LAZIOGATE: FRANCESCO STORACE CONDANNATO

05/05/2010 di

Promotore o istigatore di una azione delittuosa: l’incursione illecita nel sistema informatico del Comune di Roma avvenuta tra il 9 e il 10 marzo del 2005. Questa l’accusa mossa dalla Procura di Roma nei confronti di Francesco Storace, condannato oggi ad un 1 anno e 6 mesi, per la vicenda Laziogate.

L’incursione, secondo quanto ricostruito dai magistrati capitolini, fu effettuata materialmente dal suo ex portavoce Nicolò Accame, dall’ex direttore di Laziomatica (ora Lait Spa), Mirko Maceri e da Nicola Santoro. Gli altri reati contestati, a vario titolo, erano quelli di concorso in accesso abusivo in un sistema informatico, di interferenza illecita nella vita privata e favoreggiamento personale.

L’interferenza illecita nella vita privata era attribuita ad Accame e ai detective privati Pasqua e Gaspare Gallo (che ha già patteggiato la pena a dieci mesi), questi ultimi due materialmente introdottisi il 28 febbraio del 2005 negli uffici romani di Azione Sociale, che aderiva al cartello di Alternativa Sociale, per girare dei filmati non autorizzati. Secondo quanto ricostruito dall’accusa, l’allora vicepresidente del consiglio comunale e attuale coordinatore del Pdl del Lazio, Vincenzo Piso, avrebbe aiutato Storace a eludere le indagini dei carabinieri per aver detto falsamente che la notte del blitz informatico, non aveva notato negli uffici della Regione Lazio la presenza di Storace, mentre l’ex collaboratrice dello staff del governatore, Tiziana Perreca, avrebbe detto falsamente di aver ricevuto da persone sconosciute alcuni sms minacciosi affinchè rinunciasse a rendere una deposizione contraria a quanto detto da Dario Pettinelli. Quest’ultimo, ex addetto all’Ufficio Comunicazione e Relazioni esterne della Regione Lazio, è il grande accusatore di Storace: disse che era negli uffici quando avvenne l’incursione illecita. Pettinelli ha già patteggiato pagando 3.420 euro.