Sabaudia, Lucci modifica la delibera bavaglio contro i giornalisti
E’ stata modificata dalla giunta municipale di Sabaudia la delibera “bavaglio”, dopo le sollecitazioni dell’Unione cronisti e di Stampa Romana al sindaco e un incontro con il primo cittadino.
“Io non ce l’ho con i giornalisti, non ho mai denunciato nessuno né intendo farlo, ma quando gli oppositori politici fanno affermazioni non veritiere devo tutelare il nome della città. C’è chi sta denigrandoci approfittando del suo ruolo politico, non posso consentirlo, la delibera è la conseguenza di certi comportamenti”. Maurizio Lucci, sindaco di Sabaudia, informa che è stata rivista la delibera 134 del 12 agosto scorso nei passaggi in cui si fa riferimento al ruolo della stampa. modifica attiene all’eliminazione al 4° comma della premessa delle parole da “da certa stampa”… fino a “anche” e nell’atto approvato si afferma che “questa Amministrazione Comunale con la delibera 134/2010 non ha voluto assolutamente porre in essere un attacco alla libertà di stampa che è pilastro delle democrazie moderne”.
Il sindaco, inoltre, riconosce che: “I giornalisti fanno il loro mestiere, non discuto, ma chi lavora a Sabaudia conosce la disponibilità mia e degli assessori a spiegare e dare informazioni. Quello che mi piacerebbe è che si andasse alla fonte, non per scrivere bene del sindaco o della sua amministrazione ma per verificare“.
E’ un impegno che i cronisti hanno quotidianamente e che ribadiscono: “Andare alla fonte e documentarsi fa parte del nostro lavoro – dice Giovanni Del Giaccio – e sono convinto che nessuno dei colleghi scriva per partito preso. Verificare è un obbligo, confrontarsi con gli interessati anche e in tal senso sollecito tutti a farlo. Prendo atto con soddisfazione della decisione di eliminare dalla delibera i riferimenti alla stampa”.
spesso le persone investite di cariche istituzionali si sentono autorizzate dal loro narcisismo tendente all’egocentrismo a fare qualunque cosa anche contro il volere dei propri elettorila o peggio della Costituzione della Repubblica Italiana.
Purtroppo è un difettaccio dell’italiano medio, cioè porsi difronte ad un eventuale problema cercando la soluzione mediante il proprio “io” anzichè applicare le Leggi insieme a scienza e coscienza.
Questo è il limite preoccupante della persone che rappresentano la classe dirigente della nostra provincia, utilizzano i propri parametri culturali, personalissima etica e morale con concezione e quindi fare della democrazia un proprio uso e consumo malgrado loro e sopratutto noi.
Esempio è ciò che succede da decenni sulla problematica lago di Sabaudia o Paola come voglia chiamarsi, uomini “pubblici” e cittadini che addirittura si contrappongono al direttore superpartes del parco del Circeo, che ha un solo compito istituzionale salvaguardare l’ambiente naturale in quanto unica risorsa presente sul territorio a prescindere dal colore politico delle amministrazioni pubbliche della città, provincia e regione.