Camorrista ucciso, killer venuti a Terracina da Napoli

24/08/2012 di
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Di sicuro l’esecuzione di Gaetano Marino, boss del clan camorristico napoletano degli Scissionisti, non è stata progettata a Terracina, per gli investigatori è «altamente probabile» che i killer siano venuti da Napoli. Questo perché nella località balneare del sud Pontino, il camorrista ucciso ieri pomeriggio di fronte allo stabilimento Sirenella, non aveva interessi economici, nè imprenditoriali, nè tantomeno una seconda abitazione. Anche se non era la prima volta che soggiornava nella cittadina, ma sempre in albergo.

SGARRO TRA CLAN. L’ipotesi più accredita è una vendetta per un ipotetico sgarro tra clan camorristi napoletani. Le località balneari in provincia di Latina, come Sabaudia, San Felice Circeo o Sperlonga, sovente vengono scelte da molti boss della camorra per trascorrere le vacanze estive. Questo al di là delle infiltrazioni malavitose pur presenti nel sud pontino che, in questo caso, secondo gli investigatori, niente hanno a che fare con l’esecuzione di Gaetano Marino. Gli investitori di Latina – le indagini sono in team con le squadre mobile di Napoli e di Roma – hanno sentito decine di testimoni – tra parenti e passanti – per cercare di ricostruire nel dettaglio l’agguato e soprattutto ottenere informazioni utili per individuare gli assassini. Molti testimoni hanno visto il killer che in strada sparava decine di colpi, altri hanno notato la Punto Grigia fuggire. Più che a Terracina, gli investigatori guardano a Napoli.

CACCIA ALLA FIAT PUNTO. Una decina di colpi in tutto, al torace e sul volto. E quando Gaetano Marino si è accasciato a terra tra le auto parcheggiate sul lungomare di Terracina è arrivato il colpo di grazia dietro la nuca. Così è morto ieri pomeriggio il 48enne esponente di spicco degli Scissionisti, attirato in una trappola e poi ucciso a bruciapelo da due killer a bordo di una Punto grigia. Uno è sceso dall’auto, si è avvicinato al boss e ha sparato. Poi è risalito e l’utilitaria è fuggita a tutta velocità. Ed è proprio dalla Punto grigia individuata da alcuni testimoni dell’agguato che partono le indagini condotte dalla Squadra mobile di Latina e dal commissariato di Terracina e coordinate dal sostituto procuratore Eleonora Tortora. Gaetano Marino, in costume e ciabatte, era risalito da poco dalla spiaggia in quel momento si trovava sul marciapiede davanti al noto stabilimento balneare Sirenella. Con lui c’era un amico e suo figlio, che sono riusciti a mettersi in salvo fuggendo verso la spiaggia. Il boss si trovava in vacanza con la famiglia proprio nella cittadina del litorale pontino, dove qualche volta trascorreva i fine settimana. Alloggiava in un hotel poco lontano dal lungomare. All’ora dell’omicidio, le 17, il lido era ancora affollatissimo. Gli spari hanno messo in allarme centinaia di bagnanti, ma dopo il panico, le urla e la fuga di molti, la gente si è radunata sulla strada intorno alla scena del delitto. In uno stabilimento balneare poco lontano c’era anche il sindaco di Terracina Nicola Procaccini, che poco dopo ha raggiunto il lido Sirenella teatro dell’omicidio.

IL SINDACO PROCACCINI. «Sono in costante rapporto con le forze dell’ordine e in particolare con la prefettura di Latina, per quanto l’episodio sia circoscritto alla lotta tra clan in un territorio che non è certamente quello di Terracina. Resta il fatto che si è trattato di un atto gravissimo che rischia di traumatizzare non soltanto i cittadini, ma in generale l’intero comparto turistico in un periodo poi di alta stagione». È il commento del sindaco di Terracina Nicola Procaccini che, dopo l’agguato di camorra sul lungomare della cittadina, dove è stato ucciso un boss, ha convocato una giunta straordinaria per discutere dell’accaduto. «In questi giorni in città – ha spiegato il primo cittadino – vi sono decine di migliaia di persone e la risposta che dobbiamo fornire loro è quella di sollecitare un maggiore e più capillare controllo della città da parte delle forze dell’ordine, e contestualmente contribuire a rasserenare tutti, perchè quanto accaduto è una vicenda che non sembra essere collegata a interessi provenienti dal nostro territorio. La Giunta comunale ha deliberato questa mattina di aderire alla rete di amministrazioni locali denominata Avviso Pubblico, che ci consentirà non soltanto una maggiore formazione per il nostro personale impegnato a istruire i bandi pubblici, ma anche di poter scambiare informazioni utili su dinamiche e composizioni della criminalità organizzata per avere in tempo reale una mappatura allargata e meglio definita dei movimenti delle consorterie sul territorio nazionale». Secondo Procaccini, Terracina resta «una città tranquilla e fuori dalle aberranti logiche criminali che ieri hanno imbrattato di sangue il lungomare». «I cittadini – ha aggiunto – hanno dimostrato da subito la propria reazione denunciato alle forze dell’ordine quanto hanno visto. C’è nella popolazione residente, ma anche nella quasi totalità dei nostri ospiti, una coscienza civica forte e sana e quello della denuncia lo ritengo un sistema capace di interrompere la devastante scia di sangue.

  1. E’ mai possibile che un camorrista incallito da diversi anni a Terracina per le vacanze, e le forze dell’ordine all’oscuro di tutto? E mai possibile, che i bagnanti sapevano chi era, e nello stesso stabilimento, il sindaco di Terracina prendeva il sole nello stesso luogo?. E’ così che si vuole combattere la camorra?

  2. Killer talmente bravi che per uccidere una persona hanno sparato 15 colpi di cui solo sette hanno raggiunto il bersaglio……… se fossero stati pontini sarebbero stati più precisi……..

  3. quando la politica è debole lascia spazio a chi se lo prende, chi vuol capire capisca.

  4. nnnooooooo, ma daaaaiiiii, non ci credo…..
    pensavo non ci fosse nemmeno bisogno di dare sta notizia, invece….!!!!

  5. La camorra sta prendendo possesso del nostro territorio e i politici non vedono, non sentono, non parlano. Acquistano licenze commerciali, terreni, immobili ecc.ecc. Tutto denaro da riciclare. Proventi di spaccio di droga ed altro. La prossima mossa di questi delinquenti e nel 2013, quanto metteranno all’asta le concessioni dei stabilimenti balneari. Noi pontini, se dobbiamo accedere al mare, preperiamoci a rimpinguare le casse dei delinquenti.