TIZIANO FERRO, MI VERGOGNO ANCORA A METTERMI IN COSTUME

09/08/2007 di
«In teoria non sono sensibile al giudizio altrui, ma è inutile nascondere che esistono situazioni che ti destabilizzano, dove il disagio ha il sopravvento. Per esempio provo ancora vergogna a mettermi in costume. Non lo indosso nemmeno ora che ho un fisico normale». Lo dice Tiziano Ferro, in un’intervista al mensile Mondadori-Rodale «Men’s Health», diretto da Luigi Grella, rivelando questa sua debolezza.

 
L’artista di Latina, che tra il 2000 e il 2001 ha perso ben 38 chili passando da 111 a 73, spiega di aver raggiunto «un traguardo straordinario» e soprattutto «senza l’aiuto di specialisti». «Per prima cosa -racconta Ferro- devi capire la natura del problema alimentare, che per me era la bulimia. Nel mio caso era psicologica. Mangiare compensa carenze di altri tipo. La dipendenza dal cibo è un malessere mimetizzato, e non va sottovalutato rispetto a quella da alcol, droga, fumo. Per le generazioni uscite dalla guerra -sottolinea ancora il cantante- l’abbondanza di chili era un segnale di benessere. Un concetto culturale sbagliato, perchè dietro l’obesità c’è solo tanto dolore. Vi svelerò un segreto: "Rosso Relativo" parla della famosa fame notturna che ti fa svaligiare il frigo in piena notte, e non di sesso come pensano tutti. Non l’ho mai detto prima».
 
Come riferisce l’Adnkronos, nonostante il regime dietetico controllato, Ferro non rinuncia a qualche «peccato di gola»: «La pizza è il mio piatto preferito -rivela suggerendo qualche consiglio per mantenersi in forma- Se sei famelico, opta per 5-6 pasti piccoli ma costanti lungo la giornata. Al mattino caffè, yogurt e cereali. A pranzo carni bianche o pesce e verdura. Nel pomeriggio frutta e a cena ancora verdura e proteine. E soprattutto, tanto allenamento». Anche se la linea non deve diventare un’ossessione: «Un filo di pancetta non guasta: tutte le ragazze che conosco l’apprezzano…».
  1. Di sicuro non gliene frega niente a nessuno se a Ferro non gli va di mettersi in costume. Sopravviveremo lo stesso.