Anno giudiziario, nuovo allarme mafie nel Lazio

26/01/2013 di
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Allarme mafie a Roma, Latina e nel Lazio. E’ quanto emerge nel corso dell’inaugurazione dell’anno giudiziario. Nell’ultimo anno la direzione distrettuale antimafia ha aperto 279 procedimenti di cui 17 ipotizzano il delitto di associazione di tipo mafioso.

«In questo contesto – si legge nella relazione, sono emesse misure di custodia cautelare a carico di 169 persone. Nell’ultimo periodo, specie nel territorio del basso Lazio e sul litorale romano, il livello criminale e l’indice di penetrazione della criminalità organizzata si sono innalzati» e «ne danno la misura gli arresti di importanti latitanti».

L’attività investigativa in corso dimostra «come le organizzazioni siano giunte ad impadronirsi di locali storici di Roma come il ristorante Gorge, il Cafè de Paris in via Veneto». I dati della Dda di Roma segnalano «pesanti infiltrazioni di gruppi criminali, soprattutto di matrice camorristica, nella provincia di Latina e in particolare sul litorale Pontino».

A riferirlo è il presidente dalla Corte d’Appello di Roma, Giorgio Santacroce, in un passaggio della sua relazione sull’amministrazione della giustizia nel distretto della Capitale.

MAFIE. «Nel Lazio e a Roma le organizzazioni criminali di stampo mafioso (soprattutto ‘ndrangheta e camorra) beneficiano di varie articolazioni logistiche per reimpiegare con profitto i capitali illecitamente accumulati e investirli in attività imprenditoriali e di intermediazione finanziaria». È uno dei passaggi della relazione del presidente della Corte d’appello di Roma, Giorgio Santacroce, all’inaugurazione dell’Anno giudiziario. «A Roma le organizzazioni criminali mafiose acquisiscono, anche a prezzi fuori mercato, immobili, società ed esercizi commerciali nei quali impiegano risorse economiche di provenienza delittuosa». Nell’ultimo anno la Dda di Roma ha aperto 279 procedimenti di cui 17 ipotizzano il delitto di associazione di tipo mafioso. In questo contesto, si legge nella relazione, sono emesse misure di custodia cautelare a carico di 169 persone. Santacroce afferma, inoltre, che «nell’ultimo periodo, specie nel territorio del basso Lazio e sul litorale romano, il livello criminale e l’indice di penetrazione della criminalità organizzata si sono innalzati» e «ne danno la misura di arresti di importanti latitanti». L’attività investigativa in corso dimostra, inoltre, «come le organizzazioni siano giunte ad impadronirsi di locali storici di Roma come il ristorante George e il Caffè de Paris in via Veneto». I dati della Dda segnalano «pesanti infiltrazioni di gruppi criminali, soprattutto di matrice camorristica, nella provincia di Latina e in particolare sul litorale pontino».

STUPRI. «La Procura della Repubblica di Roma segnala un dato quantitativo complessivo decisamente in aumento (+186 fascicoli)» per quanto riguarda i delitti di violenza sessuale e di violenza domestica. A riferirlo è il presidente dalla Corte d’Appello di Roma, Giorgio Santacroce, in un passaggio della sua relazione sull’amministrazione della giustizia nel distretto della Capitale. Nonostante questo «le differenze rispetto all’anno scorso sono minime» e «l’andamento è oscillante»: a Roma, Frosinone, Rieti e Viterbo questa tipologia di reati è in aumento; a Civitavecchia, Tivoli, Velletri si registra diminuzione; stabile a Latina. Tra il primo luglio 2011 e il 30 giugno 2012, riferisce Santacroce, risulta iscritto a Roma un numero di 5.475 procedimenti rispetto ai precedenti 5.289 e ne risultano definiti 4.143 mentre in precedenza erano stati 4.693. Dei procedimenti iscritti 648 riguardano casi di violenza sessuale, 34 episodi di violenza sessuale di gruppo, 290 episodi di prostituzione minorile e di pedopornografia. Risulatano inoltre in aumento i procedimenti per violazione degli obblighi di assistenza familiare (+54) per maltrattamenti in famiglia (+31) per circonvenzione di persone incapaci (+9) e per atti persecutori (da 1.084 a 1.118). Aumentano i delitti per sottrazione di persone incapaci e di sottrazione di minori all’estero (da 197 a 257) e dei reati di impiego dei minori nell’accattonaggio (da 46 a 65) . «Il dato di maggiore interesse – afferma Santacroce – è il numero complessivo delle misure cautelari richieste (da 130 a 208) a conferma di una criminalità in espansione che assume manifestazioni sempre più gravi».

  1. non vi preoccupate ci pensa schenghin, il giustiziere hitleriano