LATINA AMBIENTE E APPALTI IRREGOLARI, TUTTI A GIUDIZIO

25/06/2009 di

Irregolarità nello smaltimento dei rifiuti differenziati, frode in pubbliche forniture, appalti in house. E’ una storia che ricalca quasi in tutto quella già nota di Acqualatina. Ma l’affare questa volta è quello dei rifiuti, che dall’udienza preliminare approderà al dibattimento davanti al collegio penale del tribunale di Latina. Ironia della sorte, pochi mesi dopo l’archiviazione ufficiale dell’inchiesta su Acqualatina.


Ma la vicenda dei rifiuti parte da lontano, dall’anno 2005 e da una serie di controlli eseguiti dalla Polizia provinciale e poi passati alla sezione tributaria della Guardia di Finanza. Fino all’acquisizione, negli uffici del Comune di Latina, di carte e documenti utili all’indagine su Latina Ambiente avviata dal sostituto procuratore Raffaella De Pasquale. Intrecci societari da ricostruire, affidamenti in house, appalti interni a società che facevano parte dello stesso gruppo imprenditoriale e un filone d’indagine legato proprio alle procedure di smaltimento. Poi, sei nomi iscritti sul registro degli indagati, ora rinviati a giudizio dal giudice per le udienze preliminari Nicola Iansiti.

 

Mario Taglialatela, segretario generale del Comune di Latina difeso dall’avvocato Corrado De Simone, Marco Fiorentino, ex presidente del consiglio d’amministrazione della società Latina Ambiente, Vincenzo Rondoni, ex assessore comunale e presidente di Ecoambiente, Giuseppe Caronna, ex amministratore delegato, e due noti imprenditori del settore rifiuti, Angelo Rubicondo e Pietro Colucci, compariranno davanti al collegio il prossimo 30 ottobre.

Le accuse, a vario titolo, sono di abuso d’ufficio e frode in pubbliche forniture. Così, per Latina Ambiente, si aprono le porte del tribunale e si avvia il dibattimento, che entrerà nel merito anche delle procedure degli appalti in house. Le stesse, del resto, contestate anche ai vertici di Acqualatina. In quel caso invece, dopo l’arresto, i ricorsi al tribunale del Riesame prima e alla Cassazione poi avevano fatto cadere una ad una le accuse evidenziando l’infondatezza del reato e portando dritto ad un’archiviazione del caso.