Accusato di aver sottratto eroina, carabiniere assolto

25/10/2013 di
tribunale_giudice_generica

Un suo informatore, poi morto a causa di una malattia, lo aveva accusato di avere sottratto per rivenderseli circa tre chili di eroina parte di un maxi-sequestro realizzato a fine anni ’90 dai suoi colleghi ad alcuni trafficanti turchi. Per l’ex vicebrigadiere dell’Arma Claudio Caponi, 50 anni, di Latina ma in servizio a Ravenna all’epoca dei fatti, il giudice monocratico Milena Zavatti ha formulato assoluzione piena perchè «il fatto non sussiste».

Il Pm Cristina D’Aniello titolare del fascicolo aveva chiesto sei anni di carcere e 18 mila euro di multa. La difesa – avvocato Giovanni Scudellari – da parte sua aveva puntato alla non credibilità delle rivelazioni dell’informatore in questione. In un primo momento per lo stesso caso era stato indagato pure un sottufficiale tutt’ora in servizio a Ravenna, ma la sua posizione era stata presto archiviata. Il procedimento rappresenta il cosiddetto terzo e ultimo stralcio di una più ampia indagine che ha coinvolto sempre Caponi.

Per il primo, l’ex militare nel maggio scorso era stato condannato in appello a Bologna a quattro anni e mezzo di carcere per avere agevolato nello spaccio di eroina e cocaina a cavallo del 2000 due fratelli pusher tunisini che lavoravano all’interno di una fabbrica abbandonata nella città romagnola, la Callegari. Per il secondo stralcio, relativo al presunto insabbiamento delle indagini sulla morte per overdose della fidanzata dell’informatore di Caponi, il processo davanti al Gup per tre tra carabinieri ed ex militari tra cui lo stesso ex vicebrigadiere, nel febbraio 2010 si era concluso con due prescrizioni e un’assoluzione