GUERRA MONDIALE, VENTOTENE RICORDA LE TRAGEDIE DEL MARE

22/07/2007 di
Sullo sfondo terribile della guerra più sanguinosa mai combattuta dall’uomo si collocano due tragedie del mare, avvenute nella stessa estate a poche decine di miglia l’ una dall’altra e ora unite come una cosa sola nel ricordo dei familiari dei morti, commemorati stamani 64 anni dopo.

 
Era il 24 luglio del 1943 quando nelle acque antistanti il lato nord dell’isoletta di
Ventotene, nell’arcipelago pontino, presso gli scogli detti gli Sconcigli, un aereo da caccia britannico mitragliò un vecchio postale, il ‘Santa Lucià, mandandolo a picco e uccidendo quasi tutti quelli che erano a bordo, cento persone tra passeggeri civili, equipaggio e alcuni militari, che per ragioni di servizio erano sulla piccola unità che senza sosta faceva la spola tra Gaeta, Ponza e Ventotene e il cui relitto ora riposa per sempre in quelle acque, per volontà delle famiglie delle vittime.
 
Il 7 settembre, appena un giorno prima dell’entrata in vigore dell’armistizio (in realtà firmato già dal 3 settembre, ma ad insaputa della nostra marina militare) un sottomarino inglese individuava a largo del Golfo di Salerno il sottomarino oceanico italiano "Velella", colpendolo con quattro siluri e mandandolo a picco con tutte le 51 persone a bordo.
 
Oggi, in un atto inedito per la Marina italiana, è stato dato il via a un ideale
gemellaggio tra le due sfortunate unità. Alla cerimonia ha preso parte anche la nave appoggio militare ‘Gorgonà. Un piccolo convoglio, salpato da Ponza, ha raggiunto Ventotene, dove è stata celebrata una messa in suffragio nella chiesa parrocchiale dedicata a Santa Candida. Presso il monumento eretto
da qualche anno per ricordare il Santa Maria sono stati anche benedetti una corona di fiori poi gettata in mare e i labari del gemellaggio, assieme con le medaglie commemorative. Tra i presenti, la presidente del Comitato vittime S. Lucia, Mirella Romano, che giovanissima perse il padre, finanziere a bordo del vaporetto, e il presidente del Comitato per il recupero del Velella, Adelino Nardon, che invece si batte per strappare il sommergibile al fondale di Punta Licosa.