Giudici contro Cusani: “Attacchi inammissibili”

04/07/2012 di
de_robbio_costantino

L’Associazione Nazionale Magistrati, Sottosezione di Latina, interviene sul caso Cusani e su alcuni episodi che si sono consumati lunedì al termine di un processo contro i Di Silvio, con una comunicato firmato dal segretario Raffaele Tuccillo e dal presidente Costantino De Robbio.

Le minacce, indicate nella nota, sono riferite alle intimidazioni rivolte dai rom al pubblico ministero e ai giudici presenti in aula, dopo la lettura della sentenza che ha condannato alcuni membri della famiglia Di Silvio. Al presidente della Provincia Armando Cusani, invece, viene contestato il giudizio da lui espresso dopo la condanna ricevuta a due anni per abusivismo edilizio, e l’attacco a uno dei componenti del collegio.

“L’Anm – si legge nella nota – è costretta nuovamente ad intervenire per esprimere indignazione su gravissimi episodi che stanno quotidianamente funestando l’attività dei magistrati della Sezione Penale del Tribunale di Latina e della Procura della Repubblica di Latina. Devono, infatti, segnalarsi forme di minacce ed intimidazioni rivolte nei confronti del Collegio Giudicante e del Pubblico Ministero, sia in udienza che attraverso organi di stampa.

In particolare, i recenti episodi, che si aggiungono a numerosi altri, già segnalati da parte dei giudici del Tribunale e dall’Anm, sono rappresentati da: inquietanti minacce ed intimidazioni rivolte in udienza al dott. Marco Giancristofaro ed alla sua famiglia; gravissimi attacchi personali, minacce e forme di delegittimazione rivolte nei confronti del collegio giudicante penale composto dalla dott.ssa Lucia Aielli, dott.ssa Gabriella Nuzzi e dott.ssa Mara Mattioli sia in udienza che attraverso organi di stampa.

Gli episodi dei giorni scorsi, incresciosi ed allarmanti sia per la loro offensività che per le modalità esecutive che li caratterizzano, oltre a ledere interessi del singolo individuo, costituiscono delle forme di delegittimazione dell’intera magistratura da condannare con forza, tanto più in considerazione del fatto che alcune delle predette dichiarazioni provengono da soggetto che riveste una delle massime cariche istituzionali del territorio quale il Presidente della Provincia di Latina dottor Armando CUSANI, che ha ritenuto di esplicitare il proprio dissenso ad una sentenza di condanna nei suoi confronti durante la riunione di un organo amministrativo mediante inammissibili attacchi personali ad uno dei componenti del Collegio.

Deve altresì rilevarsi che tali attacchi personali e forme di delegittimazione non costituiscono episodi isolati, ma appaiono sintomo di un preoccupante “calo di attenzione” per la funzione rivestita dai magistrati nell’esercizio delle proprie funzioni.Si tratta di vicende estremamente gravi che, purtroppo, fanno seguito a una lunga serie di minacce e comportamenti di vario genere in danno dei magistrati che quotidianamente operano con abnegazione in una realtà difficile come quella del Tribunale di Latina.

L’Anm manifesta, pertanto, convinta e piena solidarietà e vicinanza ai colleghi impegnati nello svolgimento della loro attività con impegno e costanza, malgrado la notevole gravosità dei ruoli del Tribunale e la degenerante situazione ambientale che lo caratterizza.

Siamo certi che anche a seguito dei menzionati episodi nessuno dei magistrati giudicanti e requirenti del Tribunale di Latina si sentirà meno motivato nello svolgimento, sereno ed imparziale, del proprio lavoro.

Riteniamo tuttavia imprescindibile ribadire che la magistratura pontina risponde compatta ad ogni tentativo di legittimazione e di minaccia alla propria integrità, sia esplicita che implicita, e ci riteniamo convinti che tale sentimento sia condiviso anche dagli Avvocati del Foro e dalla cittadinanza.

Si richiede con urgenza un intervento forte, immediato, serio, chiaro e coerente da parte delle istituzioni e degli operatori del sistema giudiziario per affrontare e superare il grave stato di emergenza che sta caratterizzando il Tribunale di Latina e far cessare la costante campagna di delegittimazione delle istituzioni giudiziarie”.