MAFIA A FONDI, UN ANNO DI INDAGINI FINITE NEL NULLA
Risale all’8 settembre di un anno fa la prima proposta di scioglimento del consiglio comunale di Fondi, avanzata dal prefetto di Latina Bruno Frattasi dopo gli accertamenti della commissione d’accesso nominata a febbraio del 2008 e conclusi con una relazione di 500 pagine in cui si ricostruivano i legami tra l’attività amministrativa dell’ente e la criminalità organizzata.
A quanto emerso il Comune avrebbe subito, in diversi settori, le pressioni del clan Tripodo-Trani operante nel sud pontino e legato alla ‘ndragheta calabrese. Le indagini della commissione d’accesso erano scattate a seguito della dichiarazioni di un ex assessore di Fi, Riccardo Izzi, vittima di attentati incendiari, che aveva ammesso ai carabinieri e alla Dia l’esistenza di legami con la famiglia Tripodo e aveva ricostruito i «favori» alla malavita organizzata nell’affidamento di servizi. Con la richiesta di scioglimento si era messa in moto la macchina del ministero, la relazione era stata verificata e si era arrivati a una seconda commissione per l’esame del materiale raccolto. L’esito era era stato lo stesso mentre la Dia concludeva a Fondi l’operazione «Damasco» con 17 arresti per associazione a delinquere di stampo mafioso, tra i quali quelli dell’ex assessore di Fi, di funzionari del Comune poi rimessi in libertà dal Riesame e dei capi del clan Tripodo-Trani. A quel punto si era aperta la battaglia politica sulla mancata decisione del Consiglio dei ministri rispetto allo scioglimento. Nel corso di una riunione del Cdm avvenuta il 31 luglio scorso il ministro dell’Interno Roberto Maroni aveva stabilito di chiedere un’ulteriore relazione al prefetto, sulla base delle nuove norme entrate in vigore l’8 agosto sui comuni a sospetto mafia. Con la nuova documentazione inviata al Cdm ad agosto il prefetto aveva ribadito la richiesta di scioglimento. La scorsa settimana sono arrivate le dimissioni del sindaco Luigi Parisella (Pdl) e della sua maggioranza e così oggi la decisione del Cdm di non decidere di sciogliere il comune per infiltrazioni criminali ma di prendere atto dello scioglimento per le dimissioni di sindaco e maggioranza e di mandare il comune al voto a marzo prossimo.
FONDI EVITA LO SCIOLGIMENTO, IL GOVERNO SALVA IL COMUNE
Il consiglio comunale di Fondi non è stato sciolto per infiltrazioni mafiose, come aveva indicato il prefetto di Latina e come avevano chiesto le opposizioni. Oggi il consiglio dei ministri ha preso atto dello scioglimento dell’amministrazione a seguito alle dimissioni della scorsa settimana del sindaco e della maggioranza del Pdl e dell’arrivo di un commissario prefettizio. Elezioni nel marzo prossimo. «L’amministrazione comunale non c’èpiù, il problema è stato risolto – ha detto il ministro dell’Interno Roberto Maroni – Io ho proposto di scegliere la via della democrazia, che è sempre meglio di ogni commissariamento. Nei giorni scorsi il prefetto di Latina ha nominato un commissario per la gestione straordinaria. Risolto il problema avevamo due scelte: procedere comunque al commissariamento per 18 mesi oppure ridare la parola al popolo sovrano. E io ho proposto, e il Consiglio dei ministri ha accolto la mia proposta, di scegliere la via della democrazia e il popolo sovrano sceglierà la nuova amministrazione». Così a un anno dalla richiesta del prefetto Bruno Frattasi a conclusione di un’indagine sugli atti della città di 30mila abitanti, sede del centro ortofrutticolo più grande del Centrosud, teatro di attentati ad attività commerciali, di un’inchiesta della Dia che ha portato a 17 arresti, tra cui quello di un consigliere comunale di Fi e di esponenti della ‘ndrangheta, il governo ha chiuso il caso dopo due rinvii. Le opposizioni hanno subito parlato di «resa incondizionata alla criminalità» evidenziando che così sindaco e consiglieri dimissionari potranno candidarsi a marzo, impossibile se il comune fosse stato sciolto per mafia. Il leader dell’Idv Antonio di Pietro ha chiesto le dimissioni di Maroni definendo il mancato scioglimento «un atto gravissimo che conferma la collusione fra la politica e la mafia, continueremo a batterci a difesa della legalità». E il collega di partito, il senatore Stefano Pedica, ha chiesto al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano di non firmare il provvedimento. «La mafia ha sconfitto lo Stato ancora una volta. Il Governo ha ceduto alle pressioni dei partiti locali del centrodestra, contraddicendo ed esponendo il prefetto e tutte le forze dell’ordine» hanno detto Walter Veltroni, Laura Garavini e Luigi De Sena assieme gruppo Pd della commissione antimafia. Aggiungendo: «Emerge con chiarezza la responsabilità di Maroni che in commissione aveva preso l’impegno a sciogliere il comune, cosa che non è avvenuta. È lui il principale responsabile. È lui che deve tornare in commissione a rispondere della gravissima decisione». Anche il segretario del Prc Paolo Ferrero ha chiesto le dimissioni di Maroni. «L’impegno e la coerenza di Maroni nella lotta alla mafia è indiscutibile. La risposta migliore è l’arresto di un intero clan ieri a Catania di cui uno dei 30 latitanti più pericolosi. Gli slogan nascono e muoiono in un nanosecondo; il lavoro di un ministro serio rimane negli annali della storia», hanno replicato i senatori della Lega Nord Piergiorgio Stiffoni e Gianpaolo Vallardi, commissario dell’Antimafia. «È stata fatta giustizia, restituendo la parola al popolo sovrano, che potrà scegliere da chi farsi governare – ha detto il senatore del Pdl Claudio Fazzone, coordinatore provinciale del partito – Noi siamo dalla parte della legalità e il Governo lo sta dimostrando con i fatti. La sinistra utilizza la lotta alla criminalità organizzata per tentare di sovvertire i risultati che il centrodestra ottiene democraticamente».
ma a fondi la mafia?siete stai a napoli?in calabria e sicilia dove lo stato
Adesso basta, state esagerando, io come cittadino fondano sono stufo di tutte queste chiacchiere e di questo clamore per nulla di rilevante. E basta a chi risponde ” come il Prefetto, le indagini, gli arresti, le forze dell’ordine …? “. Loro fanno il proprio lavoro e devono continuare, ma le parti politiche devono smetterla di usarci come bandiera, stanno solo distruggendo l’immagine di una citt
gioved
guarda quanti scherzi che ho trovato!
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