Niente accordo alla Findus, 99 lavoratori saranno licenziati

10/07/2013 di
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«La trattativa si è conclusa con il mancato accordo con l’azienda che non ha voluto accogliere nemmeno quanto proposto nella mediazione con la Regione. Partirà dunque la procedura per 99 licenziamenti, che probabilmente si tradurrà nell’arrivo di una cinquantina di lettere di licenziamento per i lavoratori. È assurdo pensare che l’unica alternativa alla crisi sia ridurre il costo lavoro intervenendo sulla forza lavoro. Inoltre in 14 mesi, con la proprietà inglese, già 169 persone sono state mandate a casa e ci sono stati circa 50 demansionamenti. Licenziamenti senza possibilità di poter trattare lasciano l’amaro in bocca».

A parlare è Giovanni Gioia, segretario territoriale di Latina della Flai Cgil in presidio da questa mattina sotto la Regione con i lavoratori della Findus di Cisterna di Latina. Gioia annuncia che proseguirà il presidio dei lavoratori che stanziano davanti ai cancelli dell’azienda da giovedì scorso e che i sindacati avanzeranno una richiesta di intervento al ministero e probabilmente nella giornata di sabato la situazione dei lavoratori sarà portata all’attenzione del consiglio del Comune pontino.

«L’azienda ha detto no a tutto – prosegue Giogia – E le istituzioni non possono rimanere immobili. Siamo amareggiati. La politica si può far sentire con la proprietà sottolineando di non essere più disponibile a intervenire con i soldi pubblici attraverso gli ammortizzatori sociali a chi non ha intenzione di investire: diventerebbe un gioco a massacro».

Gioia lamenta inoltre la difficoltà per i lavoratori provenienti oggi da Cisterna di poter manifestare: «Sotto la Regione c’erano due manifestazioni autorizzate: la nostra e quella di un sindacato autonomo (l’Usb, ndr) – racconta Gioia – Quando sono arrivati i lavoratori della Findus con le bandiere dei sindacati confederali, qualcuno dei manifestanti dell’altra organizzazioni ha aizzato una polemica affinché non fossero affissi anche le nostre bandiere e i nostri striscioni. Per evitare ulteriori imbarazzi e problemi siamo stati invitati dalle forze dell’ordine ad allontanarci. E così abbiamo fatto per evitare qualsiasi problema. E ci siamo spostati. Ma ciò ha umiliato noi e i lavoratori che provenivano dalla provincia di
Latina. Tutte le vertenze hanno diritto di essere rappresentate. C’erano due presidi autorizzati: perché Cigl, Cisl e Uil devono essere costrette a farsi da parte e devono accettare le imposizioni da un sindacato autonomo. Lasciare le bandiere di solo una parte dei manifestanti è stata una scelta dettata da questioni di opportunità di ordine pubblico da parte delle forze dell’ordine, senza nessun intendimento ideologico. Ma un caso del genere può creare un precedente pericoloso».