L’ECONOMIA PONTINA E’ IN CRISI, VERTICE IN PROVINCIA

04/08/2009 di

Primo tavolo di concertazione questa mattina in Provincia sulle crisi industriali. Il tavolo è stato convocato per fare una panoramica complessiva sullo stato di crisi attuale in cui versano le aziende pontine. L’obiettivo è quello di delineare un percorso condiviso per affrontare da una parte le emergenze in corso e dall’altra delineare un piano di azione comune finalizzato allo sviluppo delle infrastrutture e dei servizi a supporto del sistema imprenditoriale pontino.

 

Hanno aderito all’incontro Salvatore D’Incertopadre della Cgil, Luigi Garullo della Uil, Claudia Baroncino della Cisl, Vespasiano Di Spirito di Confindustria, Claudio Durigon della Ugl e Antonio Di Micco della Federlazio. “Non dobbiamo aspettare il 2010, dobbiamo rimboccarci le maniche e agire sinergicamente per affrontare questo momento molto duro per le aziende pontine – ha detto l’assessore Silvio D’Arco – nel Lazio, nell’ultimo anno la cassa integrazione è aumentata del 1000 %”.

“Che la Provincia non abbia competenze sul tema è un paravento che si deve abbattere. Se l’obiettivo unico è quello di uscire dalla crisi – ha proseguito D’Incertopadre – dobbiamo interagire sistematicamente intervenendo sulla politica delle costi alle imprese, facendo azioni vere, concrete, dando risposte immediate”. “Era da diverso tempo che non riunivamo e sono lieto che l’Assessore ci abbia convocato – ha continuato Luigi Garullo – per iniziare un confronto. Ci vuole sudore, tanta fatica e tanta volontà per affrontare seriamente questo momento difficile. Se vogliamo davvero dare un senso a interventi concreto a questi tavoli dobbiamo deliberare prese di posizione sul locale rendendo partecipi anche i Comuni”.Anche Claudia Baroncino ha puntato sul “gioco di squadra”. “Dobbiamo dare le gambe a questo tavolo – ha detto – il coinvolgimento dei Sindaci lo ritengo necessario, così come quello dei bancari che diano spiegazioni sul credito alle imprese”. Durigon si è detto concorde con quanto emerso, suggerendo di affrontare lo specifico e non il generalistico, azienda per azienda, settore per settore.

Di Micco della Federlazio suggerisce concertazione e immediatezza. “Il momento peggiore non è ancora arrivato – ha detto – nei prossimi 15 mesi i nodi delle banche verranno al pettine, Questa è una crisi particolare dalla quale usciremo diversi da come siamo entrati. Quello che chiedo agli amministratori, pertanto, è di assumere una funzione diversa, concertando il loro lavoro con i colleghi, affiancare alle politiche del lavoro quelle della formazione, che già avviene, ma l’attenzione deve restare sempre alta”. L’impegno della Provincia è quello di valutare e valorizzare al meglio i recenti provvedimenti del Governo, tra cui le norme anticrisi appena varate e il documento anticrisi predisposto dalla Regione Lazio approvato recentemente dai sindacati. Il fine ultimo è quello di approntare a settembre un piano di azione integrato comprendente i settori formazione, lavoro e sviluppo, così come richiesto dai partecipanti del tavolo. L’Assessore D’arco si è detto molto soddisfatto della disponibilità mostrata dai convenuti assicurando il suo impegno istituzionale al fianco dei lavoratori e delle imprese al di là ed oltre le limitate competenze spettanti alla Provincia. A settembre sarà avviata l’elaborazione di un piano di lavoro comune da sottoporre sia al Governo centrale che alla Regione Lazio.

Osserfare presenta i dati sull’economia pontina nel primo quadrimestre 2009. Dall’analisi emerge che nei primi quattro mesi di quest’anno, le imprese del campione di Osserfare confermano una situazione di forte difficoltà, in un contesto di domanda che si mantiene su livelli minimi e di ulteriore contenimento dei margini. Difatti, in termini di domanda, le opinioni delle imprese relative alla prima porzione d’anno non si discostano in maniera significativa rispetto alla chiusura del 2008, comunque particolarmente critica: la quota degli intervistati che dichiara in flessione i propri clienti raggiunge il 50,7% (contro il 47,5% di fine 2008); il confronto in termini tendenziali, in ragione del propagarsi della crisi internazionale, mostra un differenziale negativo di circa 10 punti percentuali (nello stesso periodo del 2008, la quota si attestava al 41,6%). Stazionari gli ordinativi per il 38,1% degli operatori, pressoché in linea con le ultime rilevazioni; in leggera flessione la quota di quanti dichiarano in aumento la domanda (11,1%, contro il 13,1% di fine 2008).

Più significativo lo spostamento dell’opinione delle imprese in relazione al fatturato: continuano a prevalere, ed in misura sensibilmente maggiore, le imprese che dichiarano di aver subito una diminuzione del fatturato (54,7% la quota, contro il 45,4% di fine 2008); circa 1/3 del campione ritiene che i ricavi dalle vendite si siano mantenuti stazionari, senza registrare variazioni di rilievo rispetto alle precedenti osservazioni. Più marcato il ridimensionamento di quanti ritengono in crescita il proprio fatturato nel I quadrimestre 2009: la quota risulta pari al 13,0%, rispetto al 19,2% di fine 2008.

L’analisi per settori di attività economica evidenzia un considerevole arretramento delle attività turistiche. I comparti industriali risultano in ulteriore affanno, soprattutto in termini di fatturato, che risulta in robusta contrazione. I servizi non mostrano grandi spostamenti in termini congiunturali, confermandosi il comparto con performance relativamente migliori rispetto agli altri settori; sebbene, il confronto in termini tendenziali confermi, come peraltro avviene per gli altri comparti, uno scenario di maggiori difficoltà. I segnali provenienti dalle attività commerciali convergono verso opinioni di una domanda che prevalentemente è in flessione (54,9% la quota di imprese che dichiara diminuzioni dei clienti), su livelli che potrebbero definirsi “da crisi”, con frequenze di risposta che, a meno di qualche fluttuazione irrisoria tra un quadrimestre e l’altro, delineano un quadro di diffusa difficoltà.

Nell’attuale contesto congiunturale, i prezzi di vendita forniscono segnali di una tendenza in linea con quanto registrato nel corso del 2008, peraltro con una decisa accelerazione. Difatti, nel corso del I quadrimestre 2009, oltre il 22% delle imprese dichiara di avere effettuato revisioni al ribasso dei listini, il doppio rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente ed in progressiva crescita nel corso del 2008. Tali dinamiche sono diffuse in tutti i comparti con un impatto più o meno ampio, che mostra una sorta di ribaltamento delle politiche di prezzo degli intervistati, rispetto al “consueto” rialzo dei listini evidente in serie storica.

Sul fronte occupazionale si conferma la consueta e diffusa stazionarietà del mercato del lavoro dichiarata per tutte le forme di impiego in media da circa i ¾ dalle imprese (la domanda sull’occupazione storicamente registra una forte concentrazione su tale modalità di risposta); per la parte residuale del campione, si assiste ad una prevalenza ed ad un incremento delle aziende che affermano in riduzione l’occupazione fissa (14,3% delle imprese, era il 13,3% nell’analogo periodo del 2008), nonché ad una flessione dell’occupazione atipica (12,3% la quota di imprese, come nel primo quadrimestre 2008).

Le previsioni per il secondo quadrimestre 2009 indicano come la difficile congiuntura continuerà a coinvolgere buona parte delle imprese. Le aspettative di riduzione di ordini e fatturato mostrano complessivamente la stessa intensità di fine 2008, confermando che il clima di sfiducia resta sfavorevole.