Farmaceutica, a Latina 5.000 impiegati e boom di export

04/04/2014 di
Janssen_latina

Prima regione farmaceutica per export, seconda per numero di occupati e investimenti, 50 imprese sul territorio. È la fotografia del Lazio che, con 15 mila addetti diretti (1.075 in R&S), quasi 20 mila con l’indotto, è nella ‘top 10’ delle regioni farmaceutiche d’Europa. Qui il valore dell’export nel 2013 ha superato 7 miliardi (20 milioni di euro al giorno) degli 8 totali della farmaceutica nella Regione. Una punta di diamante per l’Italia, che può diventare un hub della farmaceutica europea con politiche che migliorino l’attrattività del Paese per gli investimenti.

I numeri sono stati ricordati oggi a Latina, dove la Janssen Italia ospita una nuova tappa del tour itinerante organizzato da Farmindustria “Produzione di valore. L’industria del farmaco: un patrimonio che l’Italia non può perdere”.

Numeri di assoluto rilievo, quelli del Lazio, concretizzatisi a partire dagli anni ’70 e con un trend di crescita della presenza industriale nella Regione. All’inizio degli anni ’60 a Latina gli addetti erano 300, oggi sono 5.000. A Roma da poco più di 4.000 nel 1961 si è passati a 8.000; Frosinone e Rieti, prima assenti dalla geografia dell’occupazione farmaceutica, contano rispettivamente 2.000 e 250 addetti. E Roma e Latina sono la seconda e terza provincia d’Italia, dopo Milano. L’industria farmaceutica vale il 10% dell’occupazione manifatturiera regionale, circa il 20% degli investimenti, il 32% degli addetti laureati.

A Latina è il primo settore per numero di addetti (20% del totale), laureati (54%), presenza femminile (30%) e investimenti (34%). A Roma tra i primi tre, a Frosinone tra i primi cinque. Tornando all’export, rispetto al totale delle esportazioni dell’industria manifatturiera, la farmaceutica pesa per il 76% a Latina, il 58% a Frosinone, il 16% a Roma, il 53% a Rieti (42% è la media del Lazio). L’export della Regione è cresciuto nel 2013 del 15% e dal 2008 del 18% medio annuo, mentre gli altri settori hanno registrato un -1%.

La farmaceutica rappresenta inoltre l’82% dell’export ‘hi-tech’ e, secondo i dati del centro studi di Intesa SanPaolo, il Lazio è il primo polo tecnologico d’Italia per vendite all’estero.

LORENZIN.  «Pensiamo che questo territorio possa diventare un importante polo tecnologico, puó essere una sfida per il nostro futuro. Dobbiamo mettere in rete i diversi attori come le aziende chimico-farmaceutiche, c’é una Università che può essere un eccezionale partner, Unindustria puó darci una grossa mano: se facciamo rete possiamo creare qui un polo tecnologico». Così il sindaco diLatina, Giovanni Di Giorgi, intervenendo al convegno «Produzione di Valore», organizzato da Farmindustria, presso lo stabilimento Janssen, di Borgo San Michele, a Latina. «È importante che Latinasia la prima tappa di questo tour di Farmindustria – ha aggiunto – siamo il secondo polo dopo Milano, siamo una città giovane che ha nei tasselli della sua storia gli insediamenti delle industrie farmaceutiche. C’è quasi una simbiosi tra il tessuto connettivo e sociale di Latina e il settore farmaceutico – ha spiegato – Oggi, come tutto il sistema Italia, siamo in difficoltà ma abbiamo questa grande risorsa del polo chimico- farmaceutico che va tutelato con la legislazione nazionale e regionale. Inoltre Latina sarà la tappa conclusiva del tour di promozione di Expo 2015, e Farmindustria sarà uno dei partner privilegiati per promuovere la nostra provincia. Le aziende – ha concluso – sono delle risorse che noi vogliamo tutelare».

DI GIORGI.  «Pensiamo che questo territorio possa diventare un importante polo tecnologico, puó essere una sfida per il nostro futuro. Dobbiamo mettere in rete i diversi attori come le aziende chimico-farmaceutiche, c’é una Università che può essere un eccezionale partner, Unindustria puó darci una grossa mano: se facciamo rete possiamo creare qui un polo tecnologico». Così il sindaco diLatina, Giovanni Di Giorgi, intervenendo al convegno «Produzione di Valore», organizzato da Farmindustria, presso lo stabilimento Janssen, di Borgo San Michele, a Latina. «È importante che Latinasia la prima tappa di questo tour di Farmindustria – ha aggiunto – siamo il secondo polo dopo Milano, siamo una città giovane che ha nei tasselli della sua storia gli insediamenti delle industrie farmaceutiche. C’è quasi una simbiosi tra il tessuto connettivo e sociale di Latina e il settore farmaceutico – ha spiegato – Oggi, come tutto il sistema Italia, siamo in difficoltà ma abbiamo questa grande risorsa del polo chimico- farmaceutico che va tutelato con la legislazione nazionale e regionale. Inoltre Latina sarà la tappa conclusiva del tour di promozione di Expo 2015, e Farmindustria sarà uno dei partner privilegiati per promuovere la nostra provincia. Le aziende – ha concluso – sono delle risorse che noi vogliamo tutelare».

ZINGARETTI. «Non c’è dubbio che l’industria farmaceutica non solo ha resistito nel Lazio, ma rappresenta un fattore molto vitale di creazione di lavoro, creazione di ricchezza, creazione di valore aggiunto sulla ricerca, malgrado tanti altri settori produttivi siano in crisi». Lo ha detto il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, che stamattina ha partecipato al meeting ‘Produzione di Valorè di Farmindustria, a Latina. «Noi dobbiamo e stiamo lavorando per rafforzare questo settore produttivo – ha aggiunto – finalmente con una politica economica che aggredisce i nodi strutturali della crisi regionale: in primo luogo i debiti, e li stiamo pagando; poi i tempi dei pagamenti, e li stiamo dimezzando; terzo l’internazionalizzazione per cui prima in bilancio c’era zero e ora con il Piano abbiamo messo 30 milioni di euro per aiutare le imprese ancora di più ad esportare. Quarto – ha aggiunto il governatore – investendo, soprattutto con risorse europee, sulle infrastrutture materiali e immateriali, dalle strade al trasporto su ferro alla banda larghissima che sarà il cuore della programmazione europea. Noi dobbiamo capire che non bastano pacche sulle spalle, ma occorre dare segnali concreti, perchè tutto inizia con la politica, come quella della Cassa del Mezzogiorno che investì su questo territorio ma ora non c’è più. Quindi, o si sostituisce a quella una moderna competitività – ha concluso – o questo settore rischia»

  1. 5000 posti occupazionali nella farmaceutica e zero nel settore terziario, i ragazzi a latina sono tutti disoccupati, aspè che dico? I Ragazzi di latina sono tutti emigrati, tutti all’estero perchè altrimenti l’alternativa era morire di fame.

    Una provincia che avrebbe dovuto vivere di turismo e agricoltura vive di farmaceutica, il che è tutto dire, ma festeggiamo perchè tenemo glio recorde!

  2. Peccato solo che, per come funzionano le cose da noi, tutti i 5000 si siano dovuti far raccomandare da qualcuno.

  3. Tipica notizia molto fumo e poco arrosto. Come scrive Walter i 5000 occupati fortunati sono entranti in gran parte come “segnalati” (perchè dire raccomandati oggi è una brutta parola eh….). Inoltre non vi è ricambio generazionale nè nuove assunzioni nè di manovalanza nè impiegati. Non dimentichiamo poi che industrie farmaceutiche hanno talvolta anche forte impatto ambientale per via delle sostanze chimiche utilizzate (=leggi inquinamento). Con il risultato che il rischio di malattie in prossimità dei siti aumenta. Tra la nucleare e le sostante chimiche c’è poco da stare allegri da noi.

  4. Qualcuno dovrebbe ricordare quanti posti si sono persi nelle farmaceutiche negli ultimi due anni senza motivo visto che sono sempre on attivo e quante ore di cassa integrazione hanno generato le cessioni di alcuni stabilimenti da una farmaceutica all’altra.Chiedete a chi ci lavora se sa ancora x quanto

  5. provate a chiedere di essere assunti da una di queste aziende. Vi diranno che c’è la crisi! Sono tutti raccomandati. E a volte non basta neanche la raccomandazione (specie per le donne)

  6. Ma il direttore de sto giornalino do vive, con di giorgi??? Coglioni questi che lavorano nelle farmaceutiche sono quasi tutti a tempo determinato! Quindi dopo 3 anni vanno a casa! A meno che non fannno qualke lavoretto ai capi!!!

  7. Ma tu li conosci tutti questi 5000 al punto da dire che ” sono entranti in gran parte come “segnalati” ” ???
    Oppure hai voglia solo di dire cialtronerie, di dar fiato alla bocca
    Oppure sei di quelli che non sono entrati? Forse ti rode che la tua raccomandazione non era abbastanza forte

    COSI’ OFFENDI TUTTI QUEI RAGAZZI ONESTI CHE HANNO TROVATO LAVORO

  8. di quelli che hanno preso la parola ce ne fosse uno che ha fatto qualcosa per non perdere le migliaia di posti in più che avevamo anni fa. è un settore in crisi come gli altri e fanno finta di niente, anzi, festeggiano risultati ottenuti coi denti da altri. pezzenti.