Spesa, Latina è tra le città più care in Italia

03/09/2012 di
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La spesa media di una famiglia italiana tra alimentare, prodotti per l’igiene personale e per la casa si prende il 20% del bilancio totale annuale familiare: per l’Istat sono in media 6.372 euro all’anno.  Approfittare dei margini di risparmio offerti da sconti, primi prezzi o scegliendo gli hard discount per trovare i prodotti non di marca può incidere sino a far risparmiare ben 3.500 euro in un anno.

Secondo un’indagine di Altroconsumo, a Latina si spendono in media 6.472 euro all’anno per la spesa. Il risparmio che si può ottenere scegliendo prodotti e supermercati convenienti è di 373 euro.

È quanto ha calcolato Altroconsumo nel ventitreesimo appuntamento annuale con l’inchiesta che fotografa le dinamiche concorrenziali nella grande distrubuzione all’interno di 61 città italiane, da Bolzano a Palermo, stilando la classifica della convenienza nella spesa degli italiani.

Lo strumento di valutazione è l’indice di convenienza, stilato registrando 898mila prezzi che hanno coinvolto 950 punti vendita – 162 ipermercati; 603 supermercati, 185 hard discount. Sulla base dell’indice è stata stilata la classifica nelle diverse città. Nel valutare i diversi scenari possibili di acquisto e di possibilità di risparmio sono stati creati dei carrelli-tipo, sia considerando 531 prodotti di marca, freschi, di ben 104 tipologie diverse (come biscotti, frutta, detersivi, bibite), sia scegliendone la versione a scaffale più economica in assoluto.

Le tensioni concorrenziali tra diversi punti vendita in città giocano a favore delle possibilità di risparmio per il consumatore;  è quello che succede a Pisa, dove la spesa media è la più bassa di tutte le 61 città analizzate: 5.969 euro, seguita da Firenze e Verona.

Più alta è la sfida tra prezzi a scaffale, più bassi diventano i prezzi; così la possibilità di risparmio – la forbice della spesa tra il punto vendita più caro e meno caro – aumenta per il consumatore. È quanto succede in Toscana, Umbria e Veneto, Emilia Romagna. Pecore nere: Trentino, Val d’Aosta, il centro-sud e le isole maggiori, dove invece langue la battaglia tra insegne.

Nelle possibilità di risparmiare quando si fa la spesa non gioca solo la tipologia di punto vendita e l’insegna; scegliere se approfittare delle offerte oppure abbandonare il prodotto di marca può portare a risparmi inauditi: 24% di spesa in meno se si scelgono i prodotti di marca in offerta; 38% in meno se si opta per i prodotti col marchio dell’insegna del supermercato; 55% di esborso in meno se i prodotti sono sempre quelli primo prezzo; ben 61% in meno se si abbandonano i prodotti di marca, scegliendo l’HD. Sino a ridurre la spesa in un anno di 3.500 euro. Dettagli dell’indagine di Altroconsumo.

  1. La gente comunque deve ritornare a saper fare la spesa, a casa mia sarò anche esagerata ma il frigo è quasi sempre vuoto e sapete perchè? Ad esempio stasera cucino 2 fettine, compro 2 fettine. E’ unitile riempirsi il frigo o la dispensa di cose che magari mangerò tra 1 mese. La verdure si dovrebbe comprare al mercato o in qualche frutteria di quartiere, basta con questi supermercati che veramente invogliano ad acquistare il superfluo! Si dovrebbe ritornare ai negozi di quartiere!!!

  2. esatto Francesca, ci siamo americanizzati nel peggiore dei modi, la funzione del centro commerciale è proprio quella di indurre psicologicamente il consumatore a comprare più di quanto serva, la disposizione delle scaffalature con le merci è dislocata con una logica scientifica precisa, come quella degli autogrill dove il consumatore è obbligato a passare inducendolo all’acquisto di cose che non servono.

  3. Definirei i latinensi con una sola parola: avidi. Attaccati al denaro e al guadagno a spese altrui.case a prezzi di roma centro, se compri un auto usata le quotazioni di latina sono più alte…tutto a latina vale di più, inversamente proporzionale al cervello.

  4. Il fatto è che a Latina i piccoli commercianti, le botteghe ecc. sono quasi sparite schiacciate dalle grandi catene che ovviamente costano di più.
    Sparendo i pesci piccoli e prendendo il sopravvento quelli grandi, ecco che i prezzi lievitano.
    L’altro giorno ho comprato 4 cose di numero alla Conad e la cassiera mi ha detto: “15 euro!”

  5. signori, ma le piccole botteghe comprano a prezzi più alti, come fanno a fare prezzi più competitivi? secondo me il problema sta altrove e non è di difficile individuazione.Si parte dalla produzione, si esaminano i costi di trasporto ed il resto…a mio parere una componente importante che pesa è l’affitto dei locali, i commercianti sono costretti a pagare costi fissi altissimi e quindi ricade il tutto su di noi…a roma, Rione Monti, dove è bellissimo fare la spesa nell’alimentari sotto casa, nella macelleria di riferimento o da qualsiasi commerciante di fiducia l’affitto costa sicuramente meno di latina, in più la densita di abitanti permette incassi maggiori, ricordiamoci che latina fa la popolazione di Via tuscolana dal numero 500 al 1200, però purtroppo ha i prezzi(affitto locali, affitto di casa e spese fisse) di una economia( quella romana) da 3 milioni di abitanti.Il commercio a Latina o è di nicchia oppure rischia la chiusura se nello stesso quartiere si vende lo stesso prodotto…questa è una mia considerazione…attendo le vostre su basi concrete di ragionamento.( rimane il fatto che latina è piena di avidi)

  6. Quando ero piccolo (4-6 anni, vent’anni fa) accompagnavo spesso mia mamma o mio nonno al mercato coperto a comprare verdura, frutta, carne e pesce. Ricordo simpaticamente che era sempre pieno di gente, tanto che facevi fatica a camminare…se ci passi oggi si e no ci trovi i venditori…e per cosa è stato abbandonato? Per un enorme costruito pieno di marocchini ambulanti nel parcheggio, McDonald, aria condizionata e specchietti per le allodole con scritto saldi/sconti…

  7. Mercato o Centro Commenrciale non cambia assolutamente nulla!
    Ma è tanto difficile comprare le cose che SAI di consumare? E francamente nei centri commerciali trovi sempre delle ottime offerte che permettono di risparmiare veramente. Il pane, ad esempio, viene sfornato ogni giorno e costa MOLTO meno del panettiere sotto casa che, nella maggior parte dei casi, lo acquista a sua volta e ci deve ricavare.
    Se non si usa bene il cervello è normale tendere a spendere un enormità.
    Oggi c’è l’offerta della pasta? Comprane un paio di pacchi. Domani ci saranno quei biscotti che già sai di mangiare? Bene, fattene una piccola scorta!
    Risparmiare si può. Anche a Latina.

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