UCCISA PER CENTO EURO, ARRESTATO UN UOMO DI APRILIA

17/05/2010 di

L’assassino e una complice, all’epoca dei fatti sua convivente, sono entrati in casa di Marcella Rizzello (nella foto), la donna di 30 anni accoltellata a morte nella sua abitazione a Civita Castellana, in provincia di Viterbo, per commettere un furto del valore di 100 euro.Erano circa le 12 del 3 febbraio scorso. Per entrare hanno dovuto semplicemente girare la chiave che la donna, di giorno, teneva abitualmente sulla porta. Quando la giovane, che era sul letto con la figlioletta Giada di 14 mesi, si è trovata di fronte i ladri ha reagito con forza, intraprendendo con loro una violenta colluttazione. L’omicida, per «punirla» della resistenza, con l’aiuto della complice, avrebbe tentato di stuprarla. Ma la strenua difesa di Marcella ha fatto precipare le cose. Così l’uomo ha sferrato i colpi di coltello che l’hanno uccisa. Anche lui è rimasto ferito a una mano.

Mentre la donna era distesa sul pavimento della camera da letto, immersa in una pozza di sangue, e la figlioletta piangeva disperata sul letto, i due ladri le hanno calato gli slip e hanno adagiato una bottiglia di vetro tra le gambe. Secondo i militari per sfregio, o per depistare le indagini, o per lasciare un messaggio.

Poi hanno rovistato casa, hanno arraffato una macchinetta fotografica, il portafogli della vittima e qualche altro oggetto. Un centinaio di euro di valore in tutto.  Infine, l’uomo si è recato nel bagno, si è lavato le mani, probabilmente si è cambiato degli indumenti sporchi di sangue, li ha infilati in un borsone da rugby che apparteneva al compagno della vittima, Francesco Vincenzi, e si è allontanato con la complice. Questi, secondo i carabinieri di Viterbo e di Civitacastella, che con l’ausilio del Ris di Roma hanno condotto le indagini, i fotogrammi dell’efferato omicidio di Marcella.

La donna venne ritrovata morta dal compagno intorno alle 13,30, al ritorno da Viterbo, dove si era recato per fare degli acquisti. Anche lui, in un primo momento, era nel novero dei sospetti, ma l’alibi fornito agli inquirenti ha resistito a tutte le verifiche.

Il caso, trascorsi tre mesi, sembrava essere diventato irrisolvibile. La svolta è arrivata mercoledì scorso, quando i carabinieri di Civita Castellana sono intervenuti per sedare una lite per gelosia finita coltellate. Due uomini, Giorgio De Vito, napoletano, ufficialmente residente ad Aprilia ma domiciliato da alcuni anni a Civita Castellana, e un operaio di 39 anni, residente a Fabrica di Roma, si erano affrontati per una donna, una polacca di circa 30 anni, che fino a poche settimane fa era la convivente del primo e che attualmente è la compagna del secondo. I due, feriti, furono arrestati.

I carabinieri si accorsero subito che De Vito era uno dei tanti personaggi inserito nel lunghissimo elenco dei possibili assassini di Marcella. Hanno così prelevato un campione del suo sangue per estrarne il Dna. Il risultato è stato positivo: compatibile con quello estratto da cinque campioni ematici trovati nella casa della vittima e non riconducibili a nessuna delle persone che l’avevano frequentata.

Un suo paio di scarpe, inoltre, corrispondono alle nove impronte selezionate tra le centinaia trovate sul pavimento della casa. Infine, la macchinetta fotografica della giovane, trovata nell’abitazione della madre di De Vito ad Aprilia. Quindi il decreto di fermo emesso dal Pm Renzo Petroselli, titolare dell’inchiesta. L’uomo è stato rinchiuso nel carcere di Viterbo, dove, domani mattina sarà sottoposto ad interrogatorio di garanzia per la convalida.

  1. che animale…. omicidi assurdi. non capiro’ mai che cosa possa passare nella testa di certi personaggi