Detenuto suicida a Norma, i giudici rispondono agli avvocati

13/11/2013 di
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L’Anm di Latina replica alle critiche della Camera Penale sul caso del detenuto di Norma che si è suicidato mentre si trovava agli arresti domiciliari, senza la possibilità di mangiare alla mensa della Caritas. Gli avvocati avevano auspicato «maggiore sensibilità e prudenza» sulle misure cautelari, dopo la decisione del giudice Guido Marcelli di lasciare l’uomo ai domiciliari. 

L’Anm ha diffuso una nota firmata dalla presidente Mara Mattioli e dalla segretaria Daria Monsurrò: «Premesso che l’Anm è aperta e disponibile al dialogo e al confronto costruttivo con l’Avvocatura locale nel rispetto dei reciproci ruoli, osserva che l’intervento della Camera Penale sulla stampa, per i toni usati e per il contenuto riportato, appare travalicare i limiti del legittimo diritto di critica esaurendosi in un ingiustificato attacco alla persona del Giudice attribuendo valore assoluto a quanto riferito dal difensore dell’indagato ed esprimendo inopportune valutazioni sull’operato del Giudice non spettanti alla Camera Penale, peraltro in contrasto con le effettive esigenze processuali e con le ragioni fondanti il provvedimento del magistrato».

I giudici sottolineano inoltre il «grave riferimento al difetto di “sensibilità e prudenza” da parte dei giudici di Latina in particolare nell’adozione delle misure cautelari, argomento che appare pericolosamente delegittimante rispetto alla delicata funzione quotidianamente esercitata dai magistrati anche a tutela dell’intera collettività».

Secondo la Camera Penale l’avvocato difensore dell’uomo morto suicida aveva esposto le gravissime difficoltà personali e di salute del suo assistito definendole «incompatibili con la misura di cautela personale applicata», sottolineando che anche l’accusa aveva dato parere favorevole al permesso per consumare i pasti alla Caritas. L’uomo pochi giorni dopo la decisione del giudice si è ucciso impiccandosi nella sua abitazione a Norma dove viveva da solo.

  1. bello avere un povero uomo sulla coscienza…ci vuole sensibilità e una modifica delle leggi per tutelare l’uomo nel matrimonio, la parità sociale fra uomo e donna è solo una giustificazione che scompare quando ci si separa…tutto a carico del marito…

  2. In questo caso la camera penale mi sembra sia nel giusto e l’anm forse avrebbe fatto meglio a non replicare.