LISTA POLVERINI ESCLUSA DALLE ELEZIONI DEL LAZIO

02/03/2010 di

Non c’è pace nel centrodestra laziale in questa campagna elettorale per le regionali. Dopo lo stop della lista provinciale di Roma del Pdl, mai consegnata al tribunale (che ha anche rigettato un primo ricorso) è arrivata un’altra doccia fredda: il listino regionale collegato alla candidata del centrodestra, Renata Polverini, non è stato accettato, per la mancanza di una firma, e di conseguenza anche la sua candidatura è fuori. Lo prevede la legge elettorale della Regione Lazio: il candidato è capolista del suo listino. Se cade l’uno, cade anche l’altro.

Il centrodestra, però, è fiducioso: con il ricorso che verrà presentato in tempi brevi alla Corte d’Appello, il problema – assicurano dal Pdl – domani sarà superato. «Nessun passo indietro – ha detto Renata Polverini – continueremo la nostra corsa, nulla ci potr’ fermare. Abbiamo avuto tanti problemi che risolveremo tutti. La questione del listino è davvero solo burocratica e domani, ne sono certa, avremo la convalida del listino».

Resta il problema della lista pdl per la provincia di Roma: «escludere dalla competizione elettorale la lista del partito di maggioranza relativa, danneggiata da decisioni senza fondamento, rappresenterebbe un fatto senza precedenti e provocherebbe un grave vulnus di carattere politico», hanno fatto sapere i tre coordinatori nazionali del Pdl, Sandro Bondi, Denis Verdini e Ignazio La Russa, denunciando inoltre «l’azione violenta e illegittima contro il Pdl» a Roma. Oltre alla Polverini, la Corte d’Appello ha rigettato anche i listini di altri candidati alla presidenza: Michele Baldi, Luca Romagnoli, Roberto Fiore e Francesco Battaglia.

In lizza, allo stato delle cose, solo Emma Bonino del centrosinistra e l’outsider Marzia Marzoli, della Rete dei Cittadini. Il listino Polverini sarebbe caduto su una doppia firma necessaria per la presentazione dello stesso, pena la nullità. A firmare la delega dovevano essere, congiuntamente, il coordinatore regionale del Pdl Vincenzo Piso (ex An) e il vice coordinatore regionale del partito Alfredo Pallone (ex Fi). Venendo a mancare quest’ultima firma l’atto non è stato accettato e dunque il listino Polverini è stato escluso. Il ricorso contro la decisione dell’Ufficio centrale regionale presso la Corte d’Appello in merito all’esclusione del listino regionale della candidata del centrodestra Renata Polverini, potrà essere presentato inderogabilmente entro domattina.

È quanto si apprende dalla Corte d’appello di Roma, che avrà poi 48 ore per pronunciarsi. Insomma, un altro colpo di scena nella campagna elettorale del Lazio che però, al contrario dell’esclusione della lista Pdl (che ha già causato, oltre a un secondo ricorso pendente in Corte d’appello, anche una denuncia ai radicali per violenza privata e alla commissione elettorale per abuso d’ufficio) non sembra preoccupare più di tanto il Pdl. Dopo un primo momento di alta tensione (la Polverini, raggiunta a caldo dai cronisti si è chiusa in un no comment) i colonnelli del centrodestra romano si sono chiusi con la Polverini in riunione a via dell’Umiltà, sede nazionale del Pdl. E ne sono usciti rassicurati: sarà presentato tra stasera e domani mattina ricorso alla Corte d’appello che ha 48 ore per decidere, ha annunciato il coordinatore regionale del Pdl, Vincenzo Piso. Al ricorso sarà allegato, come integrazione, l’atto di ratifica di Pallone. «Non siamo preoccupati – ha spiegato il responsabile elettorale Pdl, Ignazio Abrignani – quegli atti saranno ratificati entro domani mattina in corte d’appello». «Sembra un problema tecnico – ha detto uscendo dalla riunione il sindaco di Roma, Gianni Alemanno – la nostra risposta sarà vincere le elezioni».

Emma Bonino ha richiamato ancora al rispetto della legalità. «Noi abbiamo il bollino a posto, per cui sono in campagna elettorale oggi, domani e anche in seguito. Io comunque non sono un giudice, ci sono organi preposti per decidere. Chi ha il dovere di monitorare lo faccia, ma nel rispetto della legge, unica garanzia della convivenza per tutti. Oggi è stata data una prova di sciatteria e impunità, ognuno pensa che le regole non servano, ma ci sono. Poi potenti e prepotenti pensano di non seguirle. Ma la legge è perentoria». Emozionata e incredula, invece, l’altra candidata ancora i piedi, Marzia Marzoli: «il Pdl – ha commentato la leader della Rete dei Cittadini – è stato arrogante. Tornino a essere più vicini alla gente».

  1. ora se il Buon giorno si vede dal mattino, e’ bene che vengano mandati a casa , perche se non sono in grado neanche di presentare banalmente una lista elettorale, immaginatevi quello che potrebbera fare nella res pubblicaa. Capisco che avvezzi come sono al non rispetto delle leggi e delle regole piu’ elememntari del vivere civile e democratico, Prassi gia ampiamente adottata dal loro Padrone Maximo, adesso cercano di scaricare loro evidenti incapacita’ SUI COMUNISTI, E atteso CHE I COMUNISTI NON CI SONO PIU’ SUI RADICALI, ma vergognateVi di esistere!!!!