OMICIDI A LATINA, NUOVA PISTA: FESTINI CON ESCORT E DROGA
Un debito di droga di 600.000 euro per spiegare i due omicidi e il tentato omicidio che hanno sconvolto Latina nel mese di gennaio. Secondo il quotidiano “Il Tempo” sarebbe questa la pista privilegiata seguita dalla squadra mobile.
A distanza di sei mesi dai fatti e alla luce della mole di informazioni raccolte – scrive il quotidiano – tanto i poliziotti quanto la magistratura appaiono convinti che a scatenare la guerra criminale sia stata una partita di cocaina. Secondo gli inquirenti, Carmine Ciarelli avrebbe fatto prelevare a un latinense, volto noto alle forze dell’ordine, un carico di «polvere bianca» al porto di Civitavecchia, droga proveniente dalla Spagna, e lo avrebbe fatto trasportare con un camion a Latina, consegnandolo per lo spaccio a Massimiliano Moro e Fabio Buonamano. Trascorso del tempo e non vedendo traccia dei 600mila euro stabiliti per quella droga, Ciarelli avrebbe iniziato a fare pressioni su Moro, con il quale già vi sarebbero stati dei debiti che, un anno prima in carcere, avrebbero portato Moro a riferire a un commerciante anche lui detenuto – almeno questo ha riferito quest’ultimo in Procura – di voler far fuori Ciarelli.
A far traboccare il vaso – sempre secondo gli inquirenti e stando a quanto riferisce “Il Tempo” – sarebbe poi stato un festino a base di coca ed escort organizzato da Moro. Ciarelli non avrebbe digerito che venisse sperperato così denaro mentre a lui non veniva saldato il debito. Giunti a tal punto Moro avrebbe pensato di giocare d’anticipo e, il 25 gennaio scorso, come riferito dallo stesso Ciarelli al magistrato, si sarebbe presentato a Pantanaccio e fatto fuoco contro l’esponente della famiglia nomade, cercando di ucciderlo e dandosi poi alla fuga su una moto condotta da un’altra persona. Il «secondo uomo», per gli investigatori, era Fabio Buonamano. Una donna di origine nomade avrebbe assistito alla scena e riferito i particolari dell’agguato ai Ciarelli, che la sera stessa si sarebbero vendicati. Promettendo a Buonamano di salvargli la vita, la famiglia nomade lo avrebbe mandato in largo Cesti, per farsi aprire da Moro. Una volta dentro Buonamano si sarebbe fatto da parte. La Polizia prima ha sospettato che a sparare fosse stato Costantino Di Silvio, detto «Patatone», per poi concentrarsi su Andrea Pradissitto, ufficialmente indagato per l’uccisione di Moro. Il giorno seguente «Patatone» – continua l’articolo del quotidiano “Il Tempo” – in cambio dell’estinzione di un debito maturato con Ciarelli, avrebbe accettato di sparare a Buonamano, omicidio per cui oltre a Costantino è stato arrestato anche lo zio «Romolo».
Non fateli uscire, mai pi
tutti i cittadini dovrebbero gridare qui il proprio sdegno e un gigantesco NO alle imprese criminali di questi signori che ci hanno affossato rendendoci al pari delle citt