ELEZIONI: IL CONSIGLIO REGIONALE RICORRE ALLA CORTE COSTITUZIONALE

07/03/2010 di

Potrebbe essere domani il giorno della verità per la lista provinciale del Pdl di Roma. Il giorno in cui, con la possibile consegna della documentazione ai sensi del cosiddetto decreto salva-liste, potrebbe chiudersi il cerchio aperto sabato scorso con la bagarre al Tribunale di Roma culminata con il mancato deposito delle carte all’Ufficio centrale circoscrizionale. O almeno potrebbe chiudersi per il momento, perchè in serata la giunta regionale del Lazio ha varato all’unanimità una delibera con cui si invita il presidente della giunta regionale del Lazio Esterino Montino a ricorrere alla Corte costituzionale per conflitto di competenze e in prima istanza per chiedere la sospensione del decreto legge.


La materia elettorale toccata con il dl, questa la tesi, non spetta allo Stato ma alla Regione. Una mossa che secondo il consigliere Pdl Donato Robilotta è però priva di valore giuridico, perchè a suo dire la giunta, sciolta da mesi, dovrebbe occuparsi solo di ordinaria amministrazione. Per la Regione Lazio, invece, sussistono i requisiti di «indifferibilità e di urgenza» che legittima il provvedimento. «Questa delibera non è una scelta politica ma istituzionale che riafferma il principio del rispetto delle prerogative della Regione», replicando anche alle critiche della candidata del centrodestra Renata Polverini secondo la quale si vuole «provare a vincere espellendo una forza politica, la più importante della città di Roma».

Domattina, comunque, anche e soprattutto alla luce del decreto legge adottato l’altra sera dal governo, il Tar del Lazio dovrà esprimersi sul ricorso del Pdl e sul tavolo troverà anche la delibera della Regione Lazio con il ricorso alla Corte Costituzionale. Il partito però è ottimista: i giudici, sostengono, dovrebbero riconoscere il sopravvenuto diritto espresso dal dl, lasciando la strada aperta alla presentazione della lista in Tribunale. Ma se c’è chi è dell’opinione che il decreto da solo, a prescindere dal Tar, basterebbe per permettere la presentazione, c’è anche chi, come il leader de La Destra Francesco Storace, si è detto preoccupato che «a danno non si aggiunga altro danno», timoroso che sia il Tar stesso ad accettare di ricorrere alla Corte, generando «un caos enorme: il decreto interpretativo va alla Consulta e il procedimento viene sospeso».

Domani, in ogni caso, il Pdl depositerà un’istanza per richiedere ai carabinieri la restituzione del plico con la documentazione, che i militari del Tribunale hanno in consegna dal ‘mezzogiorno di fuoco di piazzale Clodiò di sabato scorso. Il plico sarà poi aperto e la lista letta pubblicamente per allontanare ogni dubbio sui nomi in essa contenuti, al centro di insistenti voci nell’ultima settimana. Contestualmente (e il Pdl anche qui è ottimista) si potranno consegnare le carte negli orari previsti dal decreto stesso. L’Ufficio centrale circoscrizionale poi si prenderà le canoniche 24 ore per esaminarle prima di dare l’ok definitivo.

Salvo sorprese, naturalmente, che potrebbero spuntare dal groviglio giuridico generato dagli avvenimenti degli ultimi giorni. Intanto la tensione politica è forte, e nel centrosinistra è incarnata dalla candidata Emma Bonino, oggi nel Frusinate per la campagna elettorale, ha parlato di «angoscia vera che mi attanaglia: sto veramente pensando se valga la pena di giocare con i bari», ha detto a proposito dell’ipotesi di ritirarsi. La Polverini ha invece ringraziato il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano «per il suo equilibrio e la sua saggezza: ha dimostrato di credere come noi nella democrazia».

  1. Mi sembra l’unica decisione corretta in uno stato di diritto. Se l’obiettivo

  2. il “sacrosanto diritto” delle persone di poter votare i propri candidati, arriva molto ma molto dopo il “sacrosanto dovere” di rispettare le regole…da parte di tutti..
    se ad aver fatto questo casino fosse stata la sinistra, il PDL ora al governo avrebbe fatto un decreto anche per loro o li avrebbe derisi e lasciati al loro destino?