FINANZA SCOPRE MAXIFRODE SULLE AUTO D’IMPORTAZIONE
Un giro di frodi “carosello” da 65 milioni di euro nel settore delle auto di importazione. Lo ha scoperto la Guardia di Finanza di Latina. L’evasione dell’Iva era realizzata attraverso l’interposizione di società cartiere. Il meccanismo di frode consentiva di rivendere le macchine a prezzi molto inferiori rispetto a quelli di mercato. Oltre 600 le auto importate e vendute in Italia.
Quattro soggetti (legati da vincoli di parentela) sono stati denunciati per associazione per delinquere finalizzata alla truffa ai danni dell’Erario. Le società cartiere – spiega una nota delle Fiamme Gialle – venivano utilizzate specificamente per l’acquisto e la vendita fittizia di merci, in modo tale da dissimulare l’effettiva transazione commerciale che, invece, avviene tra due soggetti realmente operanti, con lo scopo e il vantaggio di evadere l’Iva. L’indagine dei Finanzieri, iniziata nel gennaio del 2009 sotto la direzione della Procura della Repubblica di Latina, ha puntato i riflettori su un vero e proprio «mercato parallelo» di autovetture; le vetture – oltre 600 vetture – di diverso modello e cilindrata sono state importate e vendute in tutto il territorio nazionale.
Ogni autovettura figurava acquistata da una società «schermo» che a sua volta rivendeva a privati e/o a società vere, con fattura, senza però versare la corrispondente Iva. Il titolare dell’ultima azienda acquirente comprava, in tal modo, l’autoveicolo dalla società cartiera e nonostante non pagasse l’imposta sul valore aggiunto, usufruiva tuttavia della detrazione di imposta documentata dalla fattura di acquisto. Proprio questo meccanismo consentiva ai vari autosaloni di praticare prezzi notevolmente inferiori a quelli di mercato, ottenendo un notevole vantaggio concorrenziale in danno degli altri operatori del settore. L’attività di indagine è tuttora in corso e on si escludono ulteriori sviluppi.