PONZA, PONTILI CHIUSI E PORTO NEL CAOS

14/06/2009 di

di GIOVANNI DEL GIACCIO *

Un’isola nel caos. Pontili chiusi, barche in rada che hanno difficoltà a fare rifornimento di acqua e carburante, nuovi accertamenti su Cala Feola e sui “corpi morti” utilizzati dalle attività di noleggio, porto nel quale personale della Guardia costiera con i megafoni invita alla massima prudenza. Soprattutto quando aliscafi e traghetti entrano ed escono dal porto dove una serie di “tender” cercano di raggiungere la terra ferma o di tornare verso gli yacht in rada.


Il sequestro dei pontili sta causando non pochi problemi ed è scattata anche l’allerta per l’ordine pubblico. La situazione per ora è sotto controllo ma se mercoledì non arrivasse la buona notizia – la mancata convalida del sequestro effettuato dai carabinieri per conto della Procura – rischia di diventare incandescente. Per questo il sindaco, Rosario Porzio, ha chiamato il prefetto Bruno Frattasi per fargli sapere qual è la situazione. Di conseguenza il questore, Nicolò D’Angelo, ha predisposto un servizio di ordine pubblico che ieri ha già portato sull’isola 24 uomini in più tra carabinieri, polizia, finanza e guardia costiera.
Una stagione che “salta” vale milioni di euro, ci rimettono i titolari dei pontili ma anche tutto l’indotto.

Si spera nel “miracolo” di San Silverio che se i pontili resteranno chiusi rischia anche di non essere festeggiato degnamente tra meno di una settimana, il 20 giugno. Perché i commercianti si preparano a una serrata, i titolari delle attività sotto sequestro vedono cose che stridono con la loro situazione. Come le barche che ieri erano in quarta fila a Sant’Antonio «senza alcuna sicurezza e guardate da chi si è improvvisato abusivamente per fare questo lavoro – dice Umberto De Maio di ’Ciccio nero’ – ho chiamato le autorità ma nessuno è intervenuto».

Intanto l’inchiesta della Procura sembra destinata a non chiudersi qui. Nuovi accertamenti e rilievi fotografici sono stati svolti a Cala Feola, unico approdo dell’isola in questo momento, e per i famigerati “corpi morti” ai quali sono attraccati i gommoni e gli altri scafi usati dai noleggiatori. Sul sequestro che rischia di “paralizzare” l’isola e sui tempi non ha dubbi il procuratore di Latina, Giuseppe Mancini: «Se i procedimenti amministrativi fossero stati svolti nei tempi non sarebbe successo questo, avevano la possibilità di rispettarli». Ma gli operatori – alcuni dei quali hanno anche il parere sulla compatibilità ambientale dei blocchi di cemento ai quali sono ancorati i pontili e che vengono usati per attraccare gli scafi – aspettavano novità dal Comune. Arrivate solo con la delibera del 7 aprile scorso. Se il sequestro sarà convalidato i primi a pagare le conseguenze saranno i dipendenti dei pontili: le lettere di licenziamento sono già pronte. (*Il Messaggero 14-06-2009)

 

TURISTI IN BALIA DELLA GUERRA DEI PONTILI

di Massimo Martinelli *

Ci sono una sirena impazzita e un megafono che gracchia a squarciagola. Ma sui moli di Ponza nessuno si sposta. Non ci sono ambulanze da far passare e nemmeno camionette dei carabinieri. Tutti guardano a mare, perché è lì che si sta consumando il dramma dell’isola più bella e meglio frequentata del Tirreno centrale. La sirena è sul gommone della Capitaneria, che deve scortare ogni traghetto che arriva in porto. Il megafono è in mano al sottufficiale a prua, costretto a governare un traffico di barche impazzito che rischia di fare “uscire matti”, come dicono da queste parti, tutti i ponzesi. Arrivano carabinieri e agenti di Ps da Gaeta, perché il prefetto teme per l’ordine pubblico. E qualche timore ci deve essere davvero se quando ti azzardi a chiedere che succede, chiunque ti dice la stessa cosa: «Ma lo sapete quanto perde quest’isola ogni giorno, per quei cinque fogli di carta?». La cifra lascia di sasso: centomila euro al giorno. Qualcuno azzarda: «Saranno almeno centotrentamila» . Quei cinque fogli l’ha inviati pochi giorni fa un pm di Latina, a stagione appena cominciata e dopo un inverno durissimo di recessione e di maltempo che ha fiaccato l’isola. Neanche avesse un minisommergibile radiocomandato, il magistrato ha trovato i blocchi di cemento poggiati sul fondale del porto ai quali sono ancorati i pontili, ha tracciato una linea immaginaria tra ognuno di essi, ha ricavato un’area che interessa praticamente tutto il fondale davanti alla cittadina e ha tirato le somme come se fossero tavolini davanti a un bar. Alla fine ha contestato a tutti gli ormeggiatori l’occupazione di suolo pubblico. E ha mandato i carabinieri a sequestrare tutto. Fino a che ieri, al primo weekend che la storia recente ricordi con Ponza senza pontili, è stato un giorno da tregenda.
Il barometro della pressione lo trovi in ogni angolo di Ponza. Ecco Silvia Curcio, panetteria sul molo, una vita a fare pizze per i turisti: «Stamattina la tensione la tagliavi con il coltello». Ecco Gino Pesce, inventore dell’Acqua Pazza, il ristorante che ha servito Naomi Campbell e i Reali del Belgio oltre a centinaia di vip di passaggio: «L’economia di quest’isola vive dei fine settimana estivi, così ci mettono in ginocchio». E’ proprio Gino Pesce a fare due conti a spanna: «Dieci pontili sequestrati, che ospitano anche trenta barche ognuno, sono trecento barche con almeno sei persone a bordo. Tutta gente che scende a terra, va a cena fuori, prende il caffè e l’aperitivo, fa acquisti nelle boutique, compra il giornale e fa la spesa. A centomila euro al giorno ci si arriva in un attimo». Ecco Giovanni Dies, ormeggiatore storico del porto: «La colpa è della burocrazia e di chi non la conosce bene». E lascia intendere che, forse, chi governa l’isola avrebbe dovuto spiegarlo ai titolari dei pontili, che esistono leggi così strampalate che mescolano lo spazio demaniale dei tavolini dei bar con i fondali del porto. La stessa cosa la spiega Gino Scotti, dell’Arcipelago Pontino: «Forse gli amministratori locali avrebbero dovuto sanarla prima, questa situazione di irregolarità che va avanti da sempre». E c’è da crederci che neanche in Comune se la immaginavano una cosa così, se sui cinque fogli che hanno sconvolto questa comunità c’è pure il nome di Silverio Porzio, titolare di un pontile a Santa Maria, che è il fratello di Rosario, il sindaco di Ponza. Ma poi parli con Stefania Petrenga, la giovane avvocatessa che difende il consorzio di ormeggiatori e scopri che la legge che sarebbe stata violata è anch’essa difficile da capire. E che il pm contesta il mancato rispetto di un vincolo ambientale che sembra “fantasma”, perché carte alla mano, secondo la Regione Lazio, non esiste. Certo, magari qualche ormeggiatore il suo pontile se lo sarà pure allungato di qualche metro, ma dai cassetti vengono fuori i bollettini con i pagamenti per tutte le irregolarità.
L’unico buco nero riguarda i tempi di questa inchiesta. Era cominciata a luglio scorso: l’avessero fatto due mesi fa, il sequestro dei pontili, non ci sarebbe stato nessun danno all’economia ponzese e nessun disagio per i turisti. Invece i sigilli sono arrivati in apertura di stagione e ieri sera il porto era deserto, con il gommone della Capitaneria che impediva l’accesso ai moli e centinaia di barche ancorate in rada. Intanto il prossimo 20 giugno c’è la festa di San Silverio, che ogni anno porta nell’isola migliaia di imbarcazioni e turisti a frotte; è prevista la sfilata allegorica, la gara di imbarcazioni a remi, la banda che suona tutto il giorno e, infine, i migliori fuochi artificiali del litorale. In Prefettura, a Latina, ci hanno pure pensato che sarà una festa “ad alto rischio”: «Se serve, manderemo l’esercito». Che non basterà comunque a tenere a bada il Levante, il ventaccio che da queste parti, quando arriva, spazza via tutto quello che è fuori dal porto. (* Il Messaggero 14-06-2009)

  1. Quando fu affidata alle persone che non avevano una dimora una particella territoriale nella BELLA isola di Ponza si cre

  2. In un periodo di crisi come questo, come si fa a mettere un’isola come Ponza in ginocchio?
    E’ assurdo!!
    C’

  3. Forse ci saranno degli abusi ma l’intenzione era di un sequestro ad inizio stagione, lo stesso

  4. questa storia dell’inizio stagione fa ridere e rappresenta perfettamente il modo di ragionare di noi italiani. Se c’

  5. ci sono altri articoli: confermato il sequestro, i pontili sono abusivi. Prendete gli aliscafi come fanno tutti :)