Acqualatina in crisi, a rischio 73 lavoratori

A rischio il posto di lavoro per 73 dipendenti di Acqualatina, secondo gli esuberi comunicati dalla società. Si tratta di personale del settore amministrativo. «La difficile situazione economico – finanziaria in cui versa Acqualatina rischia di comprometterne la continuità gestionale. Tale stato dei fatti è causato da fattori esogeni che presentano sia un carattere storico sia un carattere di novità e contingenza» ha detto il presidente, Giuseppe Addessi.
I sindacati annunciano battaglia e chiedono che la crisi sia affrontata da tutti i lavoratori. Si ipotizzano contratti di solidarietà per tamponare l’emergenza. I conti dell’azienda sono in sofferenza per l’ammontare dei crediti da record, la riduzione del fatturato, la morosità alle stelle e le nuove indicazioni per le tariffe da parte dell’autorità per l’energia e il gas.
Certo quando i papponi con la complicità dello Stato guadagnavano cifre a 5 zeri alle spalle dei contribuenti tutto andava bene, adesso che la festa è finita chissenefrega del bene pubblico, “tutti a casa e moritevi di sete”!!!!!
Tanto son tutti ..parenti di…amici di…Gli troveranno un altro posto pubblico sicuramente prestissimo…
crisi? ma quando mai! Tutti i soldi che si so presi con gli incrementi tariffari illegittimi che fine hanno fatto?
Sindacati…venite a chiedere ad utenti che per gg stanno senza acqua se ci interessa il settore amm oppure manutenzione.Venite a Spigno Saturnia ,facciamoci una chiaccherata!
Contratti di solidarietà, ovvero: paghiamo sempre noi cittadini…
come volevasi dimostrare, non è questione meglio il privato del pubblico o viceversa, è un problema di persone se capaci o meno se oneste o meno, è un problema TUTTO ITALIANO, chi vuol capire capisca.
…AcquaLatina ..l’ammortizzatore sociale della città…dove ci sono gli amici degli AMCI, i nipoti degli AMICI, i fratelli degli AMCI..ed ora si grida agli esuberi?..ma quando sono entrati o sono stati assunti…pensavno davvero di essere vincitori di concorso?..Accidenti che bravi…fenomeni veri!!!
Capisco il dolore di questi poveri ragazzi, che rischiano di restare senza lavoro. Ma … però come fà una società che gestisce l’acqua pubblica a non avere soldi per la gestione. Allora chiamiamo le cose per quello che sono delle buffonate. Pretediamo che venga reso pubblico il budget di pianificazione dei costi e delle entrate. Ritorniamo all’acqua pubblica, con una gestione trasparente e equa. Leggo: Tale stato dei fatti è causato da fattori esogeni che presentano sia un carattere storico sia un carattere di novità e contingenza» ha detto il presidente, Giuseppe Addessi. Sostanzialmente Addessi ha detto che è colpa dei cittadini che non pagano le bollette, benissimo perchè il cittadino deve pagare le bellotte esose emesse da una società che orbita al di fuori della legge della convivenza comune, che ha dispensato soldi facili e clientelari ai propri dipendenti e stipendi esosi ai propri amministratori. La soluzione logica e auspicabile è il fallimento, il licenziamento di tutto il personale, la gestione diventi pubblica e vengano riassunti solo il personale addetto alla manutenzione, e in quello amministrativo solo quelli addetti al pubblico più capaci, cioe quelli che lavoravano per davvero. Il resto tutti a casa, senza se e senza ma.
Il carrozzone di soldi pubblici si è rotto? Adesso cosa vogliono altri soldi pubblici e farci credere che La societâ sta in crisi? Per quanto mi riguarda ciò non mi dispiace affatto considerato con chi abbiamo avuto a che fare; amministratori senza scrupoli che in passato non hanno pensato alla collettivitâ ma solo a lucrare su un bene primario che, nonostante un referendum, continua ad essere venduto a caro prezzo. Quindi ora cosa volete?
sono anni che i cittadini pagano l’acqua che esce dai rubinetti come se fosse platino colato,e adesso hanno finito i soldi e sono costretti a licenziare!!!E poi la colpa è nostra vergognatevi smontate quel mostruoso baraccone che avete messo in piedi solo per arricchirvi e che l’acqua torni pubblica,come è giusto che sia per un bene primario e vitale.
…Equiparare ( gli sfortunati ) dipendenti di Acqualatina ai tanti dipendenti privati licenziati e che ora dopo l’ anno di indennità di disoccupazione e la illusoria attesa di assegni di mobilità che non arriveranno mai….si cercheranno un altro lavoro per sopravivere. Nessun privilegio, ogni lavoratore ha gli stessi diritti …non servono più? A casa come tanti altri in cerca di un altra possibilità di lavoro.Sono spariti soldi e la società non è in grado di far quadrare i conti a casa anche i dirigenti lautamente pagati con i nostri soldi per incapacità e malaffare e la magistratura faccia il suo corso……
Vorrei invitare gli elettori del pdl di informarsi meglio alle prossime votazioni:
http://www.telefree.it/news.php?op=view&id=77855
L’acqua è un bene che deve essere pubblico, come è sempre stato!
La privatizzazione, inoltre, non ci ha salvati dall’arsenico, il che mi pare molto grave!
Io penso che la situazione è degenerata proprio perchè Acqualatina è una società a maggioranza pubblica. Se fosse stata completamente privata le spese ed il personale non sarebbe stato gonfiato in maniera insostenibile..
Ciò è successo perchè la parte pubblica (i politici) hanno infilato dentro carrettate di raccomandati assumendoli o facendogli fare i consulenti.
Nessun imprenditore privato si sarebbe suicidato economicamente in questa maniera.
é per questo che lo slogan acqua pubblica (…ma l’acqua oggi è pubblica per legge…) non rappresenta la soluzione agli sprechi.
Vicenda da Magistratura….se solo ci fossero magistrati con un minimo di coraggio
Sono un collega che negli anni settanta ha lavorato nella redazione di Prima di spendere, prima rubrica radiofonica della RAI per la tutela dei consumatori. Le nostre prime battaglie informative sono state sul rispetto dei diritti dei consumatori anche come utenti. Molto è stato fatto ma con Acqualatina sembra essere ritornati indietro di oltre 30 anni. Mi spiego!
Sia pure la lontano,torno raramente in provincia di Latina, ho seguito la storia e le vicende di Acqualatina. Ho letto anche dell’attuale crisi con tutti i commenti, a molti dei quali non posso non dare ragione.
Gradirei che qualcuno ( dirigente o amministrativo) mi spiegasse come sia possibile che una bolletta della mia casa di famiglia pagata a settembre 2012 attraverso la banca on line (Unicredit) non sia ancora stata registrata e mi continuino ad arrivare raccomandate con solleciti di pagamento i cui costi mi sono addebbitati- sembra incredibile- sulle successive bollette. Inutili tutte le chiamate al numero verde le cui operatrici mi dicono che la mia pratica è chiara, che risultano fax,telefonate e mail degli ultimi otto mesi e che non
possono fare altro che sollecitare ulteriormente la chiusura della pratica.
Questo accade in Italia! Questo accade in provincia di Latina in violazione di tutte le normative europee e nazionali, degli accordi con le associazioni dei consumatori ecc.ecc. Personalmente, sono disgustato da questo modo di agire. Nel non rispondere alle mail inviate al servizio clienti
Colpa della dirigenza, colpa dei lavoratori? Credo le responsabilità siano di entrambi e forse anche dell’informazione che non si batte più per denunciare la mancata tutela dei diritti minini che sono alla base dei rapporti in una società civile degna di questo nome.