MAFIA A FONDI, SCARCERATO ALESSIO FERRI

22/12/2009 di

E’ stato scarcerato dal gip Romina Incutti di Roma, Alessio Ferri, arrestato nel luglio scorso nell’ambito dell’operazione Damasco 2.

 



I suoi legali hanno dimostrato che da anni l’uomo non aveva contatti con nessuno degli altri membri del sodalizio criminale. L’uomo, difeso dagli avvocati Palmieri e Mastrobattista, è uscito dal carcere di Velletri, senza nessun obbligo.

Secondo l’accusa il gruppo era gestito dai fratelli Venanzio e Carmelo Giovanni Tripodo, figli del boss della ‘Ndrangheta Domenico, ucciso a Poggioreale dal clan di Reggio, rivale e vincente, dei Di Stefano, che si era infiltrato a Fondi per impadronirsi della gestione del mercato ortofrutticolo, uno dei più grandi d’Europa.

Il 6 luglio scorso una poderosa operazione impegnò 200 persone tra agenti del centro operativo Dia di Roma e del comando provinciale di Latina.

Tramite un ex assessore, funzionari comunali e responsabili dei vigili urbani, il gruppo avrebbe ottenuto importanti incarichi e commesse. Diciassette le ordinanze di custodia cautelare (di cui cinque ai domiciliari) eseguite. Furono sequestrate società, immobili e terreni per un valore di circa 10 milioni di euro.

In carcere finirono Carmelo Giovanni Tripodo, il fratello Antonio Venanzio Tripodo, Aldo Trani, Giovanni Bracciale, Riccardo Izzi di Forza Italia e fino all’anno scorso assessore ai Lavori pubblici, Franco Peppe, Pasquale Peppe, Alessio Ferri (oggi scarcerato), Antonio Schiappa, Igor Catalano, Vincenzo Biancho e Antonio D’Errigo.

Le accuse, a vario titolo, vanno dall’associazione per delinquere, associazione di stampo mafioso, abuso, corruzione, falso. L’operazione si è conclusa al termine di due anni di attività investigativa che ha preso spunto da numerose denunce presentate da commercianti e operatori commerciali ai quali in sostanza veniva impedita ogni attività nell’ambito del mercato ortofrutticolo di Fondi finito sotto il dominio dei fratelli Tripodo ai quali si contesta di aver conquistato il terreno attraverso intimidazioni. E non solo, secondo gli investigatori l’infiltrazione è avvenuta nel mercato ma anche in altre attività commerciali come quello dei traslochi, delle pulizie e delle pompe funebri.

La vicenda è collegata alla richiesta di scioglimento del Comune di Fondi per infiltrazioni mafiose, avanzata dal Prefetto ma negata dal Consiglio dei Ministri.