FAZZONE: SI INDAGHI SUL PREFETTO FRATTASI

26/07/2009 di

Fazzone attacca, torna a chiedere «una commissione d’inchiesta che verifichi tutti gli atti e l’iter prodotto in questa vicenda dal prefetto di Latina e della correttezza degli interventi delle forze politiche della sinistra veicolati sui media». Dall’opposizione rispondono, preparando sit-in e fiaccolate fino al prossimo consiglio dei ministri. Quello nel quale, si spera, sarà presa una decisione. In un senso o nell’altro.

Il senatore di Fondi, la sua “roccaforte” elettorale, parla di: «Caso montato ad arte e fortemente strumentalizzato dalle forze di sinistra che sin dal primo momento hanno fatto pressione inusitata attraverso gli organi di informazione affinché il Governo prendesse una decisione sic et simpliciter». Poi rivolgendosi al collega Pedica dell’Italia dei valori che ha interrotto la conferenza stampa del ministro Gelmini afferma: «Dovrebbe raccontare quello che è agli atti del Senato e cioè la supplica che gli ha fatto il prefetto di Latina Frattasi, il quale nel perorare la “causa Fondi”, ovvero lo scioglimento del Comune, gli avrebbe confessato di essere stato lasciato solo dalle Istituzioni. E che lo stesso prefetto “si starebbe muovendo a 360 gradi pur di arrivare alla chiusura del municipio pontino”. Ritengo grave quanto riferito dal senatore Pedica rispetto alla richiesta di prebenda di un servitore dello Stato che dopo aver fatto il suo dovere non può entrare anche nelle questioni politiche facendo il giro delle sette chiese degli esponenti dei partiti della sinistra».

 

Gli fa eco il coordinatore del Pdl del Lazio, Alfredo Pallone: «Al di là degli altri filoni d’indagine che nulla hanno a che vedere con le vicende del Comune, rappresenta un bieco modo di interpretare l’opposizione politica. Pedica e i suoi sodali politici, dopo gli arresti e le scarcerazioni del tribunale del riesame dei dipendenti del comune di Fondi, a conferma dell’estraneità dell’amministrazione dalle accuse di infiltrazioni camorristiche e riconducendo il tutto alla responsabilità di un assessore cacciato da due anni dal partito, cerca in questo modo di offrire una spallata mediatica decisiva».

Più cauto il senatore Raffaele Lauro del Pdl, membro della commissione antimafia: «Non si vuole coprire nessuno, se sussistono elementi certi, il Governo sciolga l’amministrazione comunale senza esito, in caso contrario restituisca l’onore agli amministratori. Chiederò al presidente Pisanu di discutere il “caso Fondi” in una apposita seduta pubblica, con l’esame degli atti già acquisiti e di quelli relativi all’Operazione Damasco, evitando condanne preventive, processi sommari e strumentalizzazioni interessate».

Si fa, purtroppo, ancora confusione fra questioni diverse. La proposta di scioglimento avanzata dal prefetto e fatta propria, dopo ulteriori approfondimenti dal ministro dell’Interno Roberto Maroni è una misura preventiva e un atto di carattere amministrativo. Le inchieste c’entrano poco, perché arresti o meno un Comune si scioglie se: «Emergono elementi su collegamenti diretti o indiretti degli amministratori con la criminalità organizzata o su forme di condizionamento degli amministratori stessi che compromettono l’imparzialità degli organi elettivi e il buon andamento delle amministrazioni comunali e provinciali, nonché il regolare funzionamento dei servizi alle stesse affidati». E’ emerso chiaramente quale fosse la situazione a Fondi. Ora si decida. (GIOVANNI DEL GIACCIO Il Messaggero 26-07-2009)

  1. Rinnovando piena fiducia nell’operato della magistratura, consapevoli che ogni indagato

  2. Aspetteremo pochi anni, ma spero anche meno, se le forze politiche e sociali, nonch