Regione Lazio, è già campagna elettorale

25/09/2012 di
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 Alla fine la campagna elettorale è arrivata con le dimissioni di Renata Polverini. Più che dalle primarie insomma il Pd nel Lazio è stato spinto ad accelerare la sua strategia dall’inchiesta sui fondi pdl che ha travolto la Regione Lazio. Così giocando d’anticipo e, capendo che il tempo per la «signora di ferro» era scaduto, ha promosso una raccolta di firme di consiglieri dimissionari: fino a stamani 26 poi arrivati, seppur virtualmente a 36 con la ventilata defezione dell’Udc dalla giunta e le annunciate dimissioni anche degli esponenti Fli, Api e Radicali.

Un numero virtuale ma necessario per far sciogliere l’aula della Pisana e spada di Damocle per la Polverini che ha scelto di uscire di scena con le sue gambe. E così la campagna elettorale è arrivata. La corsa in Campidoglio tra Nicola Zingaretti e Gianni Alemanno si vincerà ora anche in tandem alla sfida per la Regione. Una Regione Lazio che ormai suona quasi come una maledizione (tre governatori bruciati da diverse inchieste)e che per il Pd dovrebbe vedere la candidatura di Enrico Gasbarra, gia presidente della Provincia di Roma e segretario regionale. Del resto a spingere sull’acceleratore ‘dimissioni della maggioranzà sono stati proprio loro due, Zingaretti e Gasbarra, dopo il ‘là dato dal primo sul twitter «tutti a casa». E così in due giorni la parola d’ordine è diventata «via dalla Pisana», l’aula consiliare che Franco Fiorito, ex capogruppo Pdl indagato per peculato, ha dipinto ai pm romani come una sorta di Eldorado popolata da consiglieri dediti alla corsa all’oro. Una decisione etica sicuramente ma anche elettorale per smarcarsi nettamente da una «storiaccia».

Lo spazio di un week end e dopo aver vinto resistenze iniziali nel gruppo regionale del Pd, dopo avere superato scontri anche durissimi («noi non abbiamo rubato ma affisso manifesti», le prime obiezioni di alcuni consiglieri regionali), il duo elettorale è riuscito a varare l’operazione «tutti a casa» trascinandosi dietro prima gli altri alleati, Idv-Sel-Fds-Lista Civica-Verdi-Socialisti, poi Fli e Api e soprattutto l’Udc. E proprio quest’ultimo con le parole di Casini «ora la parola ai cittadini» ha fatto franare la già debolissima giunta Polverini. Perchè poi la grande partita a Roma è l’alleanza con l’Udc e il caso Polverini ha permesso al Pd romano di testare la «tenuta» del possibile alleato o almeno la possibilità di trovare alcune convergenze con il partito di Casini corteggiato anche da Alemanno. Se infatti alla Regione l’Udc era in maggioranza, in Campidoglio è all’opposizione e il sindaco più di una volta aveva ‘sognatò politicamente una giunta più ampia sul «modello Polverini». Rimpasto mai arrivato.

Ora la sfida si annuncia durissima e sul doppio terreno Comune-Regione. E l’Udc potrebbe veramente fare la differenza. Alla fine infatti oggi ha incassato i «grazie» di tutti. Della dimissionaria Renata Polverini, «mi è stato vicino fino all’ultimo». E del capogruppo Pd alla Regione Esterino Montino: «la fine di questa brutta pagina Š stata raggiunta anche grazie al comportamento responsabile dell’Udc». Il corteggiamento è appena iniziato.

  1. Mi raccomando ora rivotiamo tutti il grandioso Popolo Dei Ladroni con a capo un fu calvo Alì Babà che da vent’anni insieme saccheggiano impuniti la nostra penisola prendendoci beatamente peri fondelli.

  2. Rita…..sei patetica. E allora continua a votare l’onesta destra…..

  3. Ma pensavo che l’UDC si estraniasse da quel mondo di personaggi che emanano leggi a salvaguardia delle loro appropriazioni, un partito cosi serio e bilanciato una volta di qua e una volta di la, sequendo chi vince e da di più. Aspettiamo i manifesti affissi per per vedere i fututri FIORITO, MARRAZZO e compagnia.
    WANTED voti.