Mare sicuro, il bilancio della Capitaneria di Gaeta

25/09/2013 di
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«Parlare con gli utenti del mare ci ha permesso di creare una efficace forma di prevenzione che ha limitato l’uso della repressione». Lo ha detto questa mattina il Capitano di Fregata Cosimo Nicastro, comandante della Capitaneria di Porto di Gaeta nel corso della conferenza stampa a conclusione dell’operazione Mare sicuro 2013.

La guardia costiera della città del Golfo ha competenze su un tratto di costa che attraversa ben 13 comuni oltre alle isole di Ponza e Ventotene. «Oltre 204 mila abitanti, potenziali fruitori del mare che raddoppiano nel periodo estivo. Abbiamo prevenuto i problemi soliti dell’estate – ha spiegato Nicastro – cercando un confronto con chi vive il mare aprendo i nostri uffici durante i giorni festivi e aprendone in comuni come Fondi, Sperlonga e Ventotene. Abbiamo fatto in modo che le attività di bagnanti, diportisti o praticanti di sport acquatici non entrassero in conflitto tra loro e per fare ciò è bastato far rispettare le regole dettate principalmente dalle distanza dalla riva».

I 238 bollini blu rilasciati ai diportisti sono stati un successo. «Siamo stati tempestati dalle richieste di proprietari di natanti che chiedevano le verifiche per il rilascio di questa forma di certificato – ha proseguito ancora – ma i controlli sono stati fatti a 360 gradi e non solo sulle barche private. Abbiamo fatto accurati controlli sulle imbarcazioni adibite al trasporto pubblico, in particolare traghetti ed aliscafi in partenza da Formia per le isole Pontine. Al di la di alcune irregolaritá amministrative, in una sola circostanza abbiamo verificato che 117 giubbotti salvagente non erano in condizioni ideali e, per questo, sono stati sequestrati accertando che l’armatore munisse l’imbarcazione di nuovi strumenti di sicurezza prima di permettergli di tornare in attività». Sono state 154 le violazioni fatte da diportisti e per il 70% si tratta di navigazione sottocosta. Un numero decisamente basso che, secondo l’ufficiale della Capitaneria di Porto, é il frutto di una attenta sensibilizzazione e di una costante presenza che, come sempre, ha costituito un deterrente.

«Sull’altra peculiarità del nostro corpo, la ricerca e soccorso in mare, va detto che gli interventi si sono fermati a 28 e in larghissima parte sono state dovute ad avarie al motore, avverse condizioni meteo e mancanza di carburante. Ciò significa che con un minimo di accortezza e prudenza in piú si sarebbe evitata la necessitàdi correre rischi inutili. Il controllo meccanico dell’imbarcazione, la necessità di dotarsi della quantità giusta di carburante e la verifica delle previsioni meteo oggi affidabilissime, avrebbero permesso di ridurre notevolmente i nostri interventi evitando anche ai nostri uomini di corre rischi uscendo in mare in condizioni pessime. E’ il caso di una barca a vela con 8 persone che il 24 agosto, nonostante le trombe d’aria ampiamente annunciate tra Formia e Gaeta, ha deciso comunque di prendere il largo da Ponza a Gaeta. Il risultato è stato l’albero spezzato, il motore e i mezzi di comunicazione in avaria, la barca alla deriva a dodici miglia dalla costa. Una nostra unità, nonostante le enormi difficoltà dovute al mare grosso e ad una visibilità ridotta a pochi metri, ha corso comunque il rischio di uscire in mare aperto per cercare il natante in difficoltà e portarlo nelle acque sicure del porto», ha proseguito Nicastro. Paura sì, ma nessuna tragedia, a parte una ragazza morta per malore sulla spiaggia di Serapo.

«Non avevamo l’obiettivo di far aumentare le multe, ma quello di rendere il mare di nostra competenza ancora piú sicuro e ci siamo riusciti secondo me con una buona azione di prevenzione. La sicurezza del resto – ha concluso – é alla base per le fortune turistiche di un territorio»