Corteo degli infermieri contro le aggressioni
«L’ennesimo caso di aggressione che ieri ha coinvolto un lavoratore dell’Istituto chirurgico ortopedico traumatologico (Icot) di Latina, dopo quello dell’infermiere del pronto soccorso dell’ospedale Goretti, è la riprova di quanto sia necessario e urgente rimettere mano al sistema sanitario di emergenza di Latina». A denuncialo è Sabino Venezia, dell’Usb del Lazio.
«Ad una settimana dalla vile aggressione all’infermiere del Goretti – prosegue – cambia il luogo ma non cambia la rabbia di quanti non riescono ad avere risposte concrete in tempi decenti ai propri bisogni di salute». Nella mattinata di venerdì è stata organizzata dall’Usb un corteo dei lavoratori che partirà dal Goretti per raggiungere la sede dell’Asl diLatina.
«I segnali di cambiamento che registriamo da parte dell’Asl di Latina – prosegue il sindacalista – al momento sono importanti quanto concreti. Alle dichiarazioni ufficiali dell’apertura di 17 nuovi posti letto al Goretti si aggiunge l’inaugurazione della struttura sanitaria di Sezze, di recente ristrutturazione; un segnale importante che potrà riservarci delle sorprese se, come pare, la Regione non concederà le dovute deroghe per assumere nuovo personale e sceglierà la strada del precariato o peggio dell’affidamento dei servizi a privati o cooperative».
Ovvia la condanna delle aggressioni.
Ma, se è vero quanto riportato dai giornali nel caso dell’ICOT, è normale che a un malato (già dirottato da altro ospedale) che è al pronto soccorso alle 5 di mattina con un dolore al braccio, venga detto di TORNARE in mattinata?
Che deve fare chi stà male e non può difendersi dalla burocrazia delle strutture sanitarie e qualche volta (ci sono anche di quelli) anche da qualche operatore maleducato?
Tutti i nodi vengono al pettine…