Ragazze stuprate e costrette ad abortire, condanne fino a 20 anni

06/02/2013 di
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Condanne pesanti per la banda di albanesi accusati di aver torturato e stuprato alcune prostitute, costrette anche ad abortire. I giudici della Corte d’Assise del tribunale di Latina hanno inflitto pene dai 16 ai 20 anni di carcere, accogliendo molte delle richieste avanzate dal pm Eleonora Tortora.

Gli otto stranieri, tutti latitanti, sono accusati di aver creato, insieme ad altri connazionali e italiani che hanno patteggiato la pena o hanno scelto riti alternativi, un’associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento e allo sfruttamento della prostituzione, riduzione in schiavitù, sequestro di persona, immigrazione clandestina, prostituzione minorile, tratta e commercio di schiavi e violenza sessuale. Reati gravissimi che hanno portato alla condanna a 20 anni per Gezim Gaxhja, 18 per Nderim Salliu e 16 anni per Marco e Adrjan Kosta.

I fatti sono avvenuti tra il 1997 e il 2002 a Latina, Sezze, Perugia, Frosinone e Sparanise, dove sarebbe stato anche creato un cimitero per i feti. Lì, secondo l’accusa le ragazze sarebbero state addirittura legate a un albero e poi seviziate senza alcuna pietà. Scene raccapriccianti e al limite dell’umanità: le ragazze sarebbero poi state costrette ad abortire, alcune con l’utilizzo di ferri mentre altre avrebbero beneficiato della complicità di un ginecologo di Latina.

Vittime giovanissime, i tutto 18 ragazze di varie nazionalità, albanesi, macedoni, romene e moldave. Ragazze oggetto, nel senso più crudele e reale del termine, visto che erano «contrattate» attraverso una compravendita che un caso avrebbe coinvolto addirittura la mamma di una giovane in Romania. Sotto accusa gli albanesi Nderim Salliu, Gezim Gaxhja, Gezim Bullari, Marco Kosta, Adrjan Kosta, Armand Aliu, Artan Aliu e Adriatik Suli. La difesa era affidata agli avvocati Domenico Oropallo e Stefano Reali.