NEXANS, I LAVORATORI BLOCCANO LA PONTINA

17/05/2010 di

I lavoratori dello stabilimento Nexans di Latina questa mattina hanno bloccato la via Pontina, all’altezza di Borgo Piave, per protestare contro la riduzione della produzione che comporterebbe, entro tempi brevi, la sua chiusura del sito e la cassa integrazione per circa 300 dipendenti. I lavoratori lamentano la mancanza di prospettive, nonostante i loro sacrifici nella speranza di uno sbocco positivo che sembra ormai quasi impossibile.


Sul caso intervengono il capogruppo e il consigliere regionale della Federazione della Sinistra, Ivano Peduzzi e Fabio Nobile. «Vogliamo sapere, in primo luogo, cosa intendano fare realmente i vertici aziendali, che fino a oggi non si sono espressi in modo chiaro sul futuro dei lavoratori della Nexans – affermano Peduzzi e Nobile – in secondo luogo esigiamo che il Governo faccia finalmente la sua parte, affrontando la crisi generalizzata che investe tutto il territorio della provincia di Latina in modo strutturale; infine riteniamo doveroso che all’incontro presso il ministero, convocato per il 24 maggio prossimo, prendano parte anche le istituzioni regionali che hanno il dovere di intervenire per scongiurare la chiusura di un’azienda che opera in un settore a così alta specializzazione».

“Oltre a portare la mia solidarietà ai lavoratori – afferma il consigliere regionale del Pdl, Giovanni Di Giorgi – ho incontrato le maestranze per capire in dettaglio i termini di questa crisi che, pur essendo pesante nei suoi contenuti, tuttavia non è senza via di uscita. Ritengo, infatti, che il primo passo da fare nell’immediato sia quello di chiedere al Governo un intervento diretto  sull’ENEL, che è il maggiore cliente della Nexans, per sollecitare appunto alla società energetica di giungere ad un accordo con la Nexans così da non distogliere le commesse da Latina per indirizzarle verso l’estero. L’iniziativa da attuare deve essere proprio quella di spronare la Nexans, attraverso appunto l’ENEL, a far convergere le commesse di prodotti verso lo stabilimento di Latina, studiando, eventualmente, forme di incentivazione e supporto che possano garantire all’azienda stessa i necessari margini economici. In tal senso è più che mai importante l’azione che possono svolgere  le istituzioni, a cominciare dal Governo centrale e dai vari  ministeri. Per quanto riguarda il mio impegno,  ho già attivato i canali in Regione per mettere il caso Nexans tra le priorità della Pisana. D’accordo con il consigliere provinciale del Pdl, Silvano Spagnoli, anch’egli presente alla manifestazione della Nexans, l’intento è di operare in  sinergia per sensibilizzare ancora di più Regione e Provincia sul caso Nexans e insieme presentare le nostre istanze al Governo. Su questo piano esiste già la piena  disponibilità del presidente Armando Cusani. Occorre fare in modo che lo stabilimento di Latina possa avere garantite commesse per alcuni mesi così da avere il tempo necesario per riorganizzare la sua attvità produttiva e commerciale, considerato anche che il sito ha grosse potenzialità essendo altamente specializzato”.  Il consigliere provinciale Silvano Spagnoli ha inoltre interessato della questione l’assessore provinciale alle attività produttive, Silvio D’Arco, chiedendo di farsi interprete della problematica presso i relativi ministeri.”Latina e il suo territorio – conlcude  Di Giorgi – non possono permettersi di perdere un altro caposaldo dell’economia industriale locale e massimo deve essere lo sforzo delle istituzioni e delle associazioni produttive e di categoria, al di là dell’appartenenza politica,  per salvaguardare il futuro produttivo e occupazionale della Nexans”.

  1. Parliamoci chiaro.
    Questa azienda a Latina sta sul cavolo a molti.
    Entrare in Furgorcavi era come avere un posto statale,e chi ci entrava era sempre un raccomandato.
    Non si entrava senza raccomandazione politica.
    Ora che chiude,a distanza di anni c’

  2. non mollate, a chi afferma che la nexans e formata da raccomandati diciamo che ammesso e non concesso la fabrica sta chiudendo[speriamo di no] non per inadempienza dei lavoratori ma per giochetti politici aim