Mafia a Fondi, l’accusa chiede la conferma delle condanne

04/04/2013 di
venanzio-tripodo

E’ prevista per il 29 maggio la sentenza di secondo grado per il processo «Damasco 2» sulle infiltrazioni mafiose a Fondi. Ieri, davanti ai giudici della Corte d’Appello di Roma, è stato il momento dell’accusa con la requisitoria del procuratore generale Arcibaldo Miller.

Il magistrato ha parlato per circa un’ora ricostruendo passo dopo passo le fasi dell’inchiesta e soprattutto gli elementi di prova emersi durante il processo di primo grado. Miller ha concluso chiedendo la conferma della condanna disposta dal giudice di Latina, Lucia Aielli: complessivamente 110 anni di carcere per le 23 persone condannate.

Dopo il procuratore generale – scrive Il Messaggero – hanno parlato i legali delle parti civili: la Regione Lazio e alcuni ex consiglieri comunali d’opposizione di Fondi. I giudici hanno poi stilato un calendario di tre udienze per consentire a tutti gli avvocati difensori di parlare: 17, 24 e 29 maggio giorno della discussione finale e del verdetto.

La sentenza di primo grado ha riconosciuto l’esistenza di un’organizzazione mafiosa che condizionava alcuni affari del Mof e alcune attività del Comune di Fondi. Il collegio penale, presieduto da Lucia Aielli, aveva descritto in oltre seicento pagine di motivazione le attività degli imputati e il modo in cui funzionava il gruppo mafioso. «Non vi è dubbio – scrivono i giudici – che l’associazione di cui hanno fatto parte Antonino Venanzio e Carmelo Tripodo, Aldo Trani, quali capi promotori, Franco Peppe, Vincenzo Bianchò, Alessio Ferri, Antonio Schiappa, quali partecipi, Antonino D’Errigo e Riccardo Izzi in qualità di concorrenti esterni, e Igor Catalano, presenti la tipica connotazione mafiosa». I giudici parlano di «legami di parentela tra i soci, legami di comparaggio con personaggi mafiosi di altra estrazione geografica, usuale ricorso al metodo intimidatorio negli affari e nelle trattative con terzi, solidarietà dei soci nel caso di aggressioni esterne o per modificare esiti di processi, soggetti comuni per recapitare ambasciate, convergenza di interessi riguardo particolari vicende commerciali, moduli operativi comuni quali le intestazioni fittizie di beni e società».