Camorra a Fondi, maxisequestro dell’Antimafia

28/09/2010 di
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Il centro operativo della direzione investigativa antimafia di Roma, su disposizione del tribunale di Latina, ha sequestrato a Fondi (Latina) un ingente patrimonio riconducibile a Venanzio Tripodo, capo della cosca della ‘ndrangheta denominata «La minore», da anni attiva nel basso Lazio, ed a Franco Peppe, imprenditore, prestanome della ‘ndrangheta, operante a Fondi.

L’attività di aggressione patrimoniale scaturisce da proposte di misure di prevenzione personali e patrimoniali d’iniziativa del direttore della Dia in relazione alle recenti operazioni condotte nel sud pontino dal centro operativo di Roma e coordinate dalle procure distrettuali antimafia di Roma e Napoli, che hanno consentito di fare breccia nel muro di omertà che, da un decennio, celava gli interessi economici ed imprenditoriali di ‘ndrangheta, camorra e cosa nostra nel mercato ortofrutticolo di Fondi.

A Tripodo e Peppe e ai rispettivi nuclei familiari, sono state sequestrate aziende, numerosissimi terreni, quote societarie, fabbricati e conti correnti per un valore complessivo di oltre otto milioni di euro.

LA SINISTRA: POLVERINI DOVE SEI? – «Il sequestro operato oggi a Fondi dal centro operativo della DIA di Roma di un ingente patrimonio riconducibile al clan Tripodo ci costringe a tornare a parlare delle responsabilità della Regione Lazio». Lo dichiarano in una nota congiunta Ivano Peduzzi e Fabio Nobile, rispettivamente capogruppo e consigliere regionale della Federazione della Sinistra. «Mentre la magistratura e la società civile fanno il loro dovere per contrastare la mafia, la Regione e la sua Presidente latitano. Da tempo, oltre due mesi, – proseguono i consiglieri – abbiamo sollecitato la presidente Polverini ad emanare il regolamento, approvato in marzo dalla Giunta, per dare operatività alla Agenzia regionale per i beni confiscati (Abecol), senza ricevere nessuna risposta, nonostante questo sia un atto dovuto». «Abbiamo, inoltre, – continuano – sollecitato la Giunta a costituirsi parte civile nel processo Damasco2, che vede implicati proprio le persone oggetto dei sequestri di oggi. Ma, nonostante i tempi siano brevi (la costituzione va fatta entro il 20 ottobre), anche a questa sollecitazione non abbiamo ricevuto risposta». «Nella riunione dei capigruppo di domani – concludono Peduzzi e Nobile – chiederemo che sia proprio il Consiglio regionale a discuterne nella prossima seduta».

  1. le commistioni tra organizzazioni di stampo mafioso e persone, enti, società ecc…sono talmente intricate che nessuno s’espone per contrastarle, in parte per paura ed in parte perchè più o meno corresponsabili.

  2. AMICI e TEMPESTINI. – Al Ministro dell’interno. – Per sapere – premesso che:
    nell’ambito dell’«Operazione Underwood» la divisione anticrimine e la squadra mobile della questura di Latina hanno sequestrato beni mobili e immobili per un valore di circa 30 milioni di euro appartenenti alla famiglia dell’imprenditore Salvatore Di Maio;
    secondo quanto riferito dalla stessa questura, il provvedimento preventivo rientra nell’ambito delle indagini per il coinvolgimento della famiglia Di Maio con le organizzazioni criminali campane, tra cui il clan Cava di Quindici (AV);
    da tempo Salvatore Di Maio era sotto indagine della DDA di Napoli che ha accertato come tutto il complesso immobiliare posto sotto sequestro, intestato alla società «Clama srl» di cui il Di Maio è amministratore unico, appartenga in realtà allo stesso clan Cava;
    le misure patrimoniali sono state emesse nei riguardi di Salvatore Di Maio e di tutta la sua famiglia, compresa la figlia dell’imprenditore Rosa Di Maio che è anche consigliere comunale a Sabaudia;
    Rosa Di Maio risulta essere intestataria del dei beni sequestrati e amministratore unico di due società;
    sempre a seguito delle indagini dell’antimafia, lo scorso novembre la Guardia di finanza di Latina e il gli agenti del Nipaf hanno sequestrato cinque locali e le relative attività commerciali, nel centro di Sabaudia, in un edificio di proprietà della regione Lazio affittato ad una delle società in cui Rosa Di Maio figura come amministratore unico, con l’accusa di mutazione, usurpazione e abusivismo -:
    se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quanto espresso in premessa;
    quali iniziative intenda porre in essere al fine di accertare se ricorrano pericoli di infiltrazione di tipo mafioso nel comune di Sabaudia e stabilire la necessaria trasparenza dell’amministrazione locale.
    (5-03674)

  3. in una nazione normale tutto ciò elencato da Ermano, sarebbe sufficiente per sbattere tutti in galera facendogli pagare anche i danni erariali, invece….. a causa di un popolo dormiente ed annebbiato culturalmente, chi di dovere in parlamento e senato fa finta di risolvere il problema arrestando milioni di mafiosi camorristi ecc…. in realtà manovalanza di basso livello intellettivo e culturale, uomini che non servono più al malaffare evoluto con il sistema politico-economico con e da menti pensanti coadiuvate da professionisti di vari settori economia e finanza, giurisprudenza, tecnici burocrati ed istituzionali a tutti i livelli, questi non si toccano o fanno finta di toccarli, giusto per l’apparenza.

    W l’ITALIA ed auguri a tutti quelli che ancora credono all’onestà alla Legge ed alla giustizia.