Regione, Zingaretti cerca assessori donne

Assessori donne cercasi. Non c’è ancora il cartello appeso alla porta del comitato di Nicola Zingaretti, anche perché la giunta sarà davvero composta dopo la proclamazione, tra il 10 e la fine di marzo. Ma di certo sembra uno dei nodi che darà più da riflettere al nuovo presidente della Regione Lazio.
Il problema è sotto gli occhi di tutti: la coalizione non ha eletto donne al Consiglio regionale del Lazio, fatta eccezione per le cinque ‘obbligatè del listino. E però almeno quattro assessori della giunta devono essere in rosa. Come uscirne? Attraverso gli assessori esterni, una scelta di fatto obbligata, è quanto filtra dagli ambienti della nuova Regione, con un Consiglio a cinquanta consiglieri che dà maggioranze meno ampie. E d’altra parte bisogna consentire agli assessori di dedicarsi quanto più possibile a tempo pieno al loro incarico. Ma, primo, non se ne può certo abusare; secondo, i loro nomi vanno incrociati, giocoforza, con l’altro paletto, quello della rappresentanza territoriale.
Ecco perchè Sonia Ricci, pontina, è un nome che ricorre nel toto-giunta. Poi c’è il fattore-squadra: Cecilia D’Elia, ad esempio, ha lavorato per cinque anni al fianco di Zingaretti in Provincia. Non è riuscita a entrare alla Camera, la sua esperienza alla Cultura potrebbe non disperdersi se fosse inclusa nella giunta. Altrimenti, sempre per la cultura, si pensa a Monique Veaute, ideatrice del RomaEuropa.
Il fattore chiave, infatti, è quello della competenza: se esterni devono essere, allora che portino un valore aggiunto. ‘Eccezionè potrebbe essere Teresa Petrangolini (che però molti danno in ribasso): è tra i fondatori di Cittadinanzattiva, oltre a essere già consigliera. Anna Paola Concia e Imma Battaglia, d’altra parte, sono due certezze per quanto riguarda il mondo dei diritti civili, in particolare quelli degli omosessuali. Meno ‘papabilè è data Antonella De Giusti, presidente del XVII Municipio, mentre fuori dai giochi sembra Livia Azzariti, entrambe candidate nella Lista Civica. E le altre signore? La prima donna non eletta del Pd è Valentina Grippo, che ha già esperienza amministrativa. Ma questo, viene fatto notare, aprirebbe tra i democrat la partita dei ripescaggi, dei ‘bilancinì e dei mille distinguo. Non proprio l’immagine del ‘nuovo iniziò che vuole dare Zingaretti.
Spero è mi auguro che le donne mancanti non sia tutte di Roma e provincia. Ma siano delle altre provincie del Lazio.
un nome spendibile potrebbe essere quello di Nicoletta Zuliani alla Cultura
anche lui…… avrà imparato da Berlusconi?