LAVORO NERO, IRREGOLARE IL 67% DELLE AZIENDE DI LATINA
«Nel Lazio il 17.2% dei lavoratori è
irregolare mentre le aziende irregolari costituiscono il 60.8%
del totale regionale». Questo il dato iniziale che emerge dal
Rapporto sul lavoro nero presentato dalla Cgil Roma e Lazio e
sviluppato dalla Fondazione Cesar.
irregolare mentre le aziende irregolari costituiscono il 60.8%
del totale regionale». Questo il dato iniziale che emerge dal
Rapporto sul lavoro nero presentato dalla Cgil Roma e Lazio e
sviluppato dalla Fondazione Cesar.
La provincia più in «nero»,
secondo il Rapporto, è quella di Frosinone con l’85% delle
aziende irregolari; seguono le province di Latina (66.9%), Rieti
(55.4%), Viterbo (53.9%) mentre la più «virtuosa» appare Roma
con «solo» il 40.4% delle imprese irregolari. In 5 anni, dal
1997 al 2001, i lavoratori irregolari nel Lazio sono aumentati
da 358mila unità a 384mila mentre dopo la sanatoria stranieri
del 30 luglio 2002 (L.189) sono scesi fino a 336mila del 2003.
Il settore con più lavoratori «in nero» nel Lazio è
rappresentato dall’agricoltura dove il 35.6% dei lavoratori è
irregolare.
secondo il Rapporto, è quella di Frosinone con l’85% delle
aziende irregolari; seguono le province di Latina (66.9%), Rieti
(55.4%), Viterbo (53.9%) mentre la più «virtuosa» appare Roma
con «solo» il 40.4% delle imprese irregolari. In 5 anni, dal
1997 al 2001, i lavoratori irregolari nel Lazio sono aumentati
da 358mila unità a 384mila mentre dopo la sanatoria stranieri
del 30 luglio 2002 (L.189) sono scesi fino a 336mila del 2003.
Il settore con più lavoratori «in nero» nel Lazio è
rappresentato dall’agricoltura dove il 35.6% dei lavoratori è
irregolare.
Segue il settore delle costruzione con il 20.1% e
quelli dei servizi e dell’industria con il 13.8%. Tranne per
quello dei servizi, gli altri indici sono tutti superiori alla
media nazionale. Nell’area di Pomezia il lavoro nero è presente
soprattutto nel settore dell’edilizia con forme di caporalato,
nel commercio e nel turismo e nell’agroindustria.
quelli dei servizi e dell’industria con il 13.8%. Tranne per
quello dei servizi, gli altri indici sono tutti superiori alla
media nazionale. Nell’area di Pomezia il lavoro nero è presente
soprattutto nel settore dell’edilizia con forme di caporalato,
nel commercio e nel turismo e nell’agroindustria.
Per quanto
concerne le attività criminose nella regione, il rapporto parla
di presenza di usura e di infiltrazioni criminali negli Enti
locali (vedi casi di Ardea e Nettuno) e di infiltrazioni
nell’economia in particolare in Ciociaria (negozi e cantieri
edili) e Anzio-Nettuno (con una vasta presenza della
ndrangheta). Questi, in grandi linee, i dati più importanti
emersi dal Rapporto della Cgil.
concerne le attività criminose nella regione, il rapporto parla
di presenza di usura e di infiltrazioni criminali negli Enti
locali (vedi casi di Ardea e Nettuno) e di infiltrazioni
nell’economia in particolare in Ciociaria (negozi e cantieri
edili) e Anzio-Nettuno (con una vasta presenza della
ndrangheta). Questi, in grandi linee, i dati più importanti
emersi dal Rapporto della Cgil.
Poi hanno pure il coraggio di dirci che la disoccupazione
che molti italiani disprezzano non accettando certe tipologie di lavoro…ogni lavoro ha dignit
Quando sento parlare di lavoro in nero mi balza d’avanti gli evasori fiscali. Questa ignobile classe economica allergica alle tasse che continua a sfruttare chi onestamente le paga. Mi riferisco in primo luogo ai lavotatori i quali vengono tassati alla fonte.
Da alcuni imprenditori si sente dire che gli Italiani non hanno voglia di lavorare. Fa comodo dire simile cose. La stragrande maggioranza degli extracomunitari lavora in nero con conseguenza evasione da parte degli imprenditori.
Un dato, questo, che non rappresenta solamente un danno per lo Stato, ma anche una beffa per i contribuenti onesti: sono loro, infatti, a farne le spese. Proprio in virt
Lavoro in nero, aziende irregolari. Ma