatori e funzioni base che deve essere uguale in tutte le Asl , a differenza di quanto accade oggi, al fine di garantire a tutti i cittadini del Lazio uguale accesso alle cure e all’assistenza. Il programma riqualifica e uniforma l’offerta dei consultori istituendo una coordinamento a livello regionale indispensabile per armonizzare l’attuazione di quanto previsto dal decreto».

  1. Da medico non ritengo sia una cosa accettabile.
    Anche in caso di gravidanza regolare il rischio e l’imprevisto è sempre presente, sia per la madre sia per il bambino, e solo un ospedale puo garantire l’assistenza del caso.
    Non dimentichiamoci poi le infezioni post-partum, che le possiamo prevenire solo applicando regole di igiene molto scrupolose.
    Sicuramente qualche saputone benpensate dirà che una volta partorire in casa era la regola e che andava tutto bene: non è vero, la mortalità infantile e della partoriente era molto più alta che al giorno d’oggi, basta controllare le statistiche.
    E poi quale ginecologo e quale ostetrica sarebbe così folle da assistere un parto in casa? Se qualcosa va male di chi sarebbe la responsabilità?
    Se poi questa è solo una mossa politica speculativa per racimolare qualche voto per le europee, mi sembra veramente una trovata poco opportuna.

  2. Ci sono paesi del nord europa dove il parto in casa e la regola, e la mortalità infantile non è certo più alta che in Italia. Non parliamo poi delle condizioni igieniche degli ospedali italiani…

  3. La regione (lo zingaretti) ha fatto bene i suoi conti: a fronte din 800 euro dati per un parto in caso si risparmiano alcuni gioni di degenza per madre e pargoletto (costi per le prestazioni sanitarie, quali visite e farmaci, vitto, ecc), che equivalgono a molto più che 800 euro.
    Ma che furbone stò ziongaretti con la sua compagnia, senza contare poi il guadagno di immagine: favorevoli al parto in casa, che bella cosa, e danno pure i sordi!!!

  4. Cara signora Dorabella
    Posso ovviamente concordare con lei in merito alle carenze dei nostri ospedali, ma questo mi da anche l’occasione per una riflessione; forse in altri paesi quando si richiede l’intervento di un’ambulanza questa arriva in poco tempo e con personale qualificato e strumentazione all’avanguadia a bordo, da noi conosciamo purtroppo tutti la tempistica di arrivo (se arriva), sappiamo bene che non sempre vi è il medico a bordo e che se c’è spesso è un neolaureato alle prime esperienze che non ha purtroppo preparazione specifica (senza ovviamente voler offendere i colleghi che fanno questo lavoro, a cui va tutto il mio rispetto), che a volte ci sono dei seplici volontari del soccorso che a malapena hanno ricevuto la preparazione di base per il primo soccorso, non parliamo poi della dotazione dei mezzi.
    Ora nel caso di un parto nessuno potrà mai escludere in modo assoluto che non vi saranno complicazioni, e in tal caso un intervento immediato (minuti!!!) e qualificato può significare la vita per la madre e/o il bambino o anche evitare complicanze di non poco conto per il bambino, pensiamo ad un’emorragia post-partum o ad una sofferenza fetale.
    Ribadisco la mia contrarietà, con cognizione di causa, al parto in casa e comunque se non mi ritiene attendibile digiti su internet “parto in casa complicanze” e poi se ne riparla.
    Posso capire le opinioni di una persona (con tutto il rispetto) non competente in materia, ma sono fermamente convinto che un medico o un operatore sanitario del campo, quindi una persona edotta in materia, se sostiene il parto in casa stà letteralmente giocando con la vita di altre persone, perchè anche se la probabilità di un evento infausto può essere bassa, la gravità del rischio, se si verifica l’evento, è altissima.