Salerno rivuole il carro armato, Piana delle Orme: “Non se ne parla”

27/08/2012 di
carroarmato-ShermanDD-Paestum-Piana-delle-Orme-latina-0032113

E’ battaglia legale per il carro armato Sherman DD esposto nel museo di Piana delle Orme a Latina. Ora Salerno, dove il carro rimase inabissato per 58 anni, rivuole indietro il mezzo militare americano sostenendo che la vendita avvenuta dieci anni fa non sarebbe legittima.

Il museo di Latina replica attraverso un’intervista pubblicata sul Messaggero: “Faremo di tutto per difendere il nostro carro armato, sul quale abbiamo investito denaro e competenze specifiche per renderlo un gioiello perfettamente funzionante, un pezzo unico”. A parlare è la direttirce del museo Piana delle Orme, Alda Dalzini.

“Facile volerlo adesso – spiega al Messaggero la direttrice di Piana delle Orme – dopo che lo abbiamo interamente restaurato. Ogni parte è stata smontata, ripulita e trattata con particolari componenti chimici passivanti. Il Tank Museum di Bovington in Inghilterra ha collaborato al restauro fornendo i piani costruttivi e i particolari del carro DD. Alcune parti del motore sono state sostituite con ricambi originali, smontati e ripristinati tutti gli ingranaggi e i meccanismi di movimento”.

La vicenda finirà in tribunale visto che l’avvocatura dello Stato ha avviato una causa civile per tentare di ottenere il mezzo che fu acquistato da Piana delle Orme con il via libera, all’epoca, della Soprintendenza per i beni archeologici.

La storia del carro armato. Tra il 5 e il 20 luglio del 1944, nelle acque del Golfo di Salerno, affondò un carro armato anfibio Sherman DD. Il carro era destinato al Centro Addestramento di Battipaglia dove era di stanza il 753° Tank Battallion del VI Corpo d’Armata, che si preparava all’ormai prossimo sbarco nella Francia meridionale (operazione Dragoon). A Battipaglia aveva sede un centro di addestramento (ITC – Invasion Training Center) presso il quale gli equipaggi dei battaglioni corazzati venivano addestrati all’uso dei nuovi carri anfibi Sherman DD che vennero usati per la prima volta in Normandia il 6 Giugno 1944. Il corso aveva la durata di tre settimane.

Arma segreta degli americani. Lo Sherman DD ha una storia particolarissima. Intanto, la sua esistenza era del tutto ignota anche agli stessi archivi dell’esercito statunitense: doveva essere l’arma segreta per lo sbarco in Normandia. Dopo breve tempo dalla sua scoperta in data 18 maggio 2002 il carro armato fu recuperato a Salerno per essere interamente restaurato a Latina. Esso costituisce uno dei 3 carri di questo tipo attualmente esistenti, ma l’unico funzionante. Non fu un protagonista dello Sbarco di Salerno, ma un mezzo a disposizione del battaglione corazzato americano che in seguito lì si insediò in attesa del grande sbarco in Normandia. Il carro affondò durante una manovra di esercitazione: urtò contro una struttura della nave da cui stava discendendo in acqua, e l’urto sfondò la paratia di galleggiamento che rapidamente si allagò. Purtroppo non tutti gli uomini a bordo ebbero il tempo di salvarsi. Uno di loro perì. E il carro sarebbe rimasto sul fondale sabbioso per 58 anni. Erano i giorni tra il 5 e il 20 luglio 1944.

Il ritrovamento del carro va attribuito ad un gruppo di amici di Salerno, appassionati subacquei, che informarono la U.S. Navy della scoperta. Dagli USA giunse la nave recupero e salvataggio “Grasp” per recuperare il DD e trasferirlo presso il museo di Fort Knox. L’operazione (documentata in un filmato realizzato dalla B&B Film) non ebbe però successo e il carro ritornò sul fondo del mare. Il 18 maggio 1998, dopo gli accordi stabiliti con la B&B Film (che ha l’esclusiva delle immagini relative al recupero e al restauro dell’anfibio), Piana delle Orme effettua il recupero. La Capitaneria di Porto di Salerno ha coordinato le operazioni.

Il restauro si è dimostrato notevolmente impegnativo. Ogni parte è stata smontata, ripulita e trattata con particolari componenti chimici passivanti. Il Tank Museum di Bovington in Inghilterra ha collaborato al restauro fornendo i piani costruttivi e i particolari del carro DD. Alcune parti del motore sono state sostituite con ricambi originali; smontati e ripristinati tutti gli ingranaggi e i meccanismi di movimento. Ripristinato anche il sistema Duplex Drive: le valvole gonfiano i manicotti in gomma, si alza il telo e i cingoli muovono con le eliche.

I NUMERI DEL RESTAURO:

  • 693 gli SHERMAN DD prodotti complessivamente da marzo 1944 a febbraio 1945;
  • 3 i D.D. esistenti: uno è in Normandia, l’altro in Inghilterra, il terzo è a Piana delle Orme,
    l’unico ad essere completo e perfettamente funzionante;
  • 58 gli anni in cui lo SHERMAN DD è rimasto in fondo al mare;
  • 24 i metri di profondità in cui si trovava lo SHERMAN DD nel Golfo di Salerno;
  • 35,55 tonnellate il peso del carro appena fuori dall’acqua;
  • 16 le ore di viaggio per trasportare lo Sherman DD da Salerno al Museo Piana delle Orme;
  • 6.000 le ore di lavoro necessarie al restauro;
  • 500 i cm3 cubi di fango e sabbia asportati dall’interno dello scafo;
  • 200 i litri d’olio usati per il cambio e il differenziale;
  • 100 i metri di tubolare di ferro necessari per ricostruire il telaio di galleggiamento;
  • 95 i metri di tubolare di gomma necessari a ricostruire i manicotti gonfiabili;
  • 60 i metri quadrati di telo gommato necessari per ricostruire una metà della cintura laterale
  • 4 gli SHERMAN conservati complessivamente nel Museo Piana delle Orme. (fonte: museo Piana delle Orme)
  1. TUTTI CAPACI ADESSO A RIVENDICARE QUALCOSA DOPO CHE E’ STATO SISTEMATO PER BENE. MA QUESTI CAMPANI CI DEVONO PROPRIO PORTARE VIA TUTTO? PRIMA CI PORTANO VIA I POSTI DI LAVORO, POI LA NOSTRA CULTURA, POI LA LEGALITA’ ED ORA ANCHE I PEZZI DELL’UNICO MUSEO CHE PUO’ DEFINIRSI TALE DEL NOSTRO TERRITORIO? MA NON POTETE ROMPERE LE SCATOLE A CASA VOSTRA?

  2. tipico atteggiamento da napoletano… e senza voler fare perforza i perbenisti e i bacchettoni sapete meglio di me che è vero…. solo da loro potevo aspettarmi questa mossa di acuta intelligenza! ahuauhahu

  3. LA COSA ASSURDA E’ CHE MOLTI PARTENOPI VENGONO QUI, USANO IL NOSTRO TERRITORIO E POI SI LAMENTANO PURE. MA CHI VI VUOLE? TORNATE A CASA VOSTRA CON LA VOSTRA “MONNEZZA”

  4. … e dove lo andrebbero a mettere questo mezzo i “partenopei”? Faranno come i calabrotti che hanno messo due bronzi bellissimi stesi ed incelofanati a reggio calabria …

  5. Se proprio lo vogliono…..facciamo una festa…lo distruggiamo di nuovo e glielo riconsegnato così come era….ke skifo…..sfruttano solo il lavoro degli altri

  6. Buoni… non prendete sempre per oro quello che scrivono qui sopra, che a volte inventano le storie perché non hanno nulla da scrivere (o non vogliono scrivere). Fate un salto indietro con la memoria e ne troverete di bufale che hanno scritto qui sopra.

  7. TUTELARE, CONSERVARE E VALORIZZARE.
    TERMINI SCONOSCIUTI A SALERNO.
    VIVA PIANA DELLE ORME.

  8. Sono un pontino di origine campana, ma spesso i miei corregionali di origine mi fanno vergognare di cotali origini.

  9. Ma quante stronzate e sopratutto quanta ignoranza volevo ricordare a questi amici pontini che salerno e ad un ora di macchina da quei altri amici partenopi come avere scritto in precedenza la colpa non e nostra ma delle istituzioni che all’epoca permisero di ritirarlo se fosse stato per me a calci nel culo e vi avrei fatto fare rientro nelle paludi pontine

  10. Salve a tutti.
    Ragazzi, vi chiedo solo di non gettare fango su tutti i campani, non siamo tutti uguali. (per fortuna)
    Non starò qui a dire chi ha ragione e chi ha torto, dico solo che la verità sta sempre nel mezzo. Giustamente ogniuno tira l’acqua al suo mulino.
    Sono un cittadino salernitano e secondo me il carro dovrebbe restatre a P.d.O. perchè Salerno non è preparata a ricevere un oggetto di simile importanza. L’ignoranza della giunta comunale sull’istituire un museo dello sbarco la dice lunga e poi sono convinto che il mezzo, se trasferito a Salerno, finirebbe per arrugginire in qualche vecchio deposito e magari tenuto anche nascosto ai turisti. Fà bene P.d.O. ad opporsi. Il carro deve restare dov’è!!!

  11. Conosco Salerno, e’ una città diversa dalle altre campane e la loro mentalità si dissocia molto da quella napoletana certo ci sn le eccezioni in come in ogni posto del resto.

  12. È vergognoso che in Italia accadano cose di questo genere a sfavore di chi lavora incessantemente al recupero storico investendo in proprio senza badare a spese come in questo caso, e’ troppo facile approfittare oggi di un bene già’ salvato all’oblio che è’ comunque fruibile da tutti in un contesto di tutto pregio come quello di “piana delle orme”.

  13. ha ragione salernitano i campani non sono tutti uguali :c’e’ Napoli ed interland che ci pui anche dare fuoco ,caserta pure e poi c’e’ salerno e la costa amalfitana dove non sembra di stare in campania e trovi gente brava.

  14. Non vorrei aggiungere altra legna sul fuoco,ma credo che P.d.O abbia ragione a difendere il suo Sherman. Almeno così lo possono vedere tutti e,sicuramente,verrà mantenuto bene. A riprova di ciò,andate a vedere a Ditellandia,Mondragone, come sono stati trattati tanti gloriosi aerei della nostra aeronautica e poi capirete perchè è bene evitare che il tank varchi le frontiere pontine…….

  15. carissimi connazionali la politica tutta da decenni ha scientemente attuato la peggiore delle infamie verso la propria gente con la disgregazione culturale cancellando il senso civico e comune senso d’appartenenza per avere ampia libertà di rubare e saccheggiare, dall’istituzione scolastica devastata da disastrose riforme scolastiche alle stesse istituzioni locali dove gli interessi personali vengono garantiti dalla “politica” parlamentare e governativa emanando leggi e leggine pro domo di una o dell’altra cricca di banditi e balordi, ora siamo di fronte alle macerie etiche e morali di un popolo che non sa nemmeno più distinguere il bene dal male tanto meno riconoscere l’unica forza politica sana formatasi in questo Paese in svendita al miglior offerente perchè morto nelle coscienze, unico caso dove il popolo sventola il tricolore è per il gioco del calcio marcio fino nel pallone, popolo che non è in grado di mostrare fierezza d’appartenenza nemmeno per la ricorrenza dei 100 anni dalla guerra del 15-18, nella quale tutte le famiglie italiane hanno perso al meno un proprio caro, no, non è retorica ma cruda realtà, provate a chiedere a degli studenti cosa fu la 1° guerra mondiale per noi italiani ed avrete dalla maggior parte di loro una amara risposta che comprova il fallimento culturale nazionale nato nel 1861.

    Il senso di tutto ciò è stato riassunto perfettamente da P.P.Pasolini nella poesia “Alla mia nazione” scritta nel 1975.