Pullman fuori strada, stop al raduno dei carabinieri. I messaggi di cordoglio

05/05/2012 di

La festa lascia il posto al lutto e la tristezza alla gioia di sfilare domani a Jesolo per celebrare la giornata di chiusura del raduno nazionale dei carabinieri. Oggi, davanti ai cinque morti e ai 18 feriti, tra ex commilitoni e familiari, del pullman partito nella notte da Aprilia verso la località balneare veneziana, nell’Arma c’è solo spazio per il dolore.

La notizia è piombata improvvisa mentre uomini in divisa e ex militari dell’Arma entravano nella Basilica di San Marco, a Venezia, per la messa officiata dal Patriarca, mons. Francesco Moraglia, prima del trasferimento a Jesolo, dove tra oggi e domani era previsto l’arrivo di 50-60 mila persone. All’inizio informazioni frammentarie sull’incidente nel padovano e sul numero di vittime e feriti: poi, alla fine del rito, le certezze sul numero delle persone decedute e dei ricoverati negli ospedali veneti. «È una tragedia che colpisce una grande famiglia», ha detto il presidente dell’associazione nazionale carabinieri (Anc), gen. Libero Lo Sardo.E «grande famiglia» e «tragedia» sono ripetuti, come un eco, dalle centinaia di ex militari che erano con lui a San Marco. In pochi minuti la decisione di sospendere il programma del raduno e organizzare per domani mattina una messa in suffragio delle vittime a Jesolo con una mesta sfilata con i labari listati a lutto, via le fanfare e nessun reparto in armi. A Jesolo «saltano» le esercitazioni di unità cinofile, il lancio di paracadutisti e un concerto bandistico; a Venezia, tra San Marco e Rialto, la tragedia che ha toccato gli ex commilitoni è come un silenzioso fantasma che accompagna l’andare di tutti gli appartenenti all’associazione nazionale carabinieri giunti da varie parti d’Italia. C’è chi si muove come un automa, con lo sguardo perso chissà dove, neppure infastidito dal mare di turisti che nulla sanno dell’accaduto. Non ci sono sorrisi e non c’è voglia di vivere la giornata come si sarebbe voluto. Chi, specie tra i più giovani, aggrappato al cellulare parla con casa dando la notizia o cercando conferme. Mentre una sorta di pudore attanaglia tutti. Resta la fierezza delle mostrine e della bustina con il fregio in testa, o il fazzoletto blu e rosso al collo, ma nessuno vuol parlare dell’accaduto, dire il suo nome: la provenienza si intuisce da qualche fregio o dall’accento della parlata. «Chi è morto – dice un gruppo dalla Toscana – è uno di noi, è uno della nostra famiglia. Per noi ci sono solo i valori che accomunano non altro». «Giusto interrompere la festa – aggiungono altri dalla Lombardia – perchè questa non è più un raduno». «Visiteremo un pò di Venezia invece di tornare a Jesolo come previsto – aggiungono dei campani -, anche se lo stato d’animo non è quello ideale». Poi c’è chi vuole sapere di più e si spinge verso San Zaccaria, dietro a San Marco, va dai colleghi, quelli in servizio al Comando Provinciale dei Carabinieri, per avere altre notizie. Ma il piantone non può parlare: le eccezioni non esistono neppure per gli ex.

IL SINDACO DI VILLA SANT’ANGELO. «Il gruppo di Arioli, insieme ad altri dell’associazione carabinieri del Lazio, in particolare di Aprilia e Sabaudia. Sono stati tra i primi arrivare a Villa Sant’Angelo, ci hanno aiutato senza risparmiarsi a dare assistenza alla popolazione in quei momenti drammatici, fin dalla prima notte passata nel parco comunale dove si erano radunate tutte le persone dopo il terremoto». Così il sindaco di Villa Sant’Angelo (L’Aquila), Pierluigi Biondi, ricorda il carabiniere in congedo Roberto Arioli, originario di Aprilia, scomparso con altre quattro persone nel tragico incidente stradale a Padova, mentre si recava a Jesolo per un raduno. «La sua morte – ha detto – colpisce profondamente la comunità di Villa Sant’Angelo: siamo addolorati per la scomparsa di un uomo solidale e generoso». Il sindaco ha anche ricordato che Arioli e il suo gruppo sono tornati a Villa Sant’Angelo anche dopo la fine dell’emergenza «a riprova del legame che si è instaurato con chi ci ha soccorso e aiutato».

IL CORDOGLIO DI ZACCHEO. “Desidero esprimere il mio più profondo cordoglio – scrive l’ex sindaco di Latina, Vincenzo Zaccheo in una nota – per la tragedia che si è consumata nel padovano dove hanno perso la vita ex Carabinieri in congedo ed i familiari di alcuni di loro, provenienti da Aprilia. Ho sempre avuto, come figlio di un uomo dell’Arma, un legame antico e forte con l’Arma dei Carabinieri, con uomini e donne ispirati a valori a noi comuni, storicamente legati in maniera indissolubile al nostro territorio. Ricordo che nel 2008 Latina ospitò, in una quattro giorni, il Raduno di 50mila carabinieri in servizio ed in congedo ed in quell’occasione venne conferita la cittadinanza onoraria all’Associazione Nazionale dei Carabinieri. A sua volta, l’Associazione ricambiò rendendo la nostra Città Socio onorario. Il mio pensiero va al Tenente Roberto Arioli, Presidente dell’Associazione Carabinieri di Aprilia, a Gianfranco Gruosso, a Settimio Iaconianni, a Maria Ivana Aronica e a Maria Domenica Colella. Ci stringiamo attorno all’Arma dei Carabinieri che quotidianamente presta il suo impegno per la tutela della sicurezza e del bene comune. Si unisce al cordoglio il Presidente dell’Associazione Carabinieri di Latina Tenente Vitale il quale ha inviato una delegazione pontina sul luogo dell’incidente mortale”.

ABBRUZZESE. Voglio esprimere tutta mia sincera vicinanza alle famiglie delle vittime rimaste uccise nel tragico incidente avvenuto oggi nei pressi di Padova. Un dolore che colpisce tutta la comunità laziale e in particolare la città di Aprilia». Lo ha comunicato il presidente del Consiglio regionale del Lazio, Mario Abbruzzese. «Auguro – ha aggiunto – ai passeggeri del pullman, alcuni dei quali rimasti gravemente feriti, una pronta guarigione».

CUSANI. «A nome dell’intera Provincia di Latina e mio personale esprimo il profondo cordoglio per il tragico incidente stradale accaduto questa mattina alla comitiva di ex carabinieri di Aprilia, che si recava all’annuale raduno nella città di Jesolo». Sono le parole di cordoglio del presidente della Provincia di Latina Armando Cusani, per le cinque vittime dell’incidente avvenuto questa mattina lungo la A13. «In questo triste momento – ha aggiunto Cusani – non possiamo che testimoniare la nostra vicinanza ai familiari delle vittime e l’auspicio che i feriti possano in breve tempo tornare alle loro normali attività. È per noi un fatto oltremodo triste perchè ogni anno all’evento di Jesolo partecipavamo con il Gonfalone e una nostra rappresentanza istituzionale, a testimonianza di come l’Arma dei Carabinieri gode del rispetto e della fiducia della Provincia e di tutti i cittadini pontini. Quest’anno, per una mera ragione organizzativa dovuta alle elezioni amministrative del 6 e 7 maggio, dove per l’espletamento del servizio di sicurezza presso le sedi dei seggi elettorali è prevista anche la collaborazione della polizia provinciale, non ne abbiamo disposto la partecipazione. Rimaniamo in ogni modo a disposizione dell’Associazione Carabinieri di Aprilia per quanto la Provincia potrà essere utile».